VARIE, 31 maggio 2010
LA MANOVRA PER STYLE.IT
(prima versione, testo aggiornato nel frammento 211989)
La manovra correttiva adesso è pronta davvero. Oggi, salvo clamorose sorprese, il testo del decreto legge che il consiglio dei ministri ha approvato martedì sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Da quel momento la legge entrerà in vigore.
Le ultime correzioni. Rispetto al testo circolato nei giorni scorsi ci sarà qualche novità. Correzioni decise tra sabato e domenica nella trattativa tra il governo e Giorgio Napolitano. Il presidente della Repubblica domenica ha fatto al governo delle «osservazioni sulla sostenibilità giuridica e istituzionale del provvedimento». Sembra che il Quirinale abbia proposto all’esecutivo uno sdoppiamento delle norme: nel decreto di oggi dovrebbero essere contenute solo le misure finanziarie, mentre i tagli agli enti culturali e un eventuale intervento sulle Province finirebbero in un disegno di legge separato.
I tre istituti del presidente. Napolitano avrebbe anche chiesto di risparmiare dai tagli dei finanziamenti pubblici tre istituti culturali (sui 232 previsti dalla manovra): la Stazione zoologica Dohrn di Napoli, la Scuola archeologica italiana di Atene, la Domus Galileiana di Pisa. Per il presidente, che in generale non avrebbe apprezzato molto la lista di finanziamenti da eliminare, questi tre centri di studio sono un orgoglio per il nostro Paese.
I Tfr. L’esecutivo avrebbe poi modificato all’ultimo momento anche il meccanismo della rateizzazione del Tfr degli statali: si prevede un pagamento in tre rate, invece che in una soluzione unica, della liquidazione, ma solo per gli statali che hanno gli stipendi più alti (anche se la soglia di ”stipendio alto” non è ancora stata chiarita).
Quello che resta. Il valore complessivo della manovra resta però più o meno lo stesso: 24,9 miliardi di euro di risparmi, 12,45 per il 2010 e altri 12,45 per il 2011. L’obiettivo del provvedimento è riportare il deficit dall’attuale 5% al 2,7% del Pil nel 2012. Il grosso dei sacrifici viene chiesto agli enti locali: i trasferimenti verso le regioni saranno tagliati di 10 miliardi in due anni, quelli verso le province di 800 milioni, quelli verso i comuni di 4 miliardi. Altri 5,3 miliardi dovrebbero arrivare dai risparmi sul pubblico impiego, 1 miliardo dalla sanatoria sugli immobili fantasma e il resto da tagli e risparmi vari.
Le province cancellate. Quella sulle Province è stata la mossa a sorpresa del governo, annunciata il 26 maggio. dagli anni Settanta che si parla delle Province come di istituzioni inutili, e l’esecutivo ha annunciato che avrebbe abolito quelle con meno di 220mila abitanti. Con due limiti, però: si salvano quelle nelle regioni a statuto speciale e quelle che confinano con altre nazioni (su questo secondo punto avrebbe insistito molto la Lega). Il risultato sono 11 province che, fra quattro mesi, in teoria dovrebbero essere chiuse e passare sotto l’amministrazione di una provincia confinante a scelta. Di queste, nove sono al Sud.
I tagli agli statali. I dipendenti pubblici sono i lavoratori più colpiti dalla manovra. ”Paga solo il nostro elettorato” ha commentato la Bindi dal Pd. I contratti del pubblico impiego non saranno rinnovati fino al 2013, il turn over sarà limitato: un assunto ogni 5 pensionati come regola generale, un assunto ogni due pensionati nelle università. Nell’esercito e nelle forze di sicurezza il ricambio non sarà modificato. Gli aumenti del salario fissati dai contratti firmati tra il 2008 e il 2009 saranno annullati nella parte che supera una crescita del 3,2%. Alla fine di questo piano i dipendenti pubblici in Italia scenderanno dagli attuali 3,3 milioni a 2,9 milioni. Tra i medici in molti, secondo le stime, perderanno anche 5mila euro lordi all’anno.
Quelli alla politica. Gli stipendi dei dirigenti pubblici, dei parlamentari, dei ministri e dei magistrati saranno tagliati. Per i membri del governo la riduzione è fissata nel 10% del compenso per la parte che supera gli 80mila euro lordi, per i dirigenti pubblici il taglio è del 5% per la parte che eccede i 90mila euro lordi annui e del 10% per quella che supera i 130mila annui. Camera, Senato e Quirinale decideranno autonomamente come risparmiare. In più i gettoni di presenza per gli incarichi in organi di società e enti pubblici non potranno superare i 30 euro e sono dimezzati i contributi ai partiti, da un euro a 50 centesimi all’anno per voto preso (ma è possibile che il taglio sia ridotto a 20 centesimi).
Da oggi in pensione più tardi. Le finestre di uscita dal lavoro vengono ridotte da tre a una sola: il risultato è che molti lavoratori pronti alla pensione dovranno lavorare tre mesi in più. Tra gli statali, l’innalzamento a 65 anni dell’età per la pensione delle donne viene anticipato dal 2018 al 2016, mentre il tasso di invalidità minima per avere diritto alla pensione di invalidità sale dal 74 all’85%. Su questo punto il governo prevede una stretta nei controlli.
