
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Il tempo era bello, il pilota era allegro e aveva da pochi minuti pronunciato la frase: «Nessun problema». Quindi, se l’Airbus 320 in volo da Parigi al Cairo con 66 persone a bordo è precipitato, deve esserci stata un’esplosione a bordo oppure un kamikaze s’è fatto saltare, insomma il velivolo era in buone condizioni e relativamente giovane (2003), le condizioni di volo erano stabili, la velocità era quella normale di crociera, nessuno da bordo ha lanciato allarmi. Non resta che la pista terroristica, confermata anche dalla palla di fuoco vista in cielo a quell’ora da alcuni pescatori greci. Il ministro dell’aviazione civile francese, Chérif Faty, ha detto: «La probabilità di un attacco terroristico è più elevata di quella di un problema tecnico».
• Non ci sono state rivendicazioni.
È vero. Ma quelli dell’Isis aspettano spesso qualche giorno prima di manifestarsi. Quando l’attenzione sull’incidente cala, la riaccendono con un comunicato di trionfo, cui seguono le solite feste in rete dei loro tifosi. Hanno fatto così anche con l’aereo della Metrojet, abbattuto sul Sinai il 31 ottobre per mezzo di una bomba portata a bordo dentro una bibita in lattina. Quella volta i morti furono 224.
• L’aeroporto di Parigi non è sottoposto a controlli severissimi? I controlli dovrebbero essere severissimi specialmente se il volo è diretto al Cairo. I jihadisti, se si tratta di un attentato, hanno centrato due obiettivi, la Francia e l’Egitto. Il Califfo considera Francia ed Egitto nemici assoluti.
Ieri sono stati recuperati solo alcuni rottami, qualche valigia, qualche sedile, e «un arto umano». Ci vuole più materiale da esaminare per costruire un’ipotesi plausibile. Le due repentine virate che l’Airbus ha compiuto tra le 2.37 e le 2.39 del mattino di giovedì e la successiva, repentina perdita di quota dimostrerebbero che c’è stata un’esplosione. Un’avaria, di quelle che ti costringono a scendere a tremila metri dove non è necessaria la respirazione assistita da ossigeno, si affronta a regola con una virata di 30 gradi e con una perdita di quota graduale, 1800-2000 metri al minuto. L’MS804 ha invece virato a un tratto di 90 gradi a sinistra e quindi ha compiuto un giro completo su se stesso, 360 gradi, a destra. Poi è sceso a velocità doppia di quella consentita, mantenendo intatta la prua che ha continuato a trasmettere. In pratica è precipitato verticalmente per 11 mila metri.
• Non potrebbe essere salito a bordo un commando che ha dato l’assalto alla cabina del pilota?
È difficile. A bordo c’erano tre uomini del servizio di sicurezza, sulle persone i controlli a Parigi sono molto accurati, la cabina di pilotaggio è chiusa e ci dicono che è praticamente impossibile violarla. Queste ragioni rendono anche meno probabile l’ipotesi del kamikaze.
• Quindi si tratterebbe di una bomba. Qualcuno è riuscito a introdurre a bordo dell’esplosivo.
Alla bomba nella stiva non crede nessuno dato che a Roissy-Charles De Gaulle i controlli sui bagagli sono severissimi. L’Airbus non aveva carichi di nessun genere, neanche postali. Tra i passeggeri c’erano un saudita, due iracheni, un algerino, un sudanese, un kuwaitiano, un ciadiano, tutti imbarcati a Parigi. È uno di questi ad aver portato a bordo l’esplosivo? Se la risposta fosse sì, ci sarebbe da mettersi nel mani nei capelli, perché il passeggero-bomba avrebbe aggirato tutti i controlli previsti in aeroporto. Xavier Tytelman, esperto in sicurezza, dice: «Se sono davvero riusciti a mettere una bomba sull’Airbus a Parigi bisognerà ripensare la sicurezza di tutti gli aeroporti del mondo, perché Roissy e Orly ormai sono all’avanguardia, superati solo dagli israeliani». C’è ancora un’altra ipotesi. Nella giornata di mercoledì quello stesso aereo aveva coperto le tratte Asmara-Cairo, Cairo-Tunisi, Tunisi-Cairo e Cairo-Parigi. Un passeggero di una di queste tratte potrebbe aver portato a bordo un ordigno a tempo, programmato per esplodere tra le 2.37 e le 2.39.
• Non si controllano gli aerei prima che prendano il volo?
Gli aerei in transito provenienti da fuori dell’area Schengen, come era questo a Parigi, non vengono controllati dalla sicurezza di Roissy, ma da quella della stessa compagnia. Da protocollo dovrebbero essere esaminati la cabina di pilotaggio, l’area passeggeri e le toilette. Ma ci si può fidare di una compagnia aerea egiziana? Anche l’aeroporto del Cairo, a quello che riferiscono tutti, è quanto mai vulnerabile.
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