Barbara Benedettelli, Il Giornale 31/05/2010, 31 maggio 2010
Come Bud Spencer spiega il successo dei sui film: «Chi di noi non ha uno, sul lavoro o nella vita, a cui vorrebbe menare? Tutti
Come Bud Spencer spiega il successo dei sui film: «Chi di noi non ha uno, sul lavoro o nella vita, a cui vorrebbe menare? Tutti. Io in quei film lo faccio e la gente si immedesima». Dice che Terence Hill va spesso a cena a casa sua: «Viene a mangiare gli spaghetti. Sa, la moglie lo tiene a dieta e lui da me si sfoga». «Nella vita lo stesso uomo, in fasi diverse, può essere intelligente, cretino, furbo o imbecille, finchè non si guarda allo specchio e si chiede chi è. Io l’ho fatto a 28 anni perché ero un trittongo. Ho deciso di lasciare tutto quello che avevo, i Parioli, le fidanzate, gli amici, le feste, la biancheria pulita, e di andare in Amazzonia a lavorare per una società che faceva strade. Devo dire che i primi mesi piangevo spesso. Mi mancava la bella vita. Poi però nel bene e nel male ho capito chi ero e quali erano i miei valori fondamentali». Sul set ha imparato ad andare a cavallo: «Se non sei capace i cavalli lo sentono e cercano di farti cadere, il mio voleva buttarmi giù perchè pesavo 150 Kg. Non ci riusciva, così un giorno vedendomi arrivare si è buttato a terra lui!». «Pensi che ho fatto tre corsi universitari e non ne ho finito uno. Chimica, giurisprudenza e sociologia. Parlo cinque lingue di cui tre le penso. Ma non sono laureato».