Enti pubblici che chiudono, istituti culturali senza più soldi. Napolitano ha ”salvato” tre istituti culturali, ma ce ne sono altri 229, elencati nell’allegato 3 della manovra, che da oggi smetteranno di ricevere fondi pubblici, garantendo allo Stato risparmi per 300 milioni di euro. Nell’allegato 1, invece, sono elencati gli enti pubblici da sopprimere. Sono circa 25, tra cui i più noti Isae (che si occupa di ricerca economica) e Isfol (ricerche sul lavoro). Sembrava che dovesse sparire anche l’Istituto per il commercio estero, che invece si è salvato. Colpo di scure sugli istituti previdenziali Ipsema (Istituto di previdenza per il settore marittimo), Ispesl (Istituto superiore prevenzione e sicurezza sul lavoro) e Ipost (Istituto postelegrafonici) che con effetto immediato vengono assorbiti dall’Inail e dall’Inps.
La lotta agli evasori. Oltre ai risparmi sulla spesa pubblica, il governo punta a fare salire le entrate attraverso un miglioramento della lotta all’evasione. La strategia si basa su un redditometro rinnovato, per dare la caccia agli evasori: per valutare il reale reddito del contribuente si terrà conto, tra l’altro, del possesso di mini-car, dell’iscrizione in circoli esclusivi, dei viaggi. L’accertamento scatterà con uno scostamento del reddito dichiarato da quello presunto che superi il 20%. Per controllare meglio le entrate di autonomi e professionisti, la manovra impone una fattura elettronica per i pagamenti sopra i 3mila euro e vieta i pagamenti in contante sopra i 5mila euro
Gli immobili fantasma. L’Agenzia del territorio ha fotografato le città italiane dal cielo e ha individuato 2 milioni di case mai dichiarate al catasto. Ad Avellino il record negativo: 112 irregolarità su mille abitanti. L’elenco di queste case ”fantasma” è già stato pubblicato dal’Agenzia delle entrate, ai proprietari è stata data la possibilità di mettersi in regola entro sette mesi. La manovra dà tempo entro il 31 dicembre 2010 per farlo e sarebbe previsto anche uno sconto fiscale. In questo modo l’erario conta di incassare 1 miliardo di euro.
Tra le altre cose. Sale dal 12,5% al 22% la tassazione sulle stock option date ai manager come parte del loro compenso e anche sui bonus che incassano nel caso eccedano il triplo della parte fissa della retribuzione. Dovrebbero diventare a pagamento tratti autostradali come la Salerno-Reggio Calabria, il Gra di Roma. E a Roma, per ripianare il buco sulla sanità del Lazio, dovrebbe essere imposta una nuova tassa sui turisti che dormono negli alberghi. Dovrebbe essere compresa entro i 10 euro.
Un pensierino alla crescita…Nella manovra correttiva ci sono anche misure pensate per stimolare la crescita. Si dà alle Regioni del Sud la possibilità di non fare pagare l’Irap alle nuove imprese, si prevedono agevolazioni fiscali per i ricercatori che tornano in Italia, contratti ”alla tedesca” per favorire la produttività e zone a ”burocrazia zero” nel Sud.
All’estero la manovra è piaciuta. La Commissione Ue ha detto che il piano va ”nella giusta direzione”, l’Ocse ha applaudito Tremonti ”per il coraggio che ha avuto con le misure emanate per la riduzione del debito e del deficit”. Tra le agenzie di rating si sono complimentate Standard&Poor’s e Fitch. E per il Fondo monetario internazionale la manovra è ”molto positiva”. Il Financial Times è stato più critico.
In Italia abbastanza. Il governo può contare sul sostanziale via libera di Cisl e Uil, mentre la Cgil si prepara a dare battaglia, con lo sciopero generale che sta organizzando per il 25 giugno. La Confindustria ha apprezzato, ma si è lamentata della povertà delle misure per la crescita. Berlusconi ha risposto, polemicamente, che ”non hanno letto la manovra”. Anche le altre associazioni degli imprenditori, da Confesercenti a Confartigianato, hanno accettato le novità.
Dal governo. Tremonti è il vero artefice di una manovra che ha sostanzialmente imposto a Berlusconi. Il ministro del Tesoro ha detto che questa è la risposta a una situazione decisiva: ”Siamo a un tornante della storia”. Il premier invece prima ha detto ”non era la manovra che avrei voluto”, poi ha ammesso che ”era necessaria”, ma ha pure citato Mussolini dicendo che il vero potere ”ce l’hanno i gerarchi” e anche il fatto che abbia fatto presentare la manovra, la prima volta, a Gianni Letta, dimostra quanto la senta estranea. Per i tagli alla cultura è molto arrabbiato Sandro Bondi (ministro dei Beni culturali), per quelli agli enti locali è irritato il ministro per la Semplificazione, Roberto Calderoli.
Dall’opposizione. Il Pd dice che con questa manovra il governo dimostra di avere mentito sulla realtà della crisi per tutti gli ultimi due anni. Il segretario Pierluigi Bersani ha parlato di una situazione ”ai limiti estremi del quadro costituzionale” e ha aggiunto che ”sono capaci anche i bambini di tagliare così”. L’Italia dei valori andrà in piazza con la Cgil, l’Udc è critico, ma ancora scettico sul da farsi. Casini ha chiesto più misure di stimolo alla crescita.
I piani degli altri. Se il piano di tagli italiano vale 12,5 miliardi di euro all’anno per due anni, la Germania ne ha presentato uno da 10 miliardi all’anno per cinque anni, il Regno Unito uno da 7 miliardi immediati e altri 15 in due anni. La Francia ha un programma di risparmi che arriva addirittura a 100 miliardi in tre anni, mentre la Spagna ha già approvato risparmi per 50 miliardi a febbraio e un altro piano da 15 miliardi il mese scorso.