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 2015  maggio 12 Martedì calendario

Il Qe, il rischio bolla e la necessità «di adoperarsi per realizzare un mercato più simile al modello americano, in cui il settore finanziario abbia un peso tendenzialmente equivalente a quello bancario». Parla Giuseppe Vegas, il presidente della Consob

Da una parte il rischio bolla sui mercati borsistici per l’enorme liquidità affluita con il Quantitative easing, dall’altra la necessità «di adoperarsi per realizzare un mercato più simile al modello americano, in cui il settore finanziario abbia un peso tendenzialmente equivalente a quello bancario». Il presidente della Consob, Giuseppe Vegas, parla all’incontro annuale con il mercato finanziario, quest’anno ospitato all’Expo, e indica punti di forza e debolezza dello scenario attuale, con un occhio di riguardo per le Pmi.
Per Vegas «la questione fondamentale per le imprese è oggi quella di attivare canali di finanziamenti alternativi al credito bancario», perché «la diversificazione delle fonti di finanziamento e la reciproca concorrenza costituiscono elementi indispensabili per assicurare al settore produttivo una provvista adeguata e stabile nel tempo». Tanto più che la Consob vede il rischio di «significativi inasprimenti delle norme sui requisiti patrimoniali» delle banche a partire dal 2017. È necessario superare l’«anomalia» italiana per cui a fine 2013 i prestiti bancari alle imprese pesavano in Italia per il 52% del Pil, contro il 4% negli Usa e il 45% nell’eurozona. «Nel nostro sistema Paese – ha osservato Vegas – l’approccio culturale medio delle imprese è non aprirsi troppo perché temono di perdere potere senza rendersi conto che a volte è meglio avere il 10% di un’impresa che vale molti miliardi piuttosto che il 100% di un’impresa che vale poco».
Serve un cambio di passo, «rinviato per troppo tempo». È necessaria la «capital markets union» progettata dalla Commissione Ue. Il presidente della Consob pensa a «un vero e proprio testo unico della finanza europeo» che porti a un’unione economica e fiscale, con regole e vigilanza unici. «Non è un obiettivo irrealistico – per Vegas —. Può essere perseguito nella corrente legislatura Ue». «La crescente liquidità, il cambio favorevole, l’inflazione bassa e il petrolio a buon mercato – ha concluso – costituiscono l’indispensabile propellente di un’occasione che non si ripresenterà». E il presidente dell’Autorità di controllo della Borsa cita il Talmud: «Se non ora quando?». Vegas ha poi lanciato la proposta di trasformare la sede dell’Expo in un’agenzia europea per le Pmi.
Dura la reazione al discorso di Vegas di Fisac e Cgil, che hanno parlato di «vertice inadeguato dell’Authority».