Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  maggio 12 Martedì calendario

MEGA COMPAGNIA PETROLIFERA CINESE

L’industria petrolifera cinese esita di fronte al progetto del governo di Pechino di realizzare una mega compagnia petrolifera nazionale mediante la fusione di società che già operano sul mercato. E anche il mercato guarda con scetticismo al progetto della mega compagnia petrolifera nazionale cinese sostenendo che non sarebbe funzionale alla crescita dell’economia del Dragone che necessita di maggiore competitività e di più efficienza.
Elementi che la mega compagnia unica statale cinese non garantirebbe. In un momento, in cui, i prezzi dell’energia sono in caduta.
Sono le prime reazioni al progetto di fusione che il governo di Pechino intende portare avanti. E ha avviato un procedimento di rimescolamento ai vertici delle maggiori compagnie petrolifere statali. Una mossa attesa, ma che va ad aumentare l’incertezza cui devono fare fronte le compagnie in questione.
Almeno due i progetti di fusione sul tavolo. Uno vede protagonisti Sinopec e China national petroleum corp. (Cnpc) e l’altra Cnooc (China national offshore oil corporation) insieme a Sinochem Group. Una compagnia statale più grande e più forte viene vista dagli alti vertici politici cinesi come la chiave per riaffermare la leadership. Un ostacolo sul cammino del progetto di fusione fra società di diversa grandezza e efficienza potrebbe venire dal mondo del lavoro che dovrebbe trovare il modo di non ridurre l’occupazione.
I vertici dell’industria petrolifera cinese, invece, ritengono che i consumatori cinesi vogliano essere guidati dal mercato in questa operazione di fusione piuttosto che dalle decisioni del governo. E quindi l’industria petrolifera cinese rifiuta questa deliberazione della commissione pubblica che amministra l’asset dell’industria petrolifera che comprende anche i giganti del settore. I consiglieri del governo sono scettici. La fusione delle grosse compagnie dovrebbe portare alla creazione di un grande monopolio con minori inefficienze, ma potrebbe essere negativo per i consumatori perché, invece, sarebbe necessario aumentare la concorrenza, secondo il pensiero di Zhang, Wenkui, responsabile del centro di ricerca e sviluppo collegato con il Consiglio di stato. E quindi, ora, la grande questione è piuttosto come aumentare la concorrenza dell’industria. Intanto, i portavoce delle compagnie interessate dal progetto di fusione, tra le quali Sasac, non vogliono commentare. Sinopec e il suo principale concorrente, China national petroleum corp. (Cnpc) hanno fatto sapere di non aver ricevuto nessuna comunicazione ufficiale relativamente all’ipotesi di accorpamento.
Le società petrolifere cinesi stanno vivendo un periodo di affanno in conseguenza del crollo dei prezzi del petrolio e della stretta contro la corruzione decisa dal presidente Xi Jinping che ha visto oltre una ventina di dirigenti delle società indagati per abuso di potere negli ultimi due anni.
Angelica Ratti, ItaliaOggi 12/5/2015