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 2010  gennaio 14 Giovedì calendario

Lo Stato a dieta, il debito a sorpresa cala, E le entrate scontano l’autotassazione ridotta. ROMA – Non ci sono nuovi record questa volta

Lo Stato a dieta, il debito a sorpresa cala, E le entrate scontano l’autotassazione ridotta. ROMA – Non ci sono nuovi record questa volta. Anzi la notizia, ed è molto tempo che non accade, è opposta: in novembre il debito pubblico italiano è calato. Non di molto ma è calato. Il bollettino statistico della Banca d’Italia infatti fa sapere che è sceso a quota 1.783,858 miliardi di euro, 17,8 miliardi in meno di ottobre quando aveva sfondato la soglia dei 1.800 miliardi. Tradotto su ogni singolo cittadino (circa 60,2 milioni di italiani, neonati inclusi) vuol dire un debito di poco meno di 30.000 euro a testa: per l’esattezza 29.632 euro. Secondo gli esperti della Banca d’Italia il calo di novembre non rappresenta però un’inversione di tendenza: il fabbisogno infatti ha proseguito la salita (in novembre è aumentato di 6,3 miliardi) e la riduzione del debito va imputata all’andamento delle attività del Tesoro presso la Banca d’Italia che si sono sensibilmente ridotte di 24 miliardi, come avviene però regolarmente, sempre secondo gli esperti delle statistiche, in questo periodo dell’anno. La diminuzione di tali attività poi è stata quest’anno inferiore al passato (alla fine del 2009 lo stock risultava essere pari a 31,7 miliardi contro i 20,3 del 2008). L’accumulo di tali disponibilità del resto riflette una maggiore prudenza nella gestione del debito pubblico in una fase caratterizzata da modesti costi della raccolta e da un’elevata incertezza sugli andamenti futuri nei mercati finanziari. In ogni caso il ribasso dei rendimenti e la variazione del tasso di cambio nel complesso hanno diminuito il debito di 0,1 miliardi. La Banca d’Italia, ma anche il ministero dell’Economia hanno poi diffuso i dati sulle entrate: secondo i calcoli di Palazzo Koch, differenti nel metodo da quelli del dicastero, lo scorso novembre il gettito tributario è calato del 5,5 % rispetto allo stesso mese del 2008. Complessivamente nei primi undici mesi del 2009 è diminuito del 3,4%, scendendo a 330,315 miliardi contro i 341,956 miliardi, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, denunciando, in linea con l’andamento del Pil, la flessione delle imposte indirette. Secondo i dati del Dipartimento delle politiche fiscali del ministero dell’Economia, invece, nei primi 11 mesi del 2009 le entrate tributarie hanno registrato un calo del 3,9% rispetto allo stesso periodo del 2008. La riduzione è sostanzialmente imputabile all’andamento delle imposte dirette, IRES e IRE, ed è giustificato, secondo l’analisi degli esperti del ministero, sia dalla rateizzazione delle imposte versate in autotassazione, sia dal deterioramento del ciclo economico e dalla conseguente riduzione della base imponibile e, quindi, del gettito. La recessione dello scorso anno, insomma, si è fatta sentire anche sugli incassi dello Stato. Di contro è andato bene il gettito derivante dagli accertamenti e dai controlli: nel periodo gennaio-novembre 2009 è cresciuto del 20,0% rispetto allo stesso periodo del 2008. I dati sulle entrate tributarie «sono in media migliori di quelli degli altri» Paesi, ha detto il ministro Giulio Tremonti aggiungendo che quindi, «le tasse continuano ad entrare e a finanziare la macchina pubblica». Per la Cgil però i dati sulle entrate fiscali confermano che «a pagare la crisi restano sempre gli stessi, lavoratori dipendenti e pensionati» il cui gettito è rimasto sostanzialmente invariato, dice il segretario confederale Agostino Megale, per il quale «il dato del rapporto debito-Pil è importante, ma non deve trarre in inganno. Senza una politica economica e fiscale adeguata da parte del governo la crisi continueranno a pagarla i più deboli».