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 2010  maggio 31 Lunedì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano
Il Presidente del Senato è Renato Schifani
Il Presidente della Camera è Gianfranco Fini
Il Presidente del Consiglio è Silvio Berlusconi
Il Ministro degli Interni è Roberto Maroni
Il Ministro degli Esteri è Franco Frattini
Il Ministro della Giustizia è Angelino Alfano
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Mariastella Gelmini
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Maurizio Sacconi
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Giulio Tremonti
Il Ministro della Difesa è Ignazio La Russa
Il Ministro dello Sviluppo economico è Silvio Berlusconi
Il Ministro delle Politiche agricole è Giancarlo Galan
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Altero Matteoli
Il Ministro della Salute è Ferruccio Fazio
Il Ministro di Beni e Attività culturali è Giancarlo Galan
Il Ministro dell’ Ambiente è Stefania Prestigiacomo
Il Ministro dell’ Attuazione programma di governo è Gianfranco Rotondi (senza portafoglio)
Il Ministro della Gioventù è Giorgia Meloni (senza portafoglio)
Il Ministro delle Pari opportunità è Mara Carfagna (senza portafoglio)
Il Ministro delle Politiche europee è Andrea Ronchi (senza portafoglio)
Il Ministro di Pubblica amministrazione e Innovazione è Renato Brunetta (senza portafoglio)
Il Ministro dei Rapporti con il Parlamento è Elio Vito (senza portafoglio)
Il Ministro di Rapporti con le Regioni e Coesione territoriale è Raffaele Fitto (senza portafoglio)
Il Ministro delle Riforme per il federalismo è Umberto Bossi (senza portafoglio)
Il Ministro della Semplificazione normativa è Roberto Calderoli (senza portafoglio)
Il Ministro di Sussidiarietà e decentramento è Aldo Brancher (senza portafoglio)
Il Ministro del Turismo è Michela Vittoria Brambilla (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Mario Draghi
Il Presidente della Fiat è John Elkann
L’ Amministratore delegato della Fiat è Sergio Marchionne
Il Segretario Nazionale dei Popolari-UDEUR è Clemente Mastella
Il Coordinatore Nazionale di Sinistra Democratica è Claudio Fava
Il Presidente della Rosa per l’Italia è Savino Pezzotta

Nel mondo

Il Papa è Benedetto XVI
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Ben Bernanke
Il Presidente della BCE è Jean-Claude Trichet
Il Presidente della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Hu Jintao
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è David Cameron
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è Nicolas Sarkozy
Il Primo Ministro della Repubblica francese è François Fillon
Il Re di Spagna è Juan Carlos I
Il Presidente del Governo di Spagna è José Luis Rodríguez Zapatero
Il Presidente dell’ Egitto è Hosni Mubarak
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Abdullah Gül
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pratibha Patil
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Manmohan Singh
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Mahmud Ahmadinejad

Sulla manovra con cui il governo vuole toglier di mezzo 24,9 miliardi di euro – la cosiddetta finanziaria – regna una certa confusione. Benché il consiglio dei ministri abbia varato un testo martedì scorso, la settimana è trascorsa tra limature e controlimature e a ieri sera non era ancora pronta una versione definitiva da pubblicare sulla Gazzetta Ufficiale. Pubblicare sulla Gazzetta Ufficiale prima dell’apertura dei mercati (stamattina) era uno degli obiettivi: quello che proprio non ci vorrebbe sarebbe un attacco in massa ai titoli di stato italiani, un attacco capace di deprezzarli e di rendere magari dubbie le prossime vendite di Bot e Btp. L’Italia ha bisogno di tirar su dal mercato, ogni giorno, un miliardo di euro.

