Riccardo Ruggeri, ItaliaOggi 12/5/2015, 12 maggio 2015
LE NOTIZIE LE DANNO I MEDIA ELETTRONICI. AI GIORNALI RESTANO LA MESSA IN PROSPETTIVA DEI FATTI E LE INTERPRETAZIONI. IL CASO DI ITALIAOGGI
Per passione e per lavoro, sono un grande consumatore di giornali. Non sono interessato alle notizie (le ho da web, radio, tv), solo dalle analisi. Molto raramente nello stesso numero di un giornale riesci a trovare una composizione dei vari pezzi che formi un affresco del mondo, seppur in filigrana. I giornalisti descrivono i fatti, seguendo la tecnica della scomposizione degli eventi, come a fine ’800 facevano Seurat e Signac con il colore: loro lo chiamarono Puntinismo, noi Giornalismo.
Ebbene, giovedì 7 maggio, questo prodigio, a più mani e sotto una guida saggia, si è palesato in Italia Oggi. Edoardo Narduzzi, racconta l’autoproclamata repubblica del Donbass che vuole creare una propria moneta (non può, non avendo i quattrini per comprare le stampanti!), allora ci descrive ben altro. Per mesi, Obama si è agitato tanto sull’Ucraina, rischiando persino una guerra mondiale, un giorno d’improvviso si è quietato. Ora l’Ucraina è in default, non controlla i suoi soldati (non ricevendo i salari, questi saccheggiano e stuprano le popolazioni dell’Est), ci sono tre monete, la grivna, il rublo, il dollaro, l’euro no. Curiosamente, quando ci sarà il default di Kiev arriverà l’Europa, sarà ufficiale pagatore per conto terzi. L’Ucraina sarà l’anticamera della Grexit?
Pierluigi Magnaschi, partendo dalla sofferta intervista di Staino al Fatto, per primo coglie il punto vero: che la minoranza rimanga o esca dal Pd è irrilevante. In altri termini, la componente ex comunista, non solo non conta più nulla, ma i suoi uomini, un giorno potenti, privi come sono di convinzioni profonde, hanno perso pure la dignità. Coglie il dramma della base ex comunista delusa, per motivi diversi, sia del vecchio che del nuovo. In un altro pezzo del giornale, troviamo una definizione del Pd di Renzi. È di Ishmael: Un partito di centro che guarda a sinistra e ammicca a destra. Per la vecchia sinistra berlingueriana e cigiellina un disastro (chissà se da lassù, Bettino sorriderà?). E che dire dell’intuizione di Diego Gabutti? Scavando nella Ditta scopre che Bersani & Soci sono destinati a sciogliersi nell’acido dei talk show, mentre Goffredo Pistelli racconta una genia di personaggi balzacchiani riverniciati che tentano di occupare gli ultimi strapuntini regionali disponibili. Alessandra Ricciardi e Domenico Cacopardo hanno avuto un grande merito: ci hanno spiegato l’inspiegabile, la riforma detta Buona Scuola.
I successori di Giovanni Gentile, Giannini e Faraone (sic!), non conoscendo la differenza fra parlare e farsi capire, ci avevano abbandonati a una crassa ignoranza. I dilemmi gerarchia-anarchia (tradotto: presidi operativi o belle statuine?), e testi valutativi Invalsi (tradotto: chi sei tu per giudicare?) sono velleitari, se non preceduti da una pesante ristrutturazione dei processi e del personale in essere.
Tino Oldani, da autentico agente segreto del giornalismo d’inchiesta (oggi non serve essere Bond, bisogna lavorare tanto, leggendo tutto, perché i segreti sono lì, sul web, nascosti sotto montagne di informazioni e dati inutili) ci spiega l’intreccio delle intercettazioni fra Usa ed Europa. Nel farle, nello scoprirle, nell’insabbiarle. Geniale la furbata del Giappone, scoperta da Massimo Galli. I giapponesi sentendosi circondati da nemici agguerriti, come Cina e Nord Corea, bloccati da una Costituzione ultra pacifista, che fanno? Varano una portaerei armatissima, però la chiamano cacciatorpediniere. Marco Bertoncini scrive quello che gli italoforzisti pensano e non osano dire: andare in soccorso di Piersilvio Renzi in Senato, facendo felici gli ultimi epigoni del nazarenus-inciucius-interruptus. Gli italoforzisti sono ammirabili, per la sublime nonchalance nel rivendicare il loro status di puttane di regime, che ammiccando chiamano «far politica».
Al centro dell’affresco di Italia Oggi c’è il pezzo superbo di Marino Longoni. Con impeccabile dottrina illustra, fornendo otto motivi ben argomentati, la progressiva consapevolezza dei cittadini a non considerare più le Banche sicure. Aggiungo io, ormai sono sullo stesso livello di quelle Wells & Fargo del West (ricordate le casseforti verde scuro nell’ufficio del direttore-padrone?), alla mercé di bandidos provenienti dal Messico. Ora, provengono direttamente da New York, Londra, Francoforte. Parlo a titolo personale, da quando non hanno fatto fallire, perché troppo grandi (sic!), le banche americane, e non imprigionato Richard Fuld e soci, considero le Banche un luogo da frequentare con estrema circospezione, così il «ceo-capitalism». Di certo non vi lascio i miei risparmi (meglio «materassarli»), uso solo il contante (nel rispetto della legge), i fantasmi degli Amato e Ciampi anni ’90, dei Monti anni ’2011, sono fra gli incubi notturni di molti di noi.Quale il capolavoro di Italia Oggi? Aver disegnato, il 7 maggio 2015, un affresco del mondo, con la tecnica del puntinismo. Titolo? «Confusione nella terra di mezzo».
Riccardo Ruggeri, ItaliaOggi 12/5/2015