Max Foster, la Repubblica 20/8/2013, 20 agosto 2013
WILLIAM TRA PANNOLINI E NOTTI INSONNI
«Beh, penso che la sensazione che ho provato sia stata più di shock e di smarrimento (ride)... In ogni caso, ero così elettrizzato! Anche Catherine era elettrizzata dalla nascita di George, tanto che siamo stati davvero molto felici di mostrarlo a tutti quelli che desideravano vederlo. Come sa chiunque sia diventato genitore da poco, si è felicissimi di mostrare il proprio figlio e… di dichiarare che è il più bello o il migliore in qualsiasi cosa».
Il momento in cui lei è uscito con il seggiolino dell’automobile in mano... Adesso i padri di tutto il mondo la staranno maledicendo per averlo fatto con tale semplicità.
«Credetemi, non è stata la prima volta. So che si è parlato molto di questo. Ho dovuto esercitarmi prima di riuscire a farlo bene. Davvero. Ero terrorizzato che potesse cadere o che la portiera non si chiudesse
come si deve. Quindi, sì, mi sono esercitato a montare e smontare il seggiolino, ma soltanto una volta».
E la sua decisione di allontanarsi in macchina guidando lei stesso...
«Beh, io sono indipendente e vado ovunque. Lo stesso vale per Catherine e Harry. Siamo tutti cresciuti in modo diverso dalle altre generazioni. E ho pensato che se potevo farlo da me, dovevo farlo da me. Ci sono occasioni nelle quali ciò è impossibile e il sistema prende il sopravvento, oppure è più opportuno fare le cose in maniera differente. Ma ho ritenuto che portare via in macchina mio figlio e mia moglie dall’ospedale fosse qualcosa di molto importante per me. E dato che non mi piace il clamore, ho ritenuto più semplice farlo da me».
L’interpretazione dell’immaginario collettivo che ha fatto il giro del mondo è che questa è una monarchia moderna. Il vostro è un nuovo modo di essere monarchia. Ma è proprio così? Oppure si tratta soltanto del suo modo di fare?
«Credo di sì. Faccio le cose nel modo in cui so farle. Se è giusto, bene, altrimenti cercherò di migliorare... Posso dire che sono ragionevolmente ostinato in relazione alle cose in cui credo e a ciò che devo fare. Sì, beh, George è un po’ bricconcello, diciamo così. Mi ricorda mio fratello, o me stesso quando eravamo piccoli. In ogni caso al momento si comporta molto bene. Gli piace farsi cambiare il pannolino».
Lo ha cambiato lei per la prima volta, vero?
«Sì, l’ho cambiato io, esatto».
Onore sul campo!
«Proprio così: onore sul campo! Non avrei potuto sottrarmi a tale incombenza. Tutte le ostetriche mi osservavano e dicevano: “Lo faccia lei. Lo faccia lei!”. Beh, è piccolo, ma cresce molto rapidamente. È un piccolo lottatore. Si dimena di continuo. E non vuole dormire granché, il che è un po’ un problema...».
Quindi di notte siete spesso svegli. Sarete stanchi…
«Un pochino. Catherine più di me. In ogni caso sta facendo un ottimo lavoro».
Come sta? Tutto bene?
«Sì, sta benissimo. Le mie priorità adesso sono il piccolo George e Catherine. E Lupo...».
Stavo proprio per chiederlo di Lupo... come sta affrontando la novità?
«La sta affrontando bene. Come sanno tutte le persone che hanno cani, quando si porta a casa un neonato occorre del tempo prima che si abituino. Per il momento, però, va tutto molto bene. Si profonde in mille dimostrazioni di affetto in tutta la casa. È davvero molto felice».
E lei che cosa pensa del fatto che adesso dovrà tornare al lavoro?
«Come accade sicuramente ad alcuni padri, in realtà non vedo l’ora di tornare al lavoro (ride)».
E di dormire.
«Esatto, di dormire. Quindi spero proprio che al mio rientro in servizio non mi capitino turni di notte ».
Lei ha raccontato che suo padre le parlava all’orecchio quando...
«Sì, mi sussurrava paroline dolci…».
Quando era piccolo. Farà altrettanto con il principe George? È una cosa che le sta molto a cuore? Le piacerebbe riprenderlo così, con delle paroline dolci sussurrate all’orecchio?
«Probabilmente sì. E, a questo ritmo, quasi certamente lo farò senz’altro. Nella stanza di George ci sono elefanti e rinoceronti giocattolo. Ci giocheremo come se fossimo nella boscaglia... Lo faremo crescere come se si trovasse nella foresta. Al momento l’unica cosa che vorrei potergli insegnare è dormire di più e forse non farsi cambiare il pannolino così tante volte. Penso che le ultime settimane per me siano state un’esperienza emotiva molto insolita. Ho provato sentimenti e sensazioni che non avrei mai pensato di provare. Inoltre, anche se tutto sommato si tratta di un periodo molto breve, ora molte cose mi colpiscono in maniera completamente diversa».
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(traduzione di Anna Bissanti)