Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Al Baghdadi è arrivato fino in Brasile e il ministro della Giustizia di quel paese ha convocato ieri i giornalisti per annunciare l’arresto, negli stati di San Paolo e di Paranà, di dieci personaggi, uno dei quali minorenne, che preparavano un attentato per le Olimpiadi. Altri due sono ricercati. Si indaga in dieci stati brasiliani. Gli arrestati non si conoscevano tra di loro (tranne due coppie), ma gli investigatori parlano comunque di un embrione di cellula strutturata e organizzata, non di lupi solitari. Sono tutti brasiliani convertiti all’islamismo, che avrebbero abbandonato le moschee locali in cerca di un maggior radicalismo. Gli arrestati fanno parte di una lista di 50 persone sotto osservazione da tempo.
• Accidenti.
Secondo quello che ha raccontato il ministro, che si chiama Alexandre de Moraes, l’operazione di smantellamento della cellula jihadista è stata portata avanti di concerto da polizia federale, servizi segreti brasiliani (l’Abin) e servizi segreti internazionali. La cellula aveva caratteristiche amatoriali, diciamo un gruppetto che si è esaltato alla predicazione del Califfo, ascoltata o letta in rete, e ha creduto di potersi trasformare in una frazione armata. Il ministro ha detto che i dieci avevano già giurato fedeltà all’Isis. Purtroppo per loro, quello che facevano o si dicevano era costantemente monitorato. Così, dopo il giuramento sono andati a prenderli.
• Si può arrestare qualcuno sulla base di un’intenzione di reato? Da noi non sarebbe possibile, da noi - e in Occidente in genere - è permesso intervenire solo dopo che il reato è stato compiuto.
Lo scorso marzo è entrata in vigore la nuova legge anti-terrorismo, che lascia parecchio spazio d’intervento a chi indaga. La democrazia brasiliana, dal punto di vista della sicurezza, lascia peraltro molto a desiderare. La polizia laggiù spara e ammazza molto facilmente e senza bisogno di leggi speciali. Un orrore che magari potrebbe tornare utile contro l’Isis e i suoi spettri.
• Cerchiamo di capir bene come s’è formato questo gruppo e se le Olimpiadi, messe già in crisi dalla Zika, dalla crisi politica e da quella economica, sono in pericolo.
I tecnici dell’Isis hanno aperto un canale di messaggistica istantanea in portoghese sulla piattaforma Telegram, quella che i jihadisti adoperano con regolarità ormai da molti mesi. Su questo canale, e su WahatsApp, il gruppo Ansar al-Khalifah (sostenitori del Califfato in Brasile) ha postato parecchi messaggi e ancora quattro giorni fa ha pubblicato addirittura un proclama. Per parecchio tempo, questi terroristi mancati hanno giudicato impossibile un’azione in Brasile, ma da ultimo la presenza delle delegazioni straniere ha fatto cambiar loro idea e hanno cominciato a ragionare intorno a un’azione da mettere in atto durante i Giochi. Il capo dell’intelligence militare francese, Christophe Gomart è andato a dire in Parlamento che l’Isis stava preparando un attentato contro la delegazione francese, non si sa se questo attentato facesse parte delle idee di Ansar-eccetera. In ogni caso, Rita Katz, direttrice del Site Institute, che dal Maryland monitora tutti i video e le comunicazioni jihadiste, è stata la prima ad avvertire che in Brasile «stava succedendo qualcosa», ha attirato l’attenzione generale su un messaggio di questo gruppo Ansar-eccetera in cui si sosteneva che «se la polizia francese non riesce a impedire attacchi sul proprio territorio, l’addestramento fornito alla polizia brasiliana non servirà a niente» e ha segnalato un sito in cui era pubblicato un manuale con 17 diverse tecniche per compiere stragi negli aeroporti, sui mezzi di trasporto pubblici, accoltellare, avvelenare e prendere in ostaggio i turisti, con un focus particolare sulle Olimpiadi. Katz ha sottolineato su twitter che già l’apertura, a maggio, del canale in portoghese doveva essere considerato una minaccia. Una versione in portoghese della propaganda dell’Isis esiste anche su Nashir Channel. Da ultimo, Ansar, sempre tramite internet, ha cercato di comprare una mitragliatrice in un negozio paraguaiano. Il leader del gruppo è di Curitiba, «per questo motivo l’operazione è stata condotta dalla polizia del Paranà».
• Il pericolo di attentati durante i Giochi è concreto o no?
A parte il fatto che a questa domanda non è in grado di rispondere seriamente nessuno, l’allarme tra le forze di sicurezza brasiliane è cresciuto parecchio dopo la strage di Nizza. Tutto l’apparato è stato rivisto con l’idea che il pericolo più grande venga proprio dai lupi solitari.
• Com’è fatto questo apparato di sicurezza brasiliano?
A vigilare sulla sicurezza di atleti, delegazioni e spettatori saranno impegnati complessivamente 85 mila uomini: 47 mila delle forze di polizia e 38 mila delle forze armate. Le Olimpiadi, ricordiamo, cominciano il 5 agosto.
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