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 2010  maggio 31 Lunedì calendario

Scontri su una nave turca

• Sei navi che si dirigono verso la striscia di Gaza e hanno a bordo 10 mila tonnellate di aiuti umanitari, tra cui cemento, medicine, generi alimentari, case prefabbricate, 500 sedie a rotelle a batteria, eccetera. È l’alba di lunedì 31 maggio e la piccola flotta, con 700 passeggeri di 40 nazionalità diverse, si trova ancora in acque internazionali. La Striscia di Gaza è bloccata da quattro anni, le autorità israeliane negano che esista, relativamente a quel territorio, una questione umanitaria, in passato altre spedizioni cariche di viveri sono state bloccate prima che le imbarcazioni potessero raggiungere le acque israeliane. La marina di Tel Aviv arriva anche stavolta e ferma i pacifisti (adoperiamo questa parola, ma non siamo affatto sicuri che la flotta, ad onta delle sue bandiere ideali, portasse la pace). Su una delle sei navi, però, la turca Mavi Marmara, accade qualcosa di gravissimo: i comunicati stampa israeliani dicono che i passeggeri avrebbero assalito i soldati di Tel Aviv con coltelli, sbarre di ferro e sparando colpi d’arma da fuoco. I pacifisti replicano che quello di Tsahal – si chiama così la milizia d’Israele – è stato un arrembaggio. I video trasmessi non chiariscono niente, e del resto per molte ore sono caduti i collegamenti con i telefonini che si trovavano in quell’area, compresi quelli satellitari. Il bilancio dello scontro è, al momento in cui scriviamo, di 19 morti (fonte Al Jazeera) e qualche decina di feriti. La tensione internazionale è a mille. In Turchia si parla di qualcosa di “irreparabile”, i palestinesi hanno chiesto la convocazione del Consiglio di sicurezza, Ahmadinejad tuona contro il regime fantoccio di Tel Aviv, in quasi tutte le capitali l’ambasciatore israeliano è stato convocato e ha dovuto dare spiegazioni. Mentre scriviamo manca ancora una presa di posizione americana e non c’è neanche un punto di vista russo. Il ministro degli Esteri tedesco, Westerwelle, si è detto molto preoccupato. La Farnesina ha fatto sapere che non ci sono italiani feriti o uccisi: sulla Freedom Flottilla se ne erano imbarcati cinque. La cosa è in corso mentre scriviamo. A qualcuno è già venuto in mente che una guerra, magari locale ma tuttavia di una certa ampiezza, sarebbe forse utile per uscire dalla crisi economica. Dal disastro del ’29 si venne fuori davvero solo con lo scoppio della II Guerra mondiale. [Giorgio Dell’Arti]