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 2013  agosto 20 Martedì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano
Il Presidente del Senato è Pietro Grasso
Il Presidente della Camera è Laura Boldrini
Il Presidente del Consiglio è Enrico Letta
Il Vicepresidente del Consiglio è Angelino Alfano
Il Ministro degli Interni è Angelino Alfano
Il Ministro degli Esteri è Emma Bonino
Il Ministro della Giustizia è Anna Maria Cancellieri
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Fabrizio Saccomanni
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Maria Chiara Carrozza
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Enrico Giovannini
Il Ministro della Difesa è Mario Mauro
Il Ministro dello Sviluppo economico è Flavio Zanonato
Il Ministro delle Politiche agricole è Nunzia De Girolamo
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Maurizio Lupi
Il Ministro della Salute è Beatrice Lorenzin
Il Ministro di Beni culturali e Turismo è Massimo Bray
Il Ministro dell’ Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare è Andrea Orlando
Il Ministro degli Affari europei è Enzo Moavero Milanesi (senza portafoglio)
Il Ministro di Affari regionali e autonomie locali è Graziano Delrio (senza portafoglio)
Il Ministro della Coesione territoriale è Carlo Trigilia (senza portafoglio)
Il Ministro dell’ Integrazione è Cécile Kyenge (senza portafoglio)
Il Ministro di Pubblica amministrazione e Semplificazione è Gianpiero D’Alia (senza portafoglio)
Il Ministro dei Rapporti con il Parlamento e di Coordinamento dell’attività è Dario Franceschini (senza portafoglio)
Il Ministro delle Riforme costituzionali Gaetano Quagliariello (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Ignazio Visco
Il Presidente della Fiat è John Elkann
L’ Amministratore delegato della Fiat è Sergio Marchionne
Il Segretario Nazionale dei Popolari-UDEUR è Clemente Mastella

Nel mondo

Il Papa è Francesco I
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Ben Bernanke
Il Presidente della BCE è Mario Draghi
Il Presidente della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Xi Jinping
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è David Cameron
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è François Hollande
Il Primo Ministro della Repubblica francese è Jean-Marc Ayrault
Il Re di Spagna è Juan Carlos I
Il Presidente del Governo di Spagna è Mariano Rajoy Brey
Il Presidente facente funzioni dell’ Egitto è Adly Mansour
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Abdullah Gül
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pranab Mukherjee
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Manmohan Singh
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Hassan Rohani

Da ieri è acceso il redditometro, l’arma finale contro gli evasori. E tuttavia non succederà praticamente niente.

Come sarebbe?
Non succederà niente, glielo dico io. Non è tanto questione di strumenti di indagine, quanto di volontà politica. Se i partiti e il governo volessero, gli evasori – più o meno tutti – sarebbero stanati abbastanza rapidamente. Si potrebbe magari varare una legge per rendere più difficile la resistenza in tribunale e così riscuotere effettivamente il 60-70 per cento almeno di quanto accertato, in un tempo ragionevole. Ma per far questo bisogna, appunto, volerlo. E andare troppo contro gli evasori costa voti. Voti dei commercianti, per esempio, o degli artigiani. Quindi non succederà niente.  

Vogliamo ricordare che cos’è questo redditometro?
A Roma, dalle parti della Laurentina, c’è il quartier generale della Sogei, la società informatica del fisco italiano, collegata a 300 banche alimentate da diecimila enti pubblici. Sotto un’area di nove ettari, a disposizione di 1.900 dipendenti (la metà ingegneri, fisici, matematici e biologi), c’è un bunker di 4.000 metri quadrati con 1.500 server che elaborano un milione di miliardi di byte, ossia 24.200 informazioni al secondo. Diciamo che il redditometro è questo qui: senza bisogno che gli specialisti lo interroghino, il sistema – che come sa si chiama Serpico, acronimo di SERvizi Per I Contribuenti – segnala da sé i cittadini che hanno speso troppo rispetto a quanto guadagnato. Arrivata la segnalazione, si direbbe, basta saltare in macchina e andare a prendere i furbastri. Invece non funziona così.  

Lo credo bene, ci sono i diritti delle persone, la privacy eccetera.
Il Tribunale di Napoli ha già chiarito che Serpico non viola la privacy. E tuttavia al sistema sono state già tagliate le unghie prima ancora di cominciare. Intanto bisogna che tra spese e reddito dichiarato vi sia un’incongruenza di almeno il 20%. Se questo si verifica, il Fisco deve assicurarsi che le spese sostenute non siano coerenti, magari, con il reddito complessivo della famiglia. Se c’è ancora contraddizione, il cittadino viene invitato negli uffici dell’Agenzia a spiegare la faccenda. Con della documentazione. Che so, mettiamo che la casa di cui è entrato in possesso nel 2009 (quest’anno i finanzieri vanno a ficcare il naso nel 2009) non sia compatibile con gli stipendi della famiglia, ma risulti da una donazione dei genitori. In questo caso, bisognerà portarsi le carte del notaio e provare che le cose stanno effettivamente così. E allora, il tormento finisce.  Se invece le spiegazioni non sono chiare, il Fisco è autorizzato a estendere le indagini alle altre spese sostenute dalla famiglia, anche le più minute, in modo da farsi un quadro chiaro delle incongruenze ipotetiche. Il contribuente avrà diritto di fornire altre spiegazioni, anche solo logiche. E se non sarà convincente, l’Agenzia darà il via alla contestazione formale. Se il cittadino si rassegnerà e pagherà entro quindici giorni la somma contestata, avrà uno sconto sulle sanzioni. Altrimenti potrà andare a difendersi in tribunale, con moltiplicazione però del dovuto, in caso di sconfitta. Teniamo conto delle lungaggini della nostra giustizia e del fatto che una volta su due vince il cittadino. Almeno finora.  

Beh, dove sono, in questa procedura, le unghie spuntate?
Nel fatto che, preso in esame l’elenco fornito da Serpico, si procederà solo contro i 35 mila peggio messi. Senonché Befera, nel novembre dell’anno scorso, aveva parlato di 4,3 milioni di famiglie che vive in modo incompatibile rispetto al reddito dichiarato. 35 mila su 4.300.000 fa 0,8. La caccia all’evasore resa possibile da quel gigante della Laurentina servirà a scovare meno di un evasore su cento. Anzi, meno di mezzo evasore su cento, dato che poi in tribunale, come ho detto, la metà dei resistenti la spunta.  

• Forse ci vanno così piano perché sanno che la pressione fiscale è pazzesca. E poi c’è la crisi. Conviene picchiare su questo punto adesso?
Forse no. Anzi, io stesso ho detto molte volte che in questo  contesto sarebbe meglio di no. Resta che l’evasione produce perdite per circa 150 miliardi (faccio una media tra le presunzioni di vari istituti di ricerca), che il recupero riguarda appena il 4% del totale, che dal Duemila a oggi la cifra che Equitalia avrebbe diritto di riscuotere equivale a 545 miliardi, un quarto dell’intero indebitamento pubblico, che l’anno scorso, col sistema del redditometro (non ancora riformato), si sono recuperati appena 30 milioni, cifra talmente misera che ha fatto scattare la bocciatura della Corte dei Conti. Insomma, come dicevo all’inizio, il redditometro, da solo, non basta. (leggi)

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