Riccardo Ruggeri, ItaliaOggi 12/5/2015, 12 maggio 2015
Incredibile questo dibattito sulla Consulta. Nei vent’anni del berlusconismo-prodismo entrambi gli schieramenti si erano scannati sulla politicizzazione o meno dei suoi membri
Incredibile questo dibattito sulla Consulta. Nei vent’anni del berlusconismo-prodismo entrambi gli schieramenti si erano scannati sulla politicizzazione o meno dei suoi membri. Berlusconi sosteneva che erano politicizzati, la Sinistra e le élite colte che erano super partes, e che le sentenze si devono rispettare. Fu un dibattito surreale: avevano ragioni entrambi. Certo che i giudici sono politicizzati, come lo è ciascuno di noi (però, per alcuni delle élite non si deve dire, solo praticare), però in democrazia le sentenze si rispettano, perché si suppone che la Corte si limiti a verificare la coerenza di una legge con la Costituzione (oltretutto, dicono loro, la più bella del mondo), e così è sempre avvenuto. Altrettanto surreale il dibattito sulla terzietà del Presidente della Repubblica: Scalfaro parlava e si muoveva come un democristiano, con il pelo sullo stomaco sempre ritto, così Napolitano, già da giovane era un vecchio comunista (perbene) e tale rimase per tutta la vita, così Mattarella, uomo limpido, per tre mesi ha taciuto come solo sa tacere un democristiano, appena ha parlato siamo ripiombati nel mondo di Aldo Moro. Ripeto, dibattito surreale, come se la Corte Suprema degli Stati Uniti fosse super-partes. Non scherziamo, leggete le interviste dei giudici nominati da Reagan, e in filigrana quelli nominati da Clinton-Obama, in comune hanno solo l’uso della lingua inglese, per il resto pare che vivano su pianeti diversi. Dal berlusconismo-prodismo siamo passati ai professori, quindi al renzismo. Spiace dirlo, ma i danni maggiori li hanno fatti i professori, non certo per cattiveria, anzi mai abbiamo avuto persone al governo più perbene di Monti e di Fornero, incompetenza (colta) la loro. Prima gli esodati, ora questa delle pensioni, e non è finita, in autunno arriverà la sentenza sulla legge di Letta, e sarà un’altra stangata per legislatori d’accatto. Una cosa è pontificare sul Corriere o su Repubblica, altro è governare e legiferare. I Governi fanno leggi pessime, anche tecnicamente, e vogliamo dare la colpa alla Consulta? Oppure, non rispettarne le sentenze? Non scherziamo. La soluzione è banale: pagare, fino all’ultimo euro i pensionati (lo sapranno i politici che l’unico welfare che hanno i giovani delle fasce povere lo devono a genitori e nonni?). Il problema non è rispettare i vincoli di Bruxelles, come blaterano Renzi e Padoan, ma la sentenza della Consulta: Bruxelles viene sempre dopo. Tsipras e Varoufakis, con la loro geniale melina, che fa emergere l’assenza di attributi degli euroburocrati, e UK e Paesi del Nord, con la loro posizione sull’immigrazione selvaggia, lo stanno dimostrando. Le coperture? Il Governo è attrezzato, hanno sostituito Cottarelli con una accoppiata di alto livello. l’ex mckinsey Gutgeld e il bocconiano Perotti, per perseguire la spending review. Questa è la strada maestra, la spending review, ridurre i costi dello Stato. Per noi del mestiere, almeno sulla carta, il mix McKinsey-Bocconi professionalmente appare una soluzione vincente. Quale occasione migliore per dimostrarlo? Vedremo come se la cava il duo, se sul campo sono bravi come nei talk show, siamo a posto, ricuperare una decina di miliardi sarà un gioco da ragazzi. Se poi Renzi vuole intervenire sulle pensioni in modo organico, con un respiro più ampio, cogliendo tutte le sensibilità che i vari esperti hanno avanzato in questi giorni, lo faccia, fatti salvi i diritti acquisiti. Gliene saremmo tutti grati.