Maria Luisa Agnese, Corriere della Sera 20/8/2013, 20 agosto 2013
IL DIAMANTE BLU CHE MANCAVA A LIZ ASTA DA 19 MILIONI
Blu intenso, grande poco più di un bottone di camicia, di perfetto taglio rotondo, il diamante Premier Blue, gemma perfetta e rarissima da 7,9 carati, andrà all’asta da Sotheby’s, che si aspetta di realizzarne 19 milioni di dollari, stabilendo un nuovo record di prezzo: oltre due milioni e mezzo a carato. La piazza dell’asta sarà Hong Kong, come tutte provata dalla crisi ma non ancora vinta, grazie ai desideri ancora frementi delle generazioni affluenti e rampanti dei Paesi asiatici.
Segno che il fascino della pietra preziosa è inesauribile, e più rara, strana e inaccessibile è, più attira. Il diamante blu per esempio è circondato da un’aura di leggenda, conterrebbe tracce di boro che regalerebbero inconsuete energie a chi lo possiede. Cuore dell’Oceano, diamante blu uscito dalla fantasia di James Cameron e finito al centro del suo film Titanic, divenne realtà nel 1997 poco dopo l’uscita del colossal, e l’anno dopo fu battuta all’asta, per circa due milioni di dollari, la riproduzione del gioiello (più modestamente in zaffiri) che Celine Dion indossò alla cerimonia della consegna degli 11 Oscar al film. Somma record raggiunse invece un altro blu molto vagheggiato, il Wittelsbach da 31.06 carati, comprato nel 1664 da Filippo IV di Spagna per la figlia Margherita Teresa che sarebbe andata sposa a Leopoldo I d’Austria, battuto nel 2008 da Christie’s e comprato per 24 milioni di dollari dal gioielliere Lawrence Graff. Sempre Graff ha stabilito, nell’aprile scorso, un nuovo primato, comprando all’asta un diamante blu incastonato in un anello realizzato da Bulgari per 1,8 milioni a carato: record ora surclassato dal Premier di Hong Kong.
In questo turbinio del desiderio sfrontato e milionario c’è però un’eccezione: il Diamante Hope, arrivato nel 1700 dall’India, 112 carati originari poi ridotti per varie vicende agli attuali 44,5, transitato dalle mani del re Sole Luigi XIV a quelle di Maria Antonietta per finire nelle grinfie della Rivoluzione francese, fu presto colpito dalla fama di portasfortuna ed è stato alfine «messo al sicuro» in un museo, lo Smithsonian Institute di Washington dove, piazzato in una teca in cui non nuocerebbe più, è meta di pellegrinaggio.
Ma se il blu affascina per le sue luci e ombre, non scherzano neppure i diamanti rosa, almeno al mercato delle aste. Da quello che ornava la corona di Maria de Medici, il 15 maggio 1610, giorno della sua incoronazione a reggente di Francia, il Beau Sancy, 35 carati venduti per 10 milioni di dollari nel 2012, al nuovo exploit del 2013 di Graff: 45 milioni per un fagiolo rosa da quasi 25 carati. Per poco meno, 39 milioni, è andato all’asta, qualche mese fa, il diamante rosa che faceva parte della tormentosa eredità di Maria Angiolillo. Scomparso nel 2009, cercato a lungo dagli eredi, il Prince Diamond è ricomparso da Christie’s a New York nell’aprile 2013.
Ma nell’hit parade degli oggetti del desiderio milionari non sfigurano certo i vecchi, tradizionali, brillantissimi diamanti bianchi, tanto amati da Marilyn Monroe, che li considerava i migliori amici delle donne (altro che gay!). Qualche anno fa, nel 1996 è andato all’asta l’anello di fidanzamento che Aristotele Onassis regalò alla futura moglie Jacqueline Bouvier Kennedy, 40 carati per due milioni e 600 mila dollari.
Ma il pegno d’amore più prezioso, bianco purissimo, è quello di Richard Burton all’amata Liz Taylor che suggellò la loro lunga e a tratti disastrata storia d’amore: quasi nove milioni di dollari, nell’asta doviziosa dei gioielli dell’attrice del dicembre 2012, che con il suo en plein di lotti venduti racimolò quasi 116 milioni di dollari.
La pragmatica e in fondo saggia Liz, di certo una che con i preziosi aveva una certa dimestichezza, sapeva che erano il miglior souvenir alla fine di un amore, e ne sintetizzo con leggero humour la funzione: «È vero che non puoi piangere sulla spalla di un diamante e che i diamanti non ti riscaldano la notte, ma sono di sicuro un gran divertimento quando splende il sole».