
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
La morte a Pompei di Emiliana D’Auria, 11 anni, ha diffuso una certa ansia nei mezzi di comunicazione e nel Paese: una bambina apparentemente sana, che non si sente bene il mercoledì, migliora un po’ dopo le prime cure tradizionali prescritte dal pediatra, ma la sera di quello stesso mercoledì cade in deliquio, non si riprende, la portano di corsa a Scafati dove la rianimano, quindi la trasferiscono a sirene spiegate a Napoli. Durante il tragitto però Emiliana non riesce a respirare, la attaccano a una macchina, ma ormai è tardi. Nel pomeriggio di venerdì, pochi minuti prima delle 4, spira. Nella prima fase, s’era scoperto che, inaspettatamente, la bambina era cardiopatica, cosa di cui non si era mai accorto nessuno. Quando già era in ospedale, altre analisi hanno mostrato che aveva contratto il virus dell’influenza A. I morti di questa pandemia sono a questo punto dodici e la metà è spirata a Napoli o nel Napoletano. A Pompei s’è disposta la chiusura delle scuole per due giorni. Intanto il Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali ha diffuso ieri sera un comunicato in cui fa il punto della situazione: in aprile il governo ha stabilito che ci si attrezzi per vaccinare il 40% degli italiani; quindi nella seconda metà di agosto il ministero ha stipulato con la Novartis «un contratto per la fornitura di dosi di vaccino in numero sufficiente a far svolgere la campagna vaccinale, il cui inizio era fissato per il 15 novembre»; quando la Novartis ha poi fatto sapere di essere già pronta a consegnare i primi lotti di vaccino, l’inizio di questa campagna è stato anticipato al 30 ottobre. Alle Regioni sono state consegnate le prime due tranches di medicinali, in proporzione alla popolazione di ciascuna. Con la distribuzione del terzo lotto, nei prossimi giorni, i vaccini disponibili saranno due milioni. Oggi verrà eseguita l’autopsia della piccola Emiliana.
• E’ normale che l’influenza prenda al cuore?
No, nel 99 per cento dei casi le complicazioni riguardano i polmoni: gli alveoli infiammati dal virus non permettono più di respirare. L’attacco al cuore o alle vie nervose è raro, ma possibile. In base alle prime notizie, che l’autopsia dovrà confermare, Emiliana soffriva forse di una pericardite, cioè di una patologia alla pellicola che ricopre il cuore, o forse di una miocardite, cioè un’infiammazione del muscolo stesso.
• C’è un pericolo in particolare per i bambini?
I medici dicono di sì. La statistica più amaramente convincente viene dagli Stati Uniti: il tasso di mortalità infantile appare molto più alto di quello della scorsa primavera, l’8% rispetto al 4%. Anche la percentuale di infettati nostri dà ragione all’allarme relativo all’infanzia: circa un quarto degli italiani sta nella fascia compresa tra i 2 e i 27 anni, ma gli ammalati di questa età sono invece un terzo del totale. All’interno di questo terzo, assai numeroso è il segmento dell’infanzia propriamente detta, cioè i bambini piccoli. Soprattutto nelle scuole del Nord si segnalano assenze di massa nelle primarie, fino al limite della Daneo di Genova dove una maestra a un certo punto ha fatto lezione a un solo alunno. A Torino sarebbe rimasto a casa il 50% dei bambini, a Milano il 30%.
• Perché i bambini sarebbero più esposti?
Sono vergini di anticorpi, cioè non hanno avuto sufficienti influenze in passato per sviluppare difese naturali. Di conseguenza queste risultano sempre più efficaci man mano che l’età si alza. Tutti quelli che hanno avuto la A nel 1977 sono praticamente immuni e tra questi la stragrande maggioranza degli over 65.
• L’allarme indotto dal caso di Emiliana è giustificato?
No, perché l’influenza, a detta di tutti gli esperti, resta blanda e meno pericolosa dell’influenza normale. Ancora ieri, la professoressa Triassi ha ricordato che l’influenza normale uccide sette persone ogni diecimila ammalati. Gli infettati di A in questo momento sono duecentomila e i decessi riguardano appena dodici persone.
• Emiliana, finora, è l’unica bambina?
Sì. C’è una bambina undicenne di Bolzano ricoverata a Innsbruck che è grave e viene aiutata da una macchina cuore- polmone. Al Policlinico di Roma sono stabili le condizioni di tre bambini affetti da patologie croniche invalidanti. Ieri, su quattro ricoveri, due riguardavano bambini, però in condizioni non preoccupanti. Nel dipartimento di Pediatria ci sono altri cinque piccoli positivi al test della suina. A San Giovanni Rotondo è stato ricoverato un neonato, che però adesso sta bene, e un’altra dodicenne è sotto osservazione a Padova, dove è stata trasferita da Portogruaro. Si segnalano altri casi gravi, di cui un paio in Puglia, ma riguardano adulti. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 2/11/2009]
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