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 2013  agosto 20 Martedì calendario

“AREA 51”: BUFALE E SEGRETI DELLA "CASA DEGLI UFO”

Cinquanta anni di film, di allusioni nelle canzoni e di romanzi di fantascienza; mezzo secolo di voci sul numero di cadaveri di extraterrestri nascosti lì dall’esercito Usa. Ebbene proprio in questi giorni la Cia ha confermato tutto: l’“Area 51” esiste davvero. La mitica base militare nel deserto del Mojave, 130 chilometri a nord-est di Las Vegas, sta esattamente dove tutti pensavano che fosse. Confermato anche il fatto che la base ospita un centro specializzato nelle ricerche aeronautiche. Insomma il cinema aveva ragione. Quanto ai marziani, la Cia tiene la bocca cucita.
Sebbene si fosse a conoscenza dell’esistenza della base, solo ora la Cia l’ha chiamata esplicitamente “Area 51”. In passato le forze armate e i servizi segreti ammettevano solamente l’esistenza in Nevada di un poligono di tiro. “Non esiste alcun posto chiamato ‘Area 51’”, dichiarò nel 1995 in tribunale un avvocato dell’Aeronautica militare nel corso di una causa civile intentata da diversi dipendenti della base i quali lamentavano numerose infermità respiratorie derivanti, a dir loro, dall’esposizione a materiali tossici. Quanti lavoravano nella base segreta la definivano “Il Ranch” e la base – che non figura su nessuna carta geografica ufficiale – era esonerata dall’obbligo di rispettare le leggi in materia di tutela dell’ambiente.
A seguito di una richiesta ufficiale inoltrata dall’Università George Washington, giovedì scorso la Cia ha confermato l’esistenza di questo luogo leggendario per gli innamorati della fantascienza. Nelle 400 pagine di documenti top secret finora resi pubblici e che comprendono una mappa del luogo, si conferma che l’“Area 51” è una base militare costruita durante la Guerra fredda per sviluppare programmi di sorveglianza e testare aerei spia quali l’U-2 o l’Oxcart, capaci di volare ad altezze considerevoli, la qual cosa spiega per quale ragione li si scambiava spesso per Ufo. Nei documenti si legge infatti che “si moltiplicarono in quegli anni i presunti avvistamenti di Ufo”. Il governo non si prese la briga di smentire le voci secondo cui si trattava di navi spaziali di extraterrestri. La segretezza che circondava l “Area 51” contribuì a conferire una qualche attendibilità alle voci secondo cui nella base si effettuavano autopsie di extraterrestri e si contattavano pianeti alieni.
IL DISCO VOLANTE CHE ISPIRÒ SPIELBERG
Il fatto più clamoroso e quello che più di ogni altro ha ispirato il cinema, è da mettere in relazione all’ipotesi che all’interno dell’“Area 51” fossero conservati i resti di un disco volante – equipaggio incluso – infrantosi al suolo il 5 luglio 1947 nel Nuovo Messico. Gli innamorati delle teorie complottiste sostenevano che nella base militare, il governo incontrasse emissari di civiltà extraterrestri e che nei laboratori fossero in corso ricerche in materia di viaggi nel tempo e teletrasporto.
La fortunata serie tv X Files dedicata alla “paranoia complottista”, utilizzò moltissimo tutte le leggende nate intorno al presunto disco volante del Nuovo Messico e alle voci su quanto avveniva nella base militare segreta.
Un altro dei film di cassetta ispirati a queste teorie è Men in Black con Will Smith e Tommy Lee Jones, approdato al terzo sequel. In Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo, film di Steven Spielberg del 2008, il dottor Jones non solo analizza uno dei marziani di Roswell, ma entra anche in un immenso magazzino che custodisce i più incredibili segreti dell’umanità tra cui l’Arca di Noè. Il magazzino, guarda caso, si chiama “Hangar 51”. Alla base segreta alludono più o meno direttamente famose serie televisive come I Simpson e Futurama e film come Independence Day, Lilo & Stitch (uno dei protagonisti è un extraterrestre), Mostri contro alieni e Fuga dal pianeta terra.
Quanto alla musica i mitici Megadeth hanno dedicato il pezzo Hangar 18 al presunto edificio dell’“Area 51” dove sarebbero conservati i resti degli Ufo. Inoltre esiste una band chiamata Area 51 e un gruppo dal nome Dreamland.
In letteratura, vale la pena ricordare Roswell, Ve-gas e Area 51: travels with Courtney, un libricino di appena 39 pagine scritto con la leggerezza di una commedia romantica, nel quale Connie Willis – magnifica scrittrice di fantascienza e vincitrice di numerosi premi – racconta un viaggio compiuto con suo marito in questa zona e gli incontri con persone che sostengono di essere state rapite dagli alieni e che credono nell’esistenza dell’“Area 51”. Nel mondo dei videogiochi, la “base segreta” è una presenza abituale.
È logico che questa zona susciti tanta curiosità. Già il suo nome è un mistero. Scelto dall’Agenzia Usa per l’energia nucleare, non si è mai capito perché 51 e non un altro numero. La base nacque per sviluppare un programma di spionaggio con gli aerei U-2 e il luogo fu scelto perché isolato e di difficile accesso. È impossibile trovare un luogo migliore del deserto del Nevada nei pressi del lago Groom dove un tempo c’era una pista di atterraggio utilizzata dall’Aeronautica militare durante la Seconda guerra mondiale.
“Il Ranch” fu evacuato nel giugno del 1957 dopo una serie di test nucleari, ma nel settembre 1959 la Cia lo rimise in funzione per sviluppare il modello A2, precursore dello SR-71. Nel 2001, la Cia rese pubblica la documentazione concernente i test con gli U-2 e nel 1997 aveva già riconosciuto l’esistenza del programma Oxcart. Per il resto silenzio.
DALLA LEGGENDA AI MOTEL DI MARZIANI
Con gli anni il complesso si è notevolmente ingrandito e le misure di sicurezza sono state rafforzate. È aumentato il numero dei test e quindi si rese necessario far arrivare altro personale da Burbank (California), sede della Lockheed, al-l’“Area 51” senza suscitare la curiosità dei pochi abitanti della zona. “Si decise di trasportare gli impiegati il lunedì e di farli rientrare a Burbank il venerdì notte”, riportano i documenti.
Malgrado la segretezza, la Cia ha dovuto fare i conti con la crisi degli U-2 nel 1956 e con le dichiarazioni di un dipendente della base che nel 1989 assicurò di aver lavorato su una nave spaziale extraterrestre. A Rachel, il villaggio più vicino alla base, è nata una piccola industria del turismo: souvenir, dischi volanti, motel nei quali i marziani sono i benvenuti e un’autostrada extraterrestre (con tanto di segnalazioni stradali). Nulla possono le smentite della Cia contro i miti popolari e le teorie ufologiche.