Corriere della Sera, 22 luglio 2016
Il caso di Sonia Bonolis e del jet privato
Farebbe a meno di parlarne. «Non voglio dare seguito a una cosa così poco importante». Anche perché si è data la regola di non cancellare i commenti negativi. «So benissimo che se condivido sui social la mia vita mi espongo alle critiche. Non intendo cambiare linea adesso. Non pubblicherò mai un selfie mentre mi faccio la maschera per il viso, né di me che preparo la minestra. Se scelgo di guardare un bel film è perché voglio sognare. Applico lo stesso principio ai miei contenuti». Sonia Bruganelli sa che se non fosse la moglie di Paolo Bonolis i suoi post su Instagram non sarebbero radiografati con tanta perizia, come è stato per lo scatto di un paio di settimane fa che la ritraeva a bordo di un aereo privato diretta a Formentera con marito e figli. Una immagine che ha urtato la sensibilità degli spettatori, come si dice, offesi dall’ostentazione di ricchezza.
Su Internet la notizia è diventata un piccolo caso estivo e Sonia ha, suo malgrado, replicato «ripostando» il commento di tale @emadiamante che ha sottolineato le differenze con l’estero, dove queste cose non succedono. Lei ha aggiunto che avendo molti bimbi, di cui una «non proprio velocissima negli spostamenti», sono soliti noleggiare l’aereo privato (che dunque non è di proprietà). A noi ribadisce: «Non pubblico mai foto di ospedali per far leva sulla compassione. Viaggio in prima classe e, finché potrò farlo, noleggio l’aereo privato: di questi tempi non mi sembra assurdo. Sarebbe ipocrita pretendere che chi è benestante cambi tenore di vita. Quanto ai contenuti, non voglio mostrarmi diversa da come sono. Cindy Crawford pubblica il marito con un trapano in mano: io no».