la Repubblica, 12 maggio 2015
Barbara Spinelli lascia la lista Tsipras: «Non è più all’altezza». L’europarlamentare ha anche fatto sapere di non voler fondare un altro gruppo ma che resterà ugualmente deputata, come indipendente nel Gue-Ngl, la sinistra rosso-verde continentale. Una scelta che ha scatenato un putiferio sui social network, con le accuse di “tradimento” e simili che vanno per la maggiore
A poco meno di un anno dalla sua elezione al Parlamento europeo, Barbara Spinelli lascia “L’Altra Europa con Tsipras”, la lista di sinistra che aveva superato per un soffio la soglia di sbarramento del 4 per cento e della quale la giornalista era una dei cosiddetti “garanti”. Ma resterà ugualmente deputata, come indipendente nel Gue-Ngl, la sinistra rosso-verde continentale. Una scelta che ha scatenato un putiferio sui social network, con le accuse di “tradimento” e simili che vanno per la maggiore.
La decisione era nell’aria da giorni, da quando lo scorso aprile ci fu un duro scambio di opinioni con l’altra eletta con Tsipras, Eleonora Forenza di Rifondazione per un verso e con il gruppo dirigente della stessa lista dall’altro. Tema di fondo: cosa farne di quel progetto, che aveva tentato (senza troppo successo) di mettere insieme i partiti (Sel e Prc) e la società civile (come la Spinelli, appunto). Trasformarlo in un altro soggetto politico? Restare un’associazione? «”L’Altra Europa” nacque come progetto di superamento dei piccoli partiti di sinistra – ha spiegato Spinelli – come conquista di un elettorato deluso sia dal Pd e dal M5S sia dal voto stesso, cioè gli astensionisti, dunque un elettorato non esclusivamente “di sinistra”. E come elaborazione di nuove idee su un’Unione ecologicamente vigile, solidale, capace di metter fine alle politiche di austerità. Ritengo che “L’Altra Europa” non sia oggi all’altezza di quel progetto: è quanto ho sostenuto assieme a molti ex garanti e militanti della lista, in una lettera aperta indirizzata il 18 aprile a chi la dirige». Spinelli ha spiegato che non intende fondare un altro gruppo. In quel testo – firmato anche da Luciano Gallino, Adriano Prosperi, Guido Viale e altri – si diceva che «la dirigenza vuole la confluenza, in vista di una fantomatica unificazione tra i piccoli partiti della cosiddetta sinistra radicale, e dell’ancor più fantomatica unificazione con la sinistra Pd, di cui non si conoscono le reali prospettive». E ancora, che «la linea politica de “L’Altra Europa” si piega ormai di volta in volta alle esigenze tattiche imposte dalla sua subalternità agli interessi dei partiti». Un’accusa a Sel e Prc, colpevoli – si ragionava – di voler “militarizzare” la lista.
La stessa candidatura e successiva elezione della Spinelli aveva causato altre polemiche, prima e dopo. “Prima” perché l’allora editorialista di Repubblica aveva annunciato di metterci la faccia ma senza essere intenzionata di volare davvero a Bruxelles, con l’obiettivo di trainare il progetto elettorale. “Dopo” perché, una volta superato il quorum e a fronte di 64mila preferenze totali, Spinelli aveva cambiato idea e accettato il seggio. Optando per la circoscrizione che di fatto faceva fuori l’ipotetico eletto di Sel, Marco Furfaro. E così adesso il coordinatore dei vendoliani, Nicola Fratoianni, si toglie il sassolino dalla scarpa: «Spinelli si terrà il seggio come indipendente, perché, dice lei, il progetto è stato snaturato. Mi ricordo di quando raccontò di voler tenere per sé il seggio, perché se fosse andato a Furfaro non ci sarebbe stata certezza di affidabilità per la tenuta del progetto. Così, tanto per la chiarezza. E la coerenza». Mentre Forenza si augura che «Spinelli ci ripensi. Per credibilità e perché serve rispetto verso il soggetto collettivo che ci ha eletti».