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 2011  luglio 25 Lunedì calendario

“Il nuovo Guardasigilli? Uno che non parli con i legali del premier” - Pur di sbarazzarsi del Cavaliere, Fini e Casini sarebbero pronti a sostenere un premier della Lega

“Il nuovo Guardasigilli? Uno che non parli con i legali del premier” - Pur di sbarazzarsi del Cavaliere, Fini e Casini sarebbero pronti a sostenere un premier della Lega. Che effetto le fa, ministro Calderoli? «Vuol dire che sono messi proprio male... Si accorgono che il Terzo Polo non funziona, e ora cercano una strategia per rientrare in pista». Forse provano ad ammaliarvi. «Sì, con il canto delle Sirene... Tempo perso, però. Noi ci leghiamo al palo come fece Ulisse». Senza cera nelle orecchie? «A qualcuno forse bisognerà mettergliela, non certo a me». Insomma, la risposta qual è? «No, grazie. Tra l’altro dicono “Maroni premier”, ma si capisce che il vero candidato sarebbe Monti. E noi non siamo così sciocchi da ingoiare polpette avvelenate». Quindi ci terremo ancora Berlusconi... «Bisogna considerarlo un dato scontato. Questa maggioranza esiste e resiste intorno al nome di Berlusconi. Qualunque altra formula sarebbe un ribaltone. E un ribaltone oggi non è più possibile, posso garantirlo nel modo più assoluto». Che cosa le dà la certezza? «Tutti gli apporti dei vari responsabili, non me ne faccia fare la lista, ruotano attorno al fulcro rappresentato dal presidente del Consiglio. Non esisterebbe niente, in questo momento, senza di lui». Lei sta sostenendo, o sbaglio, che la scissione Fli paradossalmente ha reso il Cavaliere ancora più determinante? «E’ stata una mossa cieca... Questo il risultato». Eppure le tensioni tra voi e Berlusconi sono sotto gli occhi di tutti... «Tensioni inevitabili, specie su certe materie». La giustizia? «Appunto. Non abbiamo la stessa identica visione. La Lega ha votato certe leggi per dovere di coalizione, per spirito di lealtà, non certo perché ne fosse persuasa. E ricordo che su Papa da un mese Bossi diceva di sì all’arresto... Berlusconi conosceva perfettamente le nostre difficoltà in questo campo». Tra non molto il problema si riproporrà per un altro deputato Pdl, cioè Milanese, che di Tremonti è stato collaboratore. Adotterete lo stesso metro? «E’ presto. Non se ne è ancora discusso nemmeno in Commissione. Vedremo, sentiremo anche cosa dice Milanese. Perché bisogna saper distinguere tra le ondate mediatiche e la sostanza». In che senso? «Un mese fa i giornali erano pieni della nuova Calciopoli. Però poi, stringi stringi...». Poca roba. «Esatto. Allo stesso modo bisogna verificare per Milanese come per tutti. Perché è giusto che chi sbaglia paghi, non sarebbe giusto che pagasse solo perché è un politico». Nel frattempo le Procure passano di vittoria in vittoria... «Vincono (e temo che Berlusconi si arrabbi se lo dico, ma è la verità) rispetto a certe scelte sulla giustizia molto poco azzeccate. La politica non può essere affidata a degli avvocati». No? «No. Loro ragionano con il codice in mano. E se fai condurre certe battaglie ai tuoi legali, ne deriva un danno politico anche quando quelle battaglie sarebbero sacrosante. Perché le leggi devono essere fatte avendo come destinatari la generalità dei cittadini». E quindi? «Quindi mi auguro che per il nuovo Guardasigilli la scelta cada su una persona di assoluta onestà intellettuale e di totale libertà di giudizio. La quale si “dimentichi” di parlare con gli avvocati del premier. Altrimenti ne vengono fuori frittate come la leggina sul Lodo Mondadori che io ho subito definito incostituzionale». A proposito di Costituzione. Lei è autore della proposta di riforma varata dal governo. «Una cosa incredibile». Prego? «E’ incredibile che debba essere proprio la Lega a fare proposte per mettere insieme il Nord e il Sud, per costruire un Paese che funziona. Ancora più incredibile è che qualcuno non lo voglia capire». Sta parlando per caso del Pd, di Bersani? «Li vedo condizionati da logiche miopi, pensano al loro orticello, si preoccupano di vincere le prossime elezioni quando nemmeno si sa quando saranno». E’ legittimo, non crede? «Per carità. Ma intanto, dico io, giocate le vostre carte, cerchiamo di costruire un’Italia nuova. Qui si tratta di passare dalla Seconda alla Terza Repubblica. Da un bipolarismo all’italiana, dove chi perde cerca solo di fregare l’avversario, a un bipolarismo maturo, dove chi si oppone porta proposte migliorative e concorrenti. Sarebbe il vero salto di qualità». Un po’ quello che dice tutti i giorni Napolitano. Lo criticano perché interviene troppo... «Ma meno male che c’è lui! Anche e soprattutto quando il Presidente riempie i vuoti lasciati dalla politica».