
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
I morti di Haiti potrebbero essere centomila, secondo la stima del primo ministro di quel paese, Jean-Max Bellerive. Ma potrebbero anche essere cinquecentomila, secondo i calcoli del senatore Youri Latortue. Le persone colpite in qualche modo sono più di tre milioni. una tragedia immane. Sono stati distrutti il parlamento, il palazzo presidenziale, il quartier generale dell’Onu, l’ambasciata di Francia, i ministeri degli Interni e della Sanità, l’ufficio imposte, la cattedrale, l’arcivescovado, sotto le cui macerie è stato trovato il corpo di monsignor Serge Miot, arcivescovo della capitale Port-au-Prince. Non esistono più gli hotel Montana, Christopher e Karibe, il Carribean market, il Mediacom. Sono andati in briciole tre ospedali su quattro e quello ancora in piedi respinge ormai i feriti perché è pieno. Fra i tre ospedali polverizzati c’è quello della Trinitè. Distrutto anche il commissariato Delmas 33 e l’annessa prigione. I detenuti rimasti vivi sono fuggiti. L’antropologo Omar Thomaz, che sta sul posto, ha fatto sapere questo: «Per le strade della città corrono persone bruciate, seminude. Alcuni cantano. Sentiamo canti religiosi». Michael Bazile: «Ho visto molte persone in ginocchio pregare per le vittime». Si sentono le grida della gente intrappolata sotto le macerie. Mimmo Porpiglia, console onorario ad Haiti: «C’è ancora una cappa bianca per le strade, polvere, detriti dappertutto. Mancano l’acqua e la luce, la gente vaga impazzita per le strade. Le autorità non esistono, la polizia non si vede, possono ammazzarti anche per una banana». L’assalto degli sciacalli è cominciato quasi subito. René Preval, presidente di Haiti: «Alcune scuole sono piene di cadaveri».
• Gli aiuti?
L’aeroporto funziona di nuovo, perciò una missione Ue è potuta andare laggiù a fare una valutazione esatta di quello che serve. Sta facendo la stessa cosa l’Usaid, americana, che ha spedito sull’isola 72 esperti e sei cani addestrati. Il Pentagono ha mandato in ricognizione un aereo P3 e sta preparando navi, aerei e squadre di pronto intervento. Obama ha promesso che uomini e mezzi partiranno subito da Florida, California e Virginia. Gli Stati Uniti sono a due ore di distanza. Dall’Italia arriverà un C130 della 46° aerobrigata con un ospedale da campo, un team sanitario specializzato in medicina d’emergenza e una squadra della Protezione civile. Sono anche partiti venti volontari del Gruppo chirurgia d’urgenza di Pisa, e una raccolta di fondi è stata organizzata all’Aquila. La Spagna manderà 150 tonnellate di materiale d’emergenza, cioè macchine per rendere potabile l’acqua, materiale per la costruzione di tende e rifugi, cucine da campo, impianti sanitari d’urgenza, tutto per un valore di 6 milioni di euro. Il Papa ha lanciato un appello e la presidenza della Cei ha stanziato due milioni di euro.
• Gli italiani?
Forse c’è un italiano sotto le macerie. Non si hanno notizie di due suore friulane, Anna D’Angela, originaria di Varma (Udine) e Olivia Pia Colussi di Casarsa (Pordenone). I 12 della ditta Ghella che si trovano in un cantiere a una cinquantina di chilometri da Port-au-Prince stanno bene. Gli italiani che risiedono laggiù sono in tutto 190.
• Haiti che paese è?
Il più povero del continente americano, tra i più poveri del mondo. Un’isola disgraziata, colpita sempre dagli uragani americani. L’hanno scorso ne hanno subiti quattro e credevano di aver vissuto l’anno più infelice della loro storia. Il reddito pro capite è di 1300 dollari l’anno, metà isola è analfabeta, a 64 anni arriva solo il 3% della popolazione.
• Caratteristiche del terremoto?
Una magnitudo superiore ai 7 gradi. Il primo sisma è stato seguito da 31 scosse di minor forza. Altre scosse vi saranno nei prossimi giorni e potrebbe essercene anche una di magnitudo 7. Epicentro a una quindicina di chilometri dalla capitale, profondità di appena dieci chilometri. Dopo la il sisma, onde molto alte hanno allagato le strade trascinando in mare i cadaveri.
• Se volessimo dare una mano?
Oltre al resto: mandare un messaggio con la parola Haiti al 90999. Chiamare la Croce Rossa al numero verde 800.166.166. Chi vuole dar soldi alla Caritas può fare un versamento sul conto corrente postale 347013 specificando che si tratta di denari per Haiti. Le banche hanno attivato altri canali, l’Unicef ha il conto corrente postale 745.000. Specificare Emergenza Haiti. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 14/1/2010]
(leggi)