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 2016  luglio 22 Venerdì calendario

ULTIME SCOPERTE SULL’ORGASMO

Era l’11 aprile del 1944. C.W., una signora statunitense di 43 anni, si svegliava nel cuore della notte con la netta sensazione di trovarsi nel bel mezzo di un amplesso. Il fenomeno continuò per un anno e poi cominciò a manifestarsi anche durante il giorno. E infine comparvero le crisi epilettiche. Il dottor T.E. Erickson era il suo neurologo: le fece una diagnosi di “ninfomania” e le prescrisse l’irradiazione delle ovaie per ridurre la produzione di ormoni e il desiderio sessuale. Ma la cura non sortì alcun effetto. Le crisi peggiorarono e finalmente Erickson cominciò a sospettare che il desiderio sessuale della signora non dipendesse dal suo apparato riproduttivo, ma nascesse da qualche parte nella testa. Un intervento svelò il mistero: un tumore stava crescendo e comprimeva il cervello. Una volta asportato, sparirono le crisi epilettiche e anche l’eccitazione sessuale. Il caso della signora C.W. fu presentato al congresso della Chicago Neurological Society: era la prima volta che un medico “ammetteva” che il desiderio sessuale nasce nella testa e non nei genitali.
L’epilessia e i tumori cerebrali sono le patologie che hanno permesso, prima dell’avvento delle tecniche di imaging funzionale del cervello, di comprendere che eccitazione sessuale e desiderio possono insorgere indipendentemente dalla situazione esterna e persino dalla presenza di un potenziale partner. Nel 2004, per esempio, un gruppo di medici di Taiwan ha descritto il caso di una donna di 41 anni che provava prima eccitazione sessuale, poi un vero e proprio orgasmo, ogni volta che si spazzolava i denti. Come ha dimostrato l’elettroencefalogramma, si trattava in realtà di epilessia riflessa, provocata dallo sfregamento dello spazzolino sulle gengive che a sua volta induceva una scarica elettrica nervosa a livello del lobo temporale e del lobo limbico destro del cervello.
Il colore dell’eccitazione.
D’altronde che il sesso parta dal cervello e sia tutta una questione di connessioni tra neuroni lo dimostrano gli studi condotti sui cervelli un po’ “anomali”, come nel caso di una recente ricerca che ha coinvolto 19 sinestesici. La sinestesia è una condizione congenita di “confusione” tra i sensi, dovuta a particolari connessioni tra le aree cerebrali, più numerose e ramificate della norma. I sinestesici, per esempio, possono sentire l’odore di un colore, o il suo suono. Non si tratta di associazioni mentali, come quelle che potremmo fare tra il colore rosso e il sangue, ma di vere e proprie percezioni: se vede rosso, il sinestesico sente anche in bocca il sapore del sangue. «Che questa condizione potesse influenzare in qualche modo le sensazioni sessuali ci sembrava molto plausibile», spiega Mark Zeller della Scuola di medicina di Hannover, in Germania, che ha condotto lo studio. «Così abbiamo valutato 17 donne e due uomini con sinestesia (la condizione è più frequente tra le donne e questo spiega la discrepanza) e abbiamo scoperto che, pur non dichiarando alcuna differenza in termini di intensità del piacere, i sinestesici sperimentano una trance sessuale più profonda», rimangono cioè “staccati da tutto” un po’ più a lungo.
Il dato è perfettamente coerente con quanto rilevato sull’orgasmo da un esperimento condotto da Barry Komisaruk, della Rutgers University (Stati Uniti), autore del saggio The female orgasm e una delle autorità mondiali in materia. Per studiare il sesso nelle donne, da oltre 20 anni Komisaruk registra, con la risonanza magnetica funzionale, gli orgasmi di volontarie che si procurano il piacere con l’aiuto di un sex toy. «Un’esperienza surreale», l’ha definita la giornalista statunitense Mara Altman, che si è offerta come volontaria. «Cercare di eccitarsi con la testa bloccata e la faccia immobile per non disturbare la registrazione, col timore di mollare la presa sul sex toy e vederlo volare a razzo per la stanza, per via del campo magnetico generato dalla macchina... Mica facile».
Scomodi esperimenti.
