Enzo Boschi, Il Messaggero 14/1/2010, 14 gennaio 2010
Epicentro poco profondo, sisma più distruttivo. NON è stato un evento particolarmente forte quello che ha distrutto la capitale di Haiti, Port Au Prince
Epicentro poco profondo, sisma più distruttivo. NON è stato un evento particolarmente forte quello che ha distrutto la capitale di Haiti, Port Au Prince. Eppure sembra essere destinato a diventare il terremoto che ha causato più vittime nella storia dell’uomo. Più di quello che il 28 luglio del 1976 a Tangshan, in Cina, provocò la morte di 255.000 persone. A determinare questa apparente contraddizione due diversi motivi. Il primo la relativa bassa profondità focale dell’epicentro, appena 10 chilometri dalla superficie, la seconda il fatto che ha colpito direttamente la capitale di Haiti, Port Au Prince e i suoi sobborghi dove vivono, in condizioni di estrema povertà almeno due milioni di persone. La scossa anche se il sistema di sorveglianza sismico americano aveva indicato diversamente non ha superato i 7 gradi di magnitudine. Si tratta di una scossa forte, più forte di quella de L’Aquila, ma dalla quale, almeno in linea di principio ci si può difendere adottando sistemi di costruzione degli edifici con norme antisismiche capaci di resistere alle scosse più forti. Del resto si conosceva già che l’intera area era esposta a questo rischio. Diversi studi anzi avevano indicato che una forte scossa di terremoto avrebbe colpito l’area di Port Au Prince entro una decina di anni. Erano studi seri e affidabili che mostrano anche il livello di precisione a cui è arrivata la ricerca nel settore della previsione del rischio sismico. Ormai, anche se non sappiamo dire con esattezza quando ci sarà una scossa e dove, riusciamo a individuare quale area è a maggior rischio, e addirittura si cominciano a individuare tra le aree a rischio quelle che rischiano di più. Non si tratta di previsioni, ma di indicazioni, che servono per riuscire a pianificare al meglio gli interventi di prevenzione. Perché l’unica arma che abbiamo contro i terremoti è quella di riuscire a prevenire i danni che questi possono causare alle infrastrutture e alle abitazioni. Certo però, l’estrema povertà di Haiti non permette di fare tutto questo. Anzi è inimmaginabile che il governo haitiano abbia messo in cantiere qualsiasi tipo di programma di prevenzione anti-sismico. Ora però il peggio è avvenuto e nei prossimi giorni dobbiamo attenderci ancora brutte notizie dall’area colpita dal sisma. I giorni successivi alla scossa sono determinanti per riuscire a contenere il numero delle vittime ed evitare che emergano nuove emergenze come per esempio una crisi sanitaria generale. Anche la gestione degli aiuti e dei soccorsi che arrivano dall’estero deve essere fatta in maniera tale che il personale e i medicinali, come pure le tende e i viveri, giungano a destinazione. Non credo che le autorità di Haiti siano in grado di gestire questa situazione, anche perché sono state duramente colpite dal terremoto. L’Italia potrebbe inviare il capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso, per aiutare il Paese in questo momento così critico. Non credo che al mondo ci siano persone più capaci di lui in queste circostanze. *Presidente dell’Istituto di Geofisica e Vulcanologia