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 2016  maggio 21 Sabato calendario

Le leggi di Annalisa, dottoressa in fisica e cantautrice

La dottoressa in fisica Annalisa Scarrone è una delle voci più limpide oggi in circolazione. Il fatto che una ragazza trentenne sia laureata a pieni voti in una delle materie più strizzacervelli che ci siano e, al contempo, brilli come stellina nel movimento musicale italiano, desta curiosità. E stupisce. Ascoltarla dal vivo nei due show che ha programmato a Roma e Milano come antipasto del suo prossimo tour autunnale e giudicare il suo nuovo disco uscita per Warner (in vendita da ieri) Se avessi un cuore ci convince di un fatto: la fisica fa bene alla musica. Oppure è la musica a fare bene alla fisica? Lo chiediamo a questa bella ragazza di Savona, una che ha idee chiare e cervello fino, in grado di discutere davanti a un consenso di professoroni una tesi su una pompa di calore geotermica, ma anche di scriversi le dodici canzoni contenute del nuovo disco, album che è una raffinata meditazione tra le sette note.
Annalisa, ma che ci fa una laureata in fisica nel mondo dello show-business?
«Segue il suo cuore nel quale batte soprattutto la musica. Sono cresciuta con il mito di Mina: Se telefonando è stata la colonna sonora della mia infanzia. Ho mancato per un soffio il 110 e lode, alla laurea, perché ero già piacevolmente distratta dalla musica».
Ma le formule fisiche le servono quando scrive una nuova canzone?
«Molto. Il processo creativo è un po’ diverso, musica e fisica sono mondi lontani. ma comporre una melodia e scrivere versi è una sorta di trattato scientifico».
Cosa ricorda dei tempi di Amici? Nel 2010 uscì da quel laboratorio musicale...
«Una bella avventura. Per una ragazzina i duetti con Fiorella Mannoia, Mario Biondi, Alessandra Amoroso e perfino Christian De Sica furono una bella palestra».
Un bel giorno, però, chiuse i contatti con quel format. Come mai?
«Tutto ha una fine, vivevo a Roma e avevo in testa un unico obiettivo: tornare a Savona. Dove ho trovato la mia dimensione e anche gli affetti giusti».
Quando ha capito di essere diventata musicalmente adulta?
«Durante il festival O’Scià a Lampedusa, quando cantai Cuore di aliante con Baglioni».
Il nuovo disco contiene la hit sanremese Il Diluvio Universale: delusa dal Festival? Pensava di uscirne meglio, come classifica?
«Ma no, la classifica finale mi ha visto lontana dai primi tre posti, ma il senso di quel pezzo, difficile e forse non immediato, anticipava la filosofia del nuovo disco. Era l’apripsta di questo progetto».
Annalisa cantautrice che parla di diversità, di leggerezza della vita, di tolleranza. La canzone Se avessi un cuore è un atto d’accusa?
«Non totalmente. È un gran che esorta a porsi domande di fronte a chi vogliono farci percepire come “diverso”, perché il concetto di “diverso” è estremamente labile. La diversità è ricchezza. È una canzone contro le visioni radicali, di qualsiasi genere, che ci allontanano dall’intelligenza pura e ci annullano come esseri pensanti».
Leggerissima è il titolo di una canzone o della sua esistenza attuale?
«A 20 anni ero più dura e intransigente: concepivo solo colori definiti e opposti. Crescendo ho imparato a cogliere le mille sfumature della vita. La canzone è una lode alla leggerezza, che non significa superficialità. È la capacità di arrendersi che, però non significa resa alla vita».
A chi ha dedicato il brano Coltiverò l’amore?
«È una dichiarazione d’amore all’amore, che per me resta la musica».