Nonostante la situazione poco confortevole, Komisaruk ha raccolto le immagini cerebrali di 200 orgasmi femminili e ha scoperto quali sono le aree maggiormente coinvolte. «Tutte le strutture che dipendono dalla dopamina, il neurotrasmettitore del piacere, risultano gradualmente attivate», spiega Komisaruk. «E nel momento dell’orgasmo vero e proprio si nota un risveglio apparentemente globale e confuso di tutte le strutture cerebrali, che porta, per esempio, allo “spegnimento” delle aree del dolore fisico, la cui percezione risulta ridotta del 50 per cento circa». Il medico statunitense, tra l’altro, ha iniziato i suoi studi sul piacere femminile proprio per studiare il dolore, dopo che la sua giovane moglie è morta di cancro.
Ha identificato una proteina antidolorifica rilasciata durante l’orgasmo e l’ha persino brevettata, nella speranza che possa essere la base per futuri farmaci. Anche ansia e depressione vengono “silenziate” durante il piacere sessuale. Perlomeno nelle donne: lo dimostra uno studio condotto nei Paesi Bassi. Tredici donne volontarie hanno raggiunto l’orgasmo grazie alla stimolazione manuale del partner mentre, contemporaneamente, la loro attività cerebrale veniva monitorata con una Pet (tomografia a emissione di positroni). «Durante l’eccitazione aumenta l’attività della corteccia somatosensitivaprimaria, che è l’area delle sensazioni tattili. Ecco perché le carezze durante il sesso sono percepite più intensamente di quelle in altri contesti. Si spengono invece gradualmente l’amigdala, la struttura dell’ansia e della paura, e la corteccia prefrontale, la centralina del comportamento socialmente accettabile, per favorire la disinibizione. E probabile che sia questa la ragione per cui le donne non riescono a provare piacere sessuale se sono troppo ansiose e se hanno la testa piena di pensieri. Ma è anche questa la ragione per cui il sesso, l’orgasmo e la masturbazione vengono spesso utilizzati come “calmanti” naturali, quando si è stressati o non si riesce a dormire», sottolinea Gert Holstege, del team. E gli uomini, invece? L’eccitazione maschile utilizza le stesse aree del cervello di quella femminile: vi sono attivazioni delle aree occipitotemporali (dove risiedono le aree visive, stimolate sia dalla vista della partner sia da quella dei film pornografici), parietali, frontali, ma anche di strutture profonde come l’amigdala, il nucleo caudato, il talamo e l’ipotalamo, a loro volta sede dei processi di memoria e delle emozioni. Gli studi dimostrano che gli uomini sono un po’ più sensibili delle donne agli stimoli visivi, mentre le donne sono più brave a raggiungere l’eccitazione e l’orgasmo persino col pensiero, in alcuni casi senza toccarsi.
Del resto anche nell’uomo l’eiaculazione, che accompagna l’orgasmo, spegne la corteccia prefrontale. E attiva il cervelletto, come ha dimostrato lo stesso Holstege in uno studio di qualche anno fa: «L’aumento di attività nel cervelletto conferma che questa struttura è importante per l’elaborazione degli stimoli emotivi», ha spiegato.
Scrigno chiuso.
Chiedersi quali siano le aree cerebrali più stimolate durante il piacere può sembrare solo una curiosità accademica. Ma non è così: questi studi sono essenziali per curare alla radice chi non prova desiderio o non riesce ad arrivare all’orgasmo. Tra l’altro, hanno permesso di capire che desiderio sessuale ed eccitazione sono due meccanismi distinti. Il primo dipende dalle strutture del cervello emotivo e fa sì che la persona metta in atto i comportamenti necessari a procurarsi la soddisfazione che desidera. L’eccitazione, invece, è governata dal sistema nervoso parasimpatico e agisce sugli organi sessuali, dilatando i vasi sanguigni locali. Le note pillole blu che favoriscono l’erezione agiscono sull’eccitazione ma non sul desiderio, sulla periferia ma non sul cervello, che è la vera origine della piena soddisfazione sessuale. Ed è anche per questo che la ricerca di una pillola contro la mancanza di desiderio femminile è stata, finora, un fallimento: dopo aver puntato sugli ormoni, gli ultimi tentativi delle case farmaceutiche si sono concentrati proprio sui neurotrasmettitori cerebrali, senza però riuscire a trovare la chiave per aprire lo scrigno che contiene i segreti del piacere.
Daniela Ovadia