Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Ultime novità sul massacro di Oslo. Le vittime sono salite a 93 e c’è un’altra decina di ragazzi in fin di vita. Il biondo Breivik – l’assassino – continua a dire di aver agito da solo e, man mano che passano le ore e si scoprono dettagli sulla sua personalità, la polizia tende a crederci. Ieri sono stati arrestati per qualche ora sei neonazisti, subito liberati perché con la strage non c’entrano niente. Breivik è calmo, collaborativo, sostiene che la carneficina è stata «atroce, ma necessaria», non vuole essere considerato un criminale. In qualche posto nel sud della Francia è stato rintracciato il padre, un pensionato che non vede il figlio dal 1995. A spizzichi e bocconi, s’è capito che dietro al massacratore dell’isola di Utoya c’è la storia di una famiglia disgregata. Divorzio quando il bambino era piccolo, scarsa presenza del genitore («ma quando era piccolo ci vedevamo») il quale dice che Breivik un tempo non si interessava di politica. Nella cattedrale di Oslo c’è stata infine la commemorazione delle vittime, con una folla immensa in chiesa, e fuori e i reali in lacrime. Il premier Jens Stoltenberg ha detto che molti dei ragazzi uccisi erano suoi amici. «La nostra risposta alla enormità del male sia più democrazia, più umanità».
È un pazzo o no?
Il suo avvocato Geir Lippestead, che ha accettato di
difenderlo dopo molte esitazioni, ha detto ai giornalisti che prima di
presentarsi in aula l’assassino sarà sottoposto a visita medica. In ogni cas
sei ore prima di mettersi in azione, l’uomo dell’isola di Utoya ha
preannunciato su YouTube la strage. Lo si vede dire: «Ci sono momenti in cui è
necessaria la crudeltà», in cui «è meglio uccidere molte persone». Eccolo
puntare un’arma automatica con indosso una muta. «Mi vestirò come un ufficiale
di polizia», «sarà impressionante constatare che faccia faranno». Il video si
intitola Cavalieri templari 2083. In
tutta l’iconografia di Breivik prevalgono eroi in groppa a destrieri bianchi,
spade sguainate, elmi e scudi medievali. L’uomo era nostalgico delle crociate.
È stato trovato qualcosa di scritto?
Un memoriale di 1.500 pagine, messo in rete poche
ore prima della strage. Si intitola A European Declaration of Independence –
2083. “2083” è la data in cui secondo lui l’Europa – seguendo
le sue indicazioni – si sarà liberata di multiculturalismo, Islam e di tutto
ciò che mette in pericolo le nostre radici. «Credo che sarò ricordato come il
più grande mostro dopo la Seconda Guerra mondiale». Il testo è scritto in
inglese, attacca Gramsci e la scuola di Francoforte (un gruppo di pensatori
campioni di critica marxista), si ripromette di salvaguardare gli antichi
valori di patriarcato, cristianesimo, famiglia. Seguono una lunga sequenza di
citazioni dal Corano – scelte per svelarne la natura demoniaca - poi un’analisi
delle varie scuole sunnite e della Jihad, accenni di storia medievale con
ripetuti riferimenti alle Crociate…
Un guazzabuglio…
I crociati sono la spina dorsale del nuovo ordine.
Sì, è un guazzabuglio, da cui si capisce che Breivik ha studiato certi temi
ossessivamente, vuole la fine dell’Onu, dell’Unione europea, dice che il papa è
corrotto («codardo, incompetente, illegittimo»). Il marciume che ci circonda
sarà spazzato via dai Commilitones Christi Templique Salomonici: «Ci sono stati
già migliaia di attacchi da parte di europei coraggiosi. Ma la maggior parte
non ha avuto alcun effetto ideologico. Per penetrare la censura marxista e
multiculturalista dei media, bisogna essere più brutali e mettere in piedi
operazioni capaci di provocare molte vittime. È legittimo in questo senso usare
armi di distruzione di massa». Alla fine una lunga lista di obiettivi da
colpire: tra questi 16 raffinerie che si trovano in Italia. Ci sono anche
schieramenti politici da appoggiare. Tra quelli italiani: Alleanza Nazionale,
Lega Nord, Msi, La Destra, Fronte Sociale Nazionale, Forza Nuova, Destra
Nazionale.
Insomma è un nazista, un fascista. È però un caso
isolato? In Europa quanti sono che, senza mettersi a mitragliare ragazzini, la
pensano però come lui?
In Norvegia il Partito del progresso, che
rappresenta il populismo di destra e prepara un terreno fertile alle campagne
anti-immigrati e anti-Islam, ha preso il 20% dei voti. Breivik per un certo
periodo di tempo ne avrebbe fatto parte, salvo poi abbandonarlo perché troppo
moderato. Il neonazismo è minoritario dovunque, ma presente in molti paesi
europei, specie al Nord. Non c’è un Grande Vecchio che li coordini. Si
incontrano ai concerti “White Powerr Music”, si tengono in contatto su
internet.
I peggiori?
I tedeschi della Npd. Il movimento è piuttosto
diffuso in Svezia
[Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 25 luglio 2011]
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