GIAMPAOLO VISETTI, la Repubblica 31/5/2010, 31 maggio 2010
LE MOSSE VINCENTI DI PECHINO
La Cina non è più quella di sessant´anni fa e il suo potere marittimo lo conferma. Il fronte, per Pechino, si è spostato dal Nord siberiano al Sud del Pacifico, dalla terra alle acque, dalla difesa regionale dall´Urss al confronto globale con gli Usa. Nata per difendere le coste, la marina militare cinese sta completando il passaggio a superpotenza navale per acque profonde, proiettata per la prima volta nel controllo oceanico totale. Fino a dieci anni fa la flotta della Cina era un residuato tecnologico di Mosca. Il cambio di dimensione economica, con l´ascesa alla guida del pianeta, ha sconvolto i vecchi equilibri. Pechino si è dotata di un´industria bellica avanzata e dispone oggi della terza marina militare più potente al mondo, cui riserva 78 miliardi di dollari all´anno (il doppio secondo il Pentagono): 270 mila uomini, 260 unità navali, 63 sommergibili, una nuova portaerei pronta a essere varata. Tre gli obiettivi strategici: escludere gli Usa dall´area di massima espansione del secolo, ridimensionare l´influenza regionale del Giappone, proteggere le vie marine lungo le quali esporta merci e importa energia. Per Pechino il mare aperto è il nuovo «spazio vitale». Lo dimostrano Taiwan, la penisola coreana, le 24 dispute marittime nel Sudest asiatico, la missione in Somalia e il contrasto sistematico dell´egemonia americana. In luglio, per la prima volta, navi militari cinesi solcheranno il Mediterraneo e attraccheranno anche in Italia. è il ritorno della Cina all´antica grandezza planetaria. Con un aggiornamento: le navi non serviranno per conquistare territori, ma per garantire la prossima leadership di Pechino nei mercati finanziari.