Rosario Romeo, Vita di Cavour, Laterza, Bari 1984 (pag. 31), 14 gennaio 2010
«Al centro della società e del mondo politico della Restaurazione sta, per Cavour, la "lotta [...] impegnata in tutti i punti dell’Europa fra i partigiani dei lumi e i fautori dell’oscurantismo»
«Al centro della società e del mondo politico della Restaurazione sta, per Cavour, la "lotta [...] impegnata in tutti i punti dell’Europa fra i partigiani dei lumi e i fautori dell’oscurantismo». Lotta d’esito indubbio, per il conte: la vittoria della ragione e del progresso è assicurata da una legge ineluttabile, che ha tutti i caratteri di necessità propri di una legge fisica, perché, "come in meccanica una forza acceleratrice che agisce costantemente, come il peso, finisce sempre per prevalere, così, quando la voce della ragione non è compressa e può liberamente farsi sentire, essa finisce prima o dopo per essere universalmente ascoltata e seguita". questa la legge fondamentale che regge il corso della storia, e a Cavour sembra che l’averla formulata con il massimo di chiarezza e di rigore sia il maggior merito acquistatosi dal Guizot nelle sue prime lezioni sulla storia della civiltà in Europa [...] Ma non va dimenticato che le posizioni dottrinali rimangono al margine di questa che nel Cavour è anzitutto adesione convinta e totale alla religione del progresso, comune tanto al Sette che all’Ottocento, e che è la grande fede dell’età nuova. E da questa visione del progresso deriva fin da ora un tema che resterà fondamentale nella politica cavouriana: la persuasione cioè che, come egli legge in Guizot, "non si lotta con i fatti sociali; essi hanno radici dove la mano dell’uomo non potrebbe giungere, e quando hanno preso possesso del terreno, bisogna sapervi vivere sotto il loro impero". E da ciò anche la preferenza per il progresso graduale e moderato, che ancora non esclude, come vedremo, la prospettiva di una rottura rivoluzionaria con il vecchio ordine di cose [...]» (Rosario Romeo).