Francesco Semprini, La Stampa 2/11/2009, 2 novembre 2009
CLINTON PER TRE ORE A COLLOQUIO CON IL SOSIA DI KIM
Tre ore e diciassette minuti di faccia a faccia con un clone del presidente nordcoreano. quanto sarebbe accaduto a Bill Clinton durante il blitz di Pyongyang compiuto lo scorso agosto per ottenere la liberazione delle due giornaliste americane detenute nel Paese da 140 giorni. L’ex presidente non avrebbe incontrato Kim Jong-il ma un suo sosia, uno dei tanti, secondo quanto sostengono alcuni rifugiati nordcoreani e diversi giornalisti stranieri. Il presidente Kim, infatti, farebbe spesso uso di persone identiche a lui per far fronte ai tanti impegni politici e soprattutto perché la malattia con cui combatte da tempo non gli consente sforzi eccessivi.
A sostenere per primo questa tesi è stato lo scrittore giapponese Toshimitsu Shigemura, esperto conoscitore delle questioni nordcoreane alle quali ha dedicato due libri. Shigemura racconta che quando Kim era apparso davanti all’Assemblea popolare nordcoreana, alcuni giorni dopo il lancio dei missili avvenuto lo scorso 5 aprile, era spento e debole.
Assai lontano dalla persona che ha incontrato Clinton in agosto: «Sembrava veramente in salute». Lo scrittore ritiene che quello che si è intrattenuto con l’ex presidente americano fosse un attore, lo stesso che di recente avrebbe incontrato il premier cinese Wen Jiabao. E non sarebbe l’unico clone. C’è, ad esempio, un uomo conosciuto come Princess Tenko, specializzato nelle celebrazioni ufficiali. La tesi di Shigemura, sostenuta da altri esperti di questioni coreane, sebbene non abbia sinora avuto un riscontro oggettivo, confermerebbe un’abitudine cara a molti dittatori. L’ex rais di Baghdad, Saddam Hussein, aveva diversi cloni che utilizzava quando non poteva partecipare agli eventi o era a rischio di attentati.
Il ricorso a sosia si sarebbe intensificato dopo il giugno 2000 quando, in un summit a Pyongyang con il presidente sudcoreano Dae-Jung, Kim apparve così segnato dalla malattia che il governo di Seul suggerì di sospendere le tante parodie con sosia che da anni fanno parte fissa degli show televisivi sudcoreani. A rendere ancora più intricata la situazione è il fatto che Kim è scomparso per mesi fino all’agosto 2008, quando per la prima volta il regime di Pyongyang ammise che aveva avuto un ictus. La sua riapparizione nell’ultimo anno ha però smentito chi lo dava per spacciato, anche se talvolta Kim è apparso piuttosto segnato e debole. «Ma non sempre - sostiene Shigemura - perché a volte sembrava in forma, un’altra persona, proprio come quando ha ricevuto l’ex presidente Bill Clinton».