Francesco Piccolo, lཿUnità 31/05/2010, 31 maggio 2010
CORSIVI
L’errore inaccettabile nel ddl-intercettazioni, riguardo la libertà di stampa, è imporre una regola restrittiva per gestire un’autoregolamentazione etica. Chi impone per legge ciò che dovrebbe riguardare la responsabilità personale, lede principi costituzionali. Fin qui siamo tutti d’accordo. I giornali hanno lanciato campagne, i direttori si sono alleati per contrapporre un’unica forza. I cittadini avveduti firmano appelli e sono pronti alla
disobbedienza civile (anch’io, senza alcun dubbio). E del resto, chi vuole imporre la legge lo
fa per motivi di tornaconto personale e non certo per amore della misura. Però a me l’idea che da questa parte siamo tutte anime belle non convince. Si ha l’impressione, in questi giorni, che nessuno abbia mai pubblicato intercettazioni lesive della vita privata di persone che non c’entravano con i fatti. Adesso sembra che noi cittadini combattivi e difensori strenui della libertà, non abbiamo mai letto con morbosità quelle trascrizioni intime che ci incuriosivano in quanto tali (io l’ho fatto). Queste erano accanto ad altre che riguarda-
vano la vita pubblica; ma non c’è stata distinzione. Vorrei vivere in un paese in cui le restrizioni sulla libertà di stampa scomparissero dal decreto; e in seguito, alcuni direttori di giornali mettessero in atto per davvero l’autoregolamentazione virtuosa che adesso invocano, dopo averla spesso calpestata con disinvoltura; e i cittadini (come me) non avessero alcuna voglia di leggere fatti privati di nessun interesse pubblico.