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 2011  luglio 25 Lunedì calendario

«Io con Boldi? Si può fare ma non a Natale» - Piccolo festival, grande prestigio. La settima edizione di Cinenostrum nell’area archeologica di Aci Catena (Catania)èdedicataaChristianDeSi­ca

«Io con Boldi? Si può fare ma non a Natale» - Piccolo festival, grande prestigio. La settima edizione di Cinenostrum nell’area archeologica di Aci Catena (Catania)èdedicataaChristianDeSi­ca. Gli anni scorsi i protagonisti so­no stati Tornatore, Morricone, Cerami, tutti Oscar. «Per fortuna anche mio cognato Carlo Verdone che non è un Oscar, ma un comicarolo come me. Sennò mi sarebbero tremate le gambe». Sette film per celebrare ses­sant’anni e 40 di cinema: non sa­rà stato facile sceglierli. «È il cinema che ti sceglie. Quando haisuccessoconuncertogenereèdif­ficile cambiare personaggio. Ci è riu­scito Pupi Avati con Il figlio più picco­lo , facendomivincereunsaccodipre­mi come non ne avevo vinti in tanti anni con i film di Natale. Ma ho fatto anche teatro, televisione, fiction». E campagne pubblicitarie... «Per sette anni sono stato testimo­nial della Tim. I miei amici mi voleva­no dissuadere. Invece quegli spot mi hanno portato tanta simpatia dal pubblico e alcuni registi mi hanno chiamato dopo avermi visto lì». Su sette film uno solo è un cine­panettone, «Merry Christmas» di Neri Parenti. «Èunodeimenovistiedèilpreferi­to di Parenti, il quale ha scritto cose così commoventi nel catalogo che l’ho voluto omaggiare». Vuolmostrarediavereunacine­matografia più varia? «I cinepanettoni sono molto visti. Per far conoscere il mio cinema me­­glio proporre un fritto misto ». Nel 2010 il cinepanettone non è stato il film più visto dell’anno. Finisce una moda, un costume, che cosa? «Tra pochi giorni a Sorrento ritire­rò il ventinovesimo biglietto d’oro per l’incasso di Natale in Sudafrica .È vero che Benvenuti al Sud , i film di Checco Zalone e di Aldo Giovanni & Giacomo hanno incassato di più. Ma da qui a parlare di morte dei cinepa­nettoni ne passa. Natale in Sudafrica ha raccolto quanto Natale a New York , con meno giorni festivi. Un film che da trent’anni ha gli stessi attori e la stessa trama può perdere qualche colpo. Ma non capisco la ragione di tanto accanimento. Anzi, la capi­sco ». E sarebbe? «In Italia non ti perdonano il suc­cesso. Quando sali sul piedistallo una certa stampa prende la mira. Ac­cade con il calcio, il cinema, la politi­ca. Ci sta pure che qualcuno si sia stancato, prima o poi cambieremo qualcosa. Il prequel di Amici miei non è andato bene: ok. Anch’io ero contrario a un film che scomodava Monicelli. Poi mi hanno convinto e il film non era male... Ma il funerale al cinepanettone è troppo». In «Simpatici e antipatici» di cui è anche regi­sta il suo perso­naggio, nausea­to dalla borghe­sia romana, si ri­f­à una vita in Po­linesia. Una ten­tazione che può sorgere anche oggi? «Altroché. Quello era un film ben riuscito, ma sfortunato perché disse­rocheilpov­eroFunaricongliocchia­li da sole somigliava a Previti. La Me­dusanonlospinse. Invecemieroispi­r­atoaunpalazzinarochevivevaalcir­colo, forse un microcosmo poco co­nosciuto fuori Roma ». Anche l’imprenditore senza scrupoli de «Il figlio più picco­lo » di Avati è attualissimo. «Ammappete. Però c’è anche la speranza, che è proprio in quel figlio. Pupi dice che nel candore c’è la spe­ranza del futuro. Quel mascalzone è così in buonafede nella sua malafede che, quandoraccontailsuopercorso da figlio di portiere a tycoon della fi­nanza, si commuove». Un regista con il quale le spiace non aver lavorato? «Con mio padre ho fatto solo una piccola parte in Una breve vacanza . Ero agli esordi, mio padre morì due anni dopo. Perderlo così presto fu una grossa fregatura. Ora spero di es­sere diretto da mio figlio, così non di­ranno più che sono il figlio di De Sica, ma il padre di Brando». Un personaggio che le piacereb­be interpretare? «Un uomo per bene. Ho reso sim­patiche le carogne, i parolacciari. Un personaggio positivo sarebbe una bella prova». Cosa manca al cinema italiano di oggi? «L’ottimismo.IlPaesehapersofre­schezza e voglia di vivere. C’è un’aria lugubre.InunfilmdeldopoguerraAl­do Fabrizi entrava in scena dicendo “Oggi è domenica, c’è il pollo”. Ci manca quella leggerezza, quella for­za, sebbene non abbiamo appena perso la guerra». Forse manca un po’ di fiducia nei nostri talenti? «No,quella c’è.Ci sono tanti attori e autori: Muccino Martone, Garro­ne, Sorrentino, Ozpetek... Ecco, un sognosarebbeinterpretareunacom­media sofisticata con Ozpetek o con Virzì. Spesso ho dovuto rinunciare a proposte stimolanti perché impe­gnato in altri progetti ». Boldi l’altro giorno ha detto che sarebbe felice di tornare a lavo­rare con lei. «Anch’io con lui.Boldi lo dice,ma ha firmato un’esclusiva per sei anni conunaltroproduttorementreioso­no rimasto con Filmauro ». Sembrate due fidanzati che si so­no­lasciati e si dibattono tra rim­pianti e avances. «Fa tutto lui: se ne va, ci ripensa. Io comunque ho un bellissimo ricordo di Massimo. Da parte mia non man­ca la volontà.C’è un’impossibilità di tipo contrattuale». Però, mai dire mai? «A parole sì, ma lui sta con Letta io conDeLaurentiis.Comesifa? Iopos­sogirareperMedusaeluiperFilmau­ro, certo. Ma non potrà essere un film di Natale».