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 2009  novembre 02 Lunedì calendario

La morte a Pompei di Emiliana D’Auria, 11 anni, ha diffuso una certa ansia nei mezzi di co­municazione e nel Paese: una bambina apparentemente sa­na, che non si sente bene il mer­coledì, migliora un po’ dopo le prime cure tradizionali prescrit­te dal pediatra, ma la sera di quello stesso mercoledì cade in deliquio, non si riprende, la por­tano di corsa a Scafati dove la rianimano, quindi la trasferi­scono a sirene spiegate a Napo­li

La morte a Pompei di Emiliana D’Auria, 11 anni, ha diffuso una certa ansia nei mezzi di co­municazione e nel Paese: una bambina apparentemente sa­na, che non si sente bene il mer­coledì, migliora un po’ dopo le prime cure tradizionali prescrit­te dal pediatra, ma la sera di quello stesso mercoledì cade in deliquio, non si riprende, la por­tano di corsa a Scafati dove la rianimano, quindi la trasferi­scono a sirene spiegate a Napo­li. Durante il tragitto però Emi­liana non riesce a respirare, la attaccano a una macchina, ma ormai è tardi. Nel pomeriggio di venerdì, pochi minuti prima delle 4, spira. Nella prima fase, s’era scoperto che, inaspettata­mente, la bambina era cardio­patica, cosa di cui non si era mai accorto nessuno. Quando già era in ospedale, altre anali­si hanno mostrato che aveva contratto il virus dell’influenza A. I morti di questa pandemia sono a questo punto dodici e la metà è spirata a Napoli o nel Napoletano. A Pompei s’è dispo­sta la chiusura delle scuole per due giorni. Intanto il Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali ha diffuso ieri sera un comunicato in cui fa il punto della situazione: in apri­le il governo ha stabilito che ci si attrezzi per vaccinare il 40% degli italiani; quindi nella se­conda metà di agosto il ministe­ro ha stipulato con la Novartis «un contratto per la fornitura di dosi di vaccino in numero suf­ficiente a far svolgere la campa­gna vaccinale, il cui inizio era fissato per il 15 novembre»; quando la Novartis ha poi fatto sapere di essere già pronta a consegnare i primi lotti di vacci­no, l’inizio di questa campagna è stato anticipato al 30 ottobre. Alle Regioni sono state conse­gnate le prime due tranches di medicinali, in proporzione alla popolazione di ciascuna. Con la distribuzione del terzo lotto, nei prossimi giorni, i vaccini di­sponibili saranno due milioni. Oggi verrà eseguita l’autopsia della piccola Emiliana.

E’ normale che l’influenza pren­da al cuore?
No, nel 99 per cento dei casi le complicazioni riguardano i polmoni: gli alveoli infiamma­ti dal virus non permettono più di respirare. L’attacco al cuore o alle vie nervose è raro, ma possibile. In base alle pri­me notizie, che l’autopsia do­vrà confermare, Emiliana sof­friva forse di una pericardite, cioè di una patologia alla pelli­cola che ricopre il cuore, o for­se di una miocardite, cioè un’infiammazione del musco­lo stesso.

C’è un pericolo in particolare per i bambini?
I medici dicono di sì. La statistica più amaramente convincente vie­ne dagli Stati Uniti: il tasso di mortalità infantile appare molto più alto di quello della scorsa pri­mavera, l’8% rispetto al 4%. An­che la percentuale di infettati no­stri dà ragione all’allarme relati­vo all’infanzia: circa un quarto de­gli italiani sta nella fascia compre­sa tra i 2 e i 27 anni, ma gli amma­lati di questa età sono invece un terzo del totale. All’interno di questo terzo, assai numeroso è il segmento dell’infanzia propria­mente detta, cioè i bambini picco­li. Soprattutto nelle scuole del Nord si segnalano assenze di mas­sa nelle primarie, fino al limite della Daneo di Genova dove una maestra a un certo punto ha fatto lezione a un solo alunno. A Tori­no sarebbe rimasto a casa il 50% dei bambini, a Milano il 30%.

Perché i bambini sarebbero più esposti?
Sono vergini di anticorpi, cioè non hanno avuto sufficienti in­fluenze in passato per sviluppa­re difese naturali. Di conseguen­za queste risultano sempre più efficaci man mano che l’età si al­za. Tutti quelli che hanno avuto la A nel 1977 sono praticamente immuni e tra questi la stragran­de maggioranza degli over 65.

L’allarme indotto dal caso di Emiliana è giustificato?
No, perché l’influenza, a detta di tutti gli esperti, resta blanda e meno pericolosa dell’influen­za normale. Ancora ieri, la pro­fessoressa Triassi ha ricordato che l’influenza normale uccide sette persone ogni diecimila ammalati. Gli infettati di A in questo momento sono duecen­tomila e i decessi riguardano appena dodici persone.

Emiliana, finora, è l’unica bam­bina?
Sì. C’è una bambina undicen­ne di Bolzano ricoverata a Inn­sbruck che è grave e viene aiu­tata da una macchina cuo­re- polmone. Al Policlinico di Roma sono stabili le condizio­ni di tre bambini affetti da pa­tologie croniche invalidanti. Ieri, su quattro ricoveri, due ri­guardavano bambini, però in condizioni non preoccupanti. Nel dipartimento di Pediatria ci sono altri cinque piccoli posi­tivi al test della suina. A San Giovanni Rotondo è stato rico­verato un neonato, che però adesso sta bene, e un’altra do­dicenne è sotto osservazione a Padova, dove è stata trasferita da Portogruaro. Si segnalano altri casi gravi, di cui un paio in Puglia, ma riguardano adul­ti. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 2/11/2009]