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 2010  gennaio 14 Giovedì calendario

"L´America continuerà a guidare il mondo". Il declino dell´America è di nuovo sulla bocca di tutti

"L´America continuerà a guidare il mondo". Il declino dell´America è di nuovo sulla bocca di tutti. "La superpotenza si è ristretta" ha titolato il New York Times Magazine; un bestseller è dedicato al "mondo post-americano". Il ventunesimo secolo sarà il secolo dell´Asia, e innanzitutto della Cina. Chiediamo a Condoleezza Rice, ex segretario di Stato: l´America dovrà presto abdicare? «No, anche perché gli Usa non sono mai stati l´unica potenza sulla terra. Abbiamo sempre dovuto convivere con altre potenze, si pensi all´Urss. Ma non possiamo permetterci errori stupidi». Del tipo? «Uno sarebbe proprio credere al declino. Potrebbe portarci a chiuderci e a ricusare la responsabilità nei confronti del resto del mondo. Chi andrebbe ad assumerla? La Russia? La Cina?». E gli altri errori stupidi? «Non risanare il nostro bilancio e non ridurre il debito, ad esempio. Ma l´ascesa dell´Asia non è che l´ultimo capitolo nella storia infinita del "declino americano". Negli anni Cinquanta e Sessanta l´Unione sovietica era considerata il futuro leader mondiale. Poi è stata la volta di Europa e Giappone. Ora vengono Cina e India». In realtà tutti questi Stati non sono riusciti a soppiantare l´America. Ma prima o poi qualcuno insidierà la leadership americana. «Non credo. Il potere e l´influenza non dipendono solo dalla forza economica, ma anche dalla forza militare di un paese, dal suo peso diplomatico, culturale». Però la Cina cresce a due cifre, l´America a una sola cifra. «La Cina resta un paese molto povero anche se fa impressionanti passi avanti. Quando andai in Cina per la prima volta, nel 1988, per strada si vedevano quasi solo biciclette e carri. I progressi cinesi non vanno sottovalutati, ma è una sorta di Paese in via di sviluppo. Inoltre non bisogna cadere nella trappola della logica lineare: pensare che domani sarà come ieri. Esistono molti esempi di Paesi che inizialmente hanno realizzato crescite favolose essendo partiti da un livello basso. Si pensi al Giappone protagonista di una forte crescita negli anni Sessanta, poi arenatasi per andare addirittura in negativo negli anni Novanta». Alla fine del diciannovesimo secolo l´America cresceva più velocemente di ogni altro paese; nel ventesimo secolo era la prima potenza mondiale. Perché per la Cina le cose dovrebbero andare diversamente? «Il modello cinese funziona "dall´alto" si tratta di una modernizzazione autoritaria, che può essere fonte di un rifiuto politico». Apparentemente la Cina riesce a evitare i feroci conflitti interni che hanno afflitto fino ai primi anni del ventesimo secolo le potenze emergenti autoritarie, come Germania, Giappone e Russia. «Anche i cinesi hanno problemi economici. Una cosa è eccellere nel lavoro in fabbrica, un´altra eccellere a casa». A casa? «Intendo nel lavoro programmato e organizzato in autonomia, un sistema che può contare sul talento di milioni di singoli. Perché funzioni serve libertà di scambi, a casa al computer come all´università o in laboratorio, quello che avviene qui a Stanford e nella Silicon Valley. Ma come si fa in un paese con il Green Dam, un software da installare su tutti i computer…» ...un filtro antipornografia che blocca le pagine web a contenuto politico... «…e filtra determinati contenuti. La comunicazione è decisiva nella società della conoscenza. L´economia oggi nasce dalla conoscenza». La Cina può costruirsi la sua Stanford. «Infatti ci stanno provando. C´è da chiedersi solo se la Cina sia in grado di creare le condizioni che consentono a università simili di prosperare». Uno dei motivi della nuova ondata di pubblicazioni sul declino americano è la delegittimazione subita dall´America nell´era Bush - dovuta ad un eccessivo ricorso alla violenza e a una politica unilaterale. Obama ha un approccio esattamente opposto. Metterà a tacere le malelingue? «Se le cose stanno così come lei dice, si tratta di un problema che non si risolve in due tre anni. Ma se invece l´Iraq diventerà davvero la prima democrazia del mondo arabo, si cambierà opinione sulla delegittimazione». Lei ha detto che il potere non deriva soltanto dalla forza economica. Cos´ha l´America che la Cina non ha? «Una idea della storia - della direzione in cui muoversi - cosa che aveva anche l´Unione Sovietica. Nel nostro caso è una idea democratica, l´idea della libertà, che va al di là della classica politica basata sugli interessi nazionali e che sviluppa una forza di attrazione universale. Nonostante gli straordinari risultati economici la Cina non ha nulla di simile da offrire. Persegue interessi nazionali, mercantilistici. Non sembra disposta a portare avanti anche una politica di responsabilità o a investire nelle istituzioni globali». La Cina quindi non può essere il paese leader? «Sotto il profilo della crescita sì, ma sono in gioco anche tutti gli altri fattori di influenza - non solo i surplus di valuta, ma anche una visione del mondo come dovrebbe essere. Perché mai, se no, gli studenti cinesi avrebbero installato a Piazza Tienanmen una copia della statua della libertà?». (Copyright la Repubblica Die Zeit Traduzione di Emilia Benghi)