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 2016  luglio 22 Venerdì calendario

Chiara Appendino è inciampata sul wi-fi

Inciampa sulla Rete senza fili. Dopo la promozione della dieta vegana, Chiara Appendino finisce al centro di una nuova polemica su wi-fi e connessioni wireless. I cui impianti, si legge nel programma della sindaca di Torino, sono da ridurre. Contro l’inquinamento elettromagnetico, soprattutto «all’interno di edifici scolastici»: «Chiederemo di ridurre il tempo e/o la quantità delle emissioni in modo che sia garantita la connettività per lo stretto necessario», si legge nel programma. E gli impianti saranno ridotti «ove possibile al numero strettamente necessario».
Un taglio al wireless? Le reazioni sui social non si fanno attendere (si tratta pur sempre del sindaco di un movimento che ha nella Rete il cuore pulsante). «Sia mai che si dimentichi delle scie chimiche?», scrivono su Twitter. I dem attaccano: «Grillo spaccò un pc, ora Appendino vuole limitare il wi-fi perché nocivo», scrive il renziano Andrea Marcucci. «Mai parlato di wi-fi “nocivo”. Costruire un sistema a banda larga su tutta la città. Questo dice il programma», replica Appendino. E nel programma in effetti, poche pagine dopo la proposta di riduzione, si parla di installare antenne per il wi-fi. Ma poi, sono davvero nocive? «Per reti mobili e wi-fi parliamo di onde radio a frequenza alta e potenza bassa – spiega Carlo La Vecchia, ordinario di Epidemiologia alla Statale di Milano e ricercatore Airc —: con il raggio di un paio di chilometri per i cellulari, di decine di metri per il wi-fi. Il danno con potenze così basse è poco verosimile. Per anni in Italia abbiamo tollerato radio e tv, con potenze ben più alte».