Fulvia Caprara, La Stampa 20/8/2013, 20 agosto 2013
MARIA SOLE TOGNAZZI “VIAGGIO SOLA MA NON SO STARE SENZA AMICHE”
L’ importante è il bicipite: «A partire da quello spiega Maria Sole Tognazzi - si può far di tutto, inventare storie, immaginare situazioni. E non fa niente se il possessore è un divo o un signore che sta passando in quel momento». La fantasia femminile non ha limiti, se poi la si moltiplica può succedere qualunque cosa: «Le ossessioni di una, le manie dell’altra, ognuna ha la sua personalità, e il massimo divertimento è prendersi vicendevolmente in giro, sicure di potersi dire assolutamente tutto». Se, per esempio, succede che Alessia Barela, giovane attrice dotata di ironia e temperamento, non trovi il cellulare appena sbarcata sull’isola dove ha programmato una vacanza tuttedonne, le compagne di viaggio sanno benissimo come andrà a finire: «E’ capitato, poche settimane fa, siamo scese dall’aereo, il tempo di fare una foto di gruppo e prendere l’aliscafo, e Alessia sbianca: “mi sono persa il telefonino”. Panico totale, i risale sul taxi, torna all’aeroporto, intanto noi chiamiamo il numero del cellulare sparito e, a sorpresa, ci risponde una signora delle pulizie, che l’aveva trovato e aspettava di restituirlo». Il gruppo vacanze comprendeva, oltre a Maria Sole, figlia di Ugo Tognazzi e Franca Bettoja, Claudia Gerini e Sabrina Impacciatore, «le amiche del secondo tempo della mia vita, quelle che fanno parte anche della mia sfera lavorativa. Nel primo ci sono quelle della scuola, che poi, per caso, ho ritrovato sulla strada, perchè fanno cinema anche loro. Per esempio Simonetta Valentini, che è stata mia aiuto-regista, e poi le attrici Valentina Cervi e Francesca Figus. Abbiamo sempre cercato di andare avanti nelle nostre vite senza perderci di vista».
Secondo Maria Sole, cresciuta in una specie di tribù familiare, la necessità dell’amicizia viene proprio da quel tipo di esperienza: «Il fatto è che io vengo da una famiglia troppo allargata. E poi penso che, se si rimane ancorati alle radici, il rischio è restare lì, fermi. Nella diversità, invece, si cresce, si impara a conoscere una parte nuova di se stessi». Un cammino che, per Maria Sole Tognazzi, quest’anno premiatissima con Viaggio sola , e ora impegnata in un’estate di incontri con il pubblico (anche al Festival di Tavolara, durante gli incontri Ciak Disaronno gran successo), prima di fare la giurata opera prima alla Mostra di Venezia, passa soprattutto attraverso il cinema. Per Monica Bellucci, per esempio, amica da vent’anni, ha scritto apposta L’uomo che ama , in cui le ha affibbiato un ruolo in aspettato: «Non ho dato per scontato che mi dicesse di sì, le ho mandato la sceneggiatura e le ho detto di leggerla in totale serenità. Le ho detto “per una volta ti voglio far mollare da un uomo”, e lei subito “sì, finalmente”. Sul grande schermo non succede sempre di vedere una donna bellissima tradita e abbandonata». Con Monica è stato possibile: «Abbiamo passato tante estati insieme, uscivamo anche con Ilaria D’Amico, loro venivano al mare da me, e poi siamo sempre rimaste in contatto, anche quando hanno avuto i figli». Andare in giro con una superdiva non ha mai creato problemi: «I posti dove andare si scelgono in due, se vai in quelli troppo frequentati, è logico che la gente ti riconosca... ma c’è pure la serata in cui te ne freghi». Tra le occupazioni preferite, quando è insieme alle sue amiche, c’è, racconta Maria Sole, lo sfoglio collettivo dei giornali di gossip: «Si comincia a commentare in coro, ma “secondo te, quello...”, e via così, anche per ore, inventando storie, facendo illazioni». In buona posizione anche le discussioni sugli uomini: «Le amiche sposate diventano bersaglio delle singole, si fanno osservazioni, apprezzamenti, si parla del maschio ideale». E poi l’abitudine di mangiare e a bere insieme, perchè non è affatto vero che tutte le donne stanno a dieta: «Sono piena di amiche attrici che mangiano come forsennate. Spesso prendiamo la macchina, magari maciniamo anche chilometri per arrivare da quel determinato chef». Il retaggio familiare in questo caso c’entra eccome, Tognazzi era un patriarca appassionato di gastronomia, Bettoja, invece, come la chiama Maria Sole, «è assolutamente negata, mai messo in piede in cucina».
Tra i tanti pregiudizi da sfatare, parlando di legami tra donne, c’è quello della competizione, un marchio storicamente affibbiato alle amicizie femminili, magari nel tentativo di sminuirne il valore: «La competizione nasce dalla paura della perdita e non è un sentimento che mi piace. Quando sono serena e felice, non divento mai competitiva, e credo che questo valga un po’ per tutte. Tra amiche si diventa competitive se ci si sente tradite, e questo mi è successo, anche con le amiche. Ma si può perdonare, e, se non lo fai, vuol dire che non ne valeva la pena». Talvolta «la competizione sconfina verso l’invidia, che non è sana, ma può anche funzionare da stimolo. Ci ho pensato quando ho visto il film di Alice Rohrwacher, bellissimo, eppure non ho provato niente che somigliasse al disappunto, solo un gran piacere». La politica, continua Maria Sole, non è mai terreno di scontro, «se ne parla, anche chiaramente. Io voto, ho le mie idee, ma non ho mai litigato per questioni politiche, e comunque il panorama mi sembra talmente desolante... Forse anche per questo le discussioni non sono mai tanto accese».
L’ultima amica, quella più recente, è Margherita Buy, protagonista di Viaggio sola , storia di una donna autonoma, indipendente, alle prese con le gioie e i dolori della solitudine: «Ci siamo conosciute cinque anni fa, e ci siamo subito capite, è nata un’amicizia molto bella e per il film, mi è venuta subito in mente lei. La stimo, mi ha insegnato tante cose». Viaggiare sole è bello, ma senza amiche non si può stare.