Dove sta il punto? Perché il decreto non è pronto?
I punti sono parecchi. Intanto la manovra non piace a Berlusconi che vorrebbe non averne la paternità o almeno desidererebbe condividerla con qualcuno da accusare, eventualmente, in seguito. L’altra sera il presidente del Consiglio è arrivato a dire di non aver ancora fimato il decreto e di essere in attesa delle valutazioni del Quirinale. Un’assurdità: i decreti legge ricadono sotto la responsabilità esclusiva del governo e in nessun modo il Capo dello Stato può condividerne la natura. Per la Costituzione, il Presidente della Repubblica è, politicamente parlando, ”irresponsabile”. Il messaggio che arriva da Palazzo Chigi è il seguente: queste nuove regole, questi tagli sono stati voluti dall’Europa e da Tremonti. Se si fosse potuto fare a modo mio… All’irritazione del Cavaliere ha dato voce il fedelissimo Bondi, che ha criticato duramente gli interventi programmati sul settore culturale, cioè la decisione di accorpare o sopprimere certi istituti che, a parere di Tremonti, non valgono evidentemente la spesa. In ogni caso, il decreto, regolarmente firmato da Berlusconi, è adesso fermo al Quirinale che ha chiesto «chiarimenti» sulla «sostenibilità giuridica ed istituzionale». Il governo ha risposto che darà questi chiarimenti entro oggi, probabilmente entro stamattina.

Di che chiarimenti si tratta?
Il punto fondamentale riguarda l’urgenza. C’è davvero l’urgenza? Perché la Costituzione permette di ricorrere al decreto, invece che al disegno di legge, solo se c’è un’urgenza evidente. Il decreto ha infatti immediato valore di legge, cioè è efficace nell’istante stesso in cui viene pubblicato dalla Gazzetta ufficiale, salvo la conversione da parte delle Camere entro 60 giorni. Intendiamoci: l’urgenza è stata ignorata una quantità di volte, e tuttavia… Ieri Scalfari, un odiatore del governo e di Tremonti, ha sostenuto che tutta questa urgenza non c’era, i 25 miliardi si potevano togliere di mezzo anche a settembre… In ogni caso, i giuristi di Napolitano stanno lavorando con quelli di Palazzo Chigi da venerdì. L’obiettivo è quello di togliere dal decreto legge tutte quelle norme che non hanno immediate conseguenze di cassa. La forma-decreto, cioè l’urgenza, si giustifica soltanto con l’obiettivo di bloccare per tempo la speculazione, mostrando che l’Italia è capace di rientrare dal deficit entro il 2012. quindi urgente tutto ciò che permette incassi immediati. Non è urgente il resto. Per il quale – ed è una decisione già presa – si procederà con dei disegni di legge e un normale iter parlamentare. In ogni caso,

Per esempio?
Ma per esempio è uscito di scena il taglio delle piccole province, che produrrebbe certamente dei risparmi, però solo tra qualche anno. Questa riforma dovrebbe finire nel disegno di legge sulle autonomie locali, in questo momento in discussione alla Camera. Altri provvedimenti stralciabili: l’accorpamento degli enti previdenziali, l’abolizione di una ventina di enti pubblici, la fiscalità di vantaggio e le zone a burocrazia zero per il Sud, lo spostamento dal ministero delle Attività produttive alla Presidenza del Consiglio dei Fondi per la aree sottosviluppate (Fas), eccetera.

Tasse?
Cioè il redditometro e la tracciabilità dei pagamenti. Dovrebbero restare nel decreto. Tremonti sta profondamente cambiando il vecchio sistema del redditometro, rendendolo diverso da zona a zona. E ha reintrodotto la tracciabilità dei pagamenti: quando spenderemo più di cinquemila euro (per ora il tetto è questo) il fisco lo saprà e potrà farci i conti in tasca. E le aziende dovranno mandare in copia all’Agenzia delle entrate, in forma elettronica, tutte le fatture superiori ai tremila euro. Ma di questo avremo modo di parlare quando avremo il decreto in mano.

Conseguenze sulla nostra economia?
Prometeia ha calcolato che la dieta di 25 miliardi sarà sopportabile e quasi senza conseguenze. L’euro debole aiuterà talmente le esportazioni da farci passare indenni anche questa. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 31/5/2010]
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