Giulio Giorello, Corriere della Sera 25/07/2011, 25 luglio 2011
LA MUFFA CHE FLEMING NON BUTTO’ - È
il 1928. Lo scozzese Alexander Fleming è un misto di genialità e sciatteria, come mostra il disordine del suo laboratorio al St Mary’s Hospital di Londra. Immaginiamolo mentre studia la resistenza dell’organismo alle infezioni batteriche, lavorando sugli stafilococchi: le colture vengono sviluppate in una sostanza gelatinosa, l’agar-agar. Quando se ne va non si prende troppa cura nel chiudere tutto. Giorni dopo, trova varie colture abbandonate, alcune non sigillate: andrebbero gettate via! Invece lui le esamina: una coltura è stata contaminata dalla muffa e la porzione di agar-agar risulta ora priva di stafilococchi! Si tratta delle spore di un fungo, il Penicillium notatum, capace di produrre una sostanza che uccide i batteri ma non danneggia le cellule umane. Altri avevano già notato effetti del genere, senza darvi peso. Ma Fleming odiava i «dannati microbi» e cercava qualcosa che li annientasse! È così che intuisce la sua «casuale» scoperta. La penicillina sarà prodotta solo nel 1944 su scala industriale, inaugurando l’era degli antibiotici.
Giulio Giorello