Tobia De Stefano, Libero 14/1/2010, 14 gennaio 2010
La Cgil scomunica le intercettazioni rosse. La Cgil contro le Coop. No, non c’è nessun refuso nelle sigle
La Cgil scomunica le intercettazioni rosse. La Cgil contro le Coop. No, non c’è nessun refuso nelle sigle. proprio così. Il sindacato ”rosso”, da sempre politicamente vicino alla sinistra ed economicamente legato al mondo cooperativo, ieri mattina ha letto la prima pagina di Libero ed è rimasto di stucco. Ha letto l’inchiesta di Gianluigi Nuzzi sui direttori dei supermercati, i manager, i sindacalisti e poi i cassieri e magazzinieri delle filiali lombarde intercettati e videofilmati ed ha pensato bene di prendere le distanze. O meglio, di chiedere chiarimenti. Lo ha fatto con un comunicato netto che pretende delle spiegazioni sul ”Grande Fratello” che per la prima volta entra anche tra gli scaffali della grande distribuzione. E pensare che un tempo c’era la ”Rete”. La società costituita con ben mezzo miliardo da Cgil e Lega cooperative ai tempi di Bruno Trentin. Eravamo a cavallo tra la fine degli anni 80’ e l’inizio dei 90’. E l’allora segretario del sindacato rosso (1988-1994)provò l’azzardo di rilanciare il sistema industriale del Mezzogiorno contando sulla cinghia di trasmissione con il mondo cooperativo. Da allora le cose sono cambiate. I rapporti tra il braccio economico e quello sindacale della politica di sinistra non sono più così inossidabili. E, solo qualche mese fa, la Lega di Giuliano Poletti ha firmato quella riforma del modello contrattuale che Epifani vedeva come fumo negli occhi. Detto questo, il fatto che la Cgil vada all’attacco della Coop fa scalpore. Ma come, viene spontaneo da chiedersi, i marchi storici della sinistra che non rispettano i diritti dei lavoratori? Da qui è partito il comunicato a Libero. «Se le notizie saranno confermate ci troveremmo di fronte a fatti gravissimi ed inquietanti». E poi: «La Cgil chiede alla Coop, nelle sue responsabilità nazionali e della Lombardia, di fare subito chiarezza e qualora ci fosse un sistema di sorveglianza di quel tipo di smantellarlo immediatamente». Infine: «Inquieta ancor più la notizia che a quelle telecamere corrispondano registrazioni audio-video: una grave e palese lesione della privacy, una violazione dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici che, diciamo fin d’ora, nulla potrebbe avere a che fare con la tutela del patrimonio aziendale». Firmato, Susanna Camusso, segretaria confederale della Cgil. Nome importante, almeno per un paio di buoni motivi. Il primo sta nella sua storia. La Camusso ha iniziato l’attività sindacale nel 1975 alla Flm di Milano(metalmeccanici Cgil, Cisl e Uil). Nel 1980 è passata alla segreteria della Fiom, sempre di Milano,e nel luglio del 2001 è stata eletta segretario generale della Cgil Lombardia. Insomma è legata a doppio filo alle vicende del lavoro della sua terra. La seconda riguarda la più stretta attualità. Non è un mistero, infatti, che la Camusso sia l’erede designato alla successione di Epifani. Guglielmo l’ha fatto capire a più riprese, ma tra le molteplici anime del sindacato di corso Italia non sono pochi i suoi oppositori. E allora? A maggio c’è il congresso. E, dunque, alla resa dei conti mancano solo pochi mesi. Così la netta presa di posizione, anche a nome della Cgil, assume un preciso valore ”elettorale”. Tobia De Stefano, Libero 14/1/2010