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 2011  luglio 25 Lunedì calendario

KAFKA, ORWELL, JAMES: LE CITAZIONI (ABUSIVE) DELL’ASSASSINO

Tra le definizioni che Anders Breivik si è dato c’è quella di «cristiano culturale» . Non è facile decifrare la locuzione, ma se si mettono a confronto film, letture e autori graditi, da lui rivelati su Facebook, ci si accorge che egli ha esasperato sino all’assurdo una tendenza, unendo situazioni distanti e chiamando a testimoniare figure opposte. Così come in Quentin Tarantino si assiste a una scena in cui si cita il profeta Ezechiele prima di uccidere, allo stesso modo si potrebbe considerare la violenza scatenata nel film Il gladiatore una apologia della guerra, anziché la disperata difesa dei confini dell’impero al tempo di Marco Aurelio. Non è corretto attribuire al mondo dei Social Network delle colpe specifiche, ma non va dimenticato che grazie ad essi la comunicazione umana osserva regole diverse da quelle a cui l’aveva abituata la tradizione. Breivik più che riferirsi a Kafka o Orwell, a Machiavelli o William James, li amalgama utilizzando i loro nomi per avallare idee nate altrove. D’altra parte, se si leggono i giudizi su Facebook dedicati a una domanda come «Riconosciamo la violenza?» , ci si rende conto che lo scambio di opinioni, pur condannandola, ne liberalizza le interpretazioni. Una considerazione che riportiamo: «La violenza della violenza è sempre violenza» . Non fa dunque meraviglia che Breivik mescoli i Templari con Churchill, la massoneria all’odio per l’Islam, giacché le sue scelte di violenza sono pre-logiche e non frutto di studi. Per esempio, su Machiavelli— c’è una pagina sociale sul segretario fiorentino in Facebook — si registrano emozioni oltre che giudizi, confidenze più che analisi: egli diventa uno strumento per comunicare, non l’oggetto della comunicazione. E così va detto di Nietzsche e di quella sua frase, tolta da L’anticristo: «I deboli e i malriusciti devono perire: questo è il principio del nostro amore per gli uomini» . Non l’ha scritta per siti deliranti ma per contrastare la morale cristiana e San Paolo in particolare. Certo, è inaccettabile, pur con tutte le chiose. Per fortuna Breivik non la conosceva.
Armando Torno