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 2010  gennaio 14 Giovedì calendario

«Io e Bankitalia fummo ingannati da Fiorani».Nel (non breve) processo relativo alla tentata scalata di banca Antonveneta da parte della Banca Popolare Italiana, all’epoca guidata da Gianpiero Fiorani, e dei cosiddetti furbetti del quartierino, secondo l’ormai celebre definizione coniata da Stefano Ricucci, che si erano coagulati attorno al capo della banca lodigiana, ieri è stato il giorno delle dichiarazioni spontanee dell’ex governatore della Banca d’Italia Antonio Fazio

«Io e Bankitalia fummo ingannati da Fiorani».Nel (non breve) processo relativo alla tentata scalata di banca Antonveneta da parte della Banca Popolare Italiana, all’epoca guidata da Gianpiero Fiorani, e dei cosiddetti furbetti del quartierino, secondo l’ormai celebre definizione coniata da Stefano Ricucci, che si erano coagulati attorno al capo della banca lodigiana, ieri è stato il giorno delle dichiarazioni spontanee dell’ex governatore della Banca d’Italia Antonio Fazio. L’ex numero uno di via Nazionale, che nel procedimento è imputato per aggiotaggio, ha reso ripercorso le tappe della vicenda, iniziata nel 2005, che ha portato la banca Antonveneta a esser scalata prima della Popolare Italiana per poi finire agli olandesi di Abn Amro, che ai lodigiani l’avevano contesa. La controffensiva dei lodigiani aveva fra i suoi protagonisti, oltre a Ricucci, anche Chicco Gnutti come era prevedibile l’ex Governatore è andato all’attacco, ricusando ogni accusa e puntando il dito sul ruolo di Fiorani di cui ha fermamente smentito di essere l’ispiratore. Non solo. Fazio ha anche cercato di smontare l’immagine rilasciata dalle intercettazioni telefoniche di un’estrema contiguità tra lui e Fiorani, al punto da coinvolgere le rispettive mogli in frequentazioni ed eventi molto distanti dagli appuntamenti ufficiali, spiegando, in sostanza, di essere rimasto vittima dell’immagine accattivamente che di sè dava l’ex banchiere. « assolutamente falso» ha spiegato l’ex banchiere centrale di fronte ai magisrati milanesi, la ricostruzione secondo la quale Fazio avrebbe «assunto iniziative per la scalata Antonveneta, di essere regista occulto dell’operazione, ispiratore di Fiorani al fine di eludere le leggi». «Fiorani - ha aggiunto Fazio - non mi ha mai parlato di acquisti di azioni prima dello scioglimento del patto né io non ho mai chiesto o suggerito» che ha inoltre respinto «l’accusa di aver ostacolato Abn Amro». all’epoca gli olandesi avevano più volte denunciato l’ostruzionismo della banca centrale italiana attraverso gesti ritenuti artatamente dilatori come per esempio quello di mandare le richieste di chiarimenti solo in italiano, in modo tale, secondo l’accusa, che venisse perso tempo con la traduzione in olandese prima che gli organi della banca potessero analizzarli, tempo che per una merce molto preziosa nel testa a testa con la Popolare Italiana. Per quanto riguarda i propri rapporti con Fiorani e in particolare la cordialità che li animava, Fazio ha sostanzialmente ammesso di essere stato raggirato. «Il personaggio - ha spiegato - era diverso da come era stato giudicato dagli uffici di vigilanza di Bankitalia. Il suo comportamento si è verificato fraudolento e mendace al fine di realizzare i suoi obiettivi. Aveva innate doti di cordialità e di accattivarsi la simpatia altrui». Il desiderio di smarcarso quanto pù possibile da Fiorani ha portato il Governatore a fare delle ricostruzioni che restituiscono un ritratto di sè diametralmente opposto a quello che l’opinione pubblica aveva prima che esplodesse la viceda Antonveneta. Suona quindi strano sentire Fazio dire che «il tema dell’italianità» delle banche «io non l’ho mai detto. Me lo hanno attribuito». Molto dura anche la ricostruzione dei motivi che lo spinsero a dare il via libera all’offerta della Popolare Italiana nonostante il parere negativo della vigilanza di Bankitalia. «Il parere di esperti esterni (per concedere l’autorizzazione) fu sollecitato più volte fin da subito anche per le caratteristiche singolari dell’operazione». L’opportunità e la necessità di rivolgersi a consulenti nacque anche dalle oscillazioni nelle decisioni della vigilanza di Bankitalia che solo il 16 giungo cominciava a manifestare dubbi a me mai prima sottoposti. Non mi era mai stata prospettata l’opportunità di non concedere l’autorizzazione. A me erano sorti dubbi sull’atteggiamento di Clemente e Castaldi (funzionari della vigilanza Bankitalia, ndr). Il loro comportamento non si mantenne coerente». Forse un po’ di emozione ha tradito Fazio al termine della sua prolusione quando, rispondendo a una domanda del pubblico ministero Eugenio Fusco, ha affermato che era possibile che un governatore potesse avvisare privatamente e in anticipo un banchiere sull’avvenuta autorizzazione di un’Opa o dell’avvio di un’ispezione da parte di Bankitalia.