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 2016  maggio 21 Sabato calendario

STONER: «LORENZO IN DUCATI, COSI’ VALE SI È TOLTO UN PESO» – È il privilegio di chi ha il lusso di scegliere

STONER: «LORENZO IN DUCATI, COSI’ VALE SI È TOLTO UN PESO» – È il privilegio di chi ha il lusso di scegliere. «Sono arrivato qui in Lamborghini (e martedì ci girerà a Imola con Andrea Dovizioso; n.d.r.), ma voglio provare quella», ride allegro Casey Stoner, mentre col dito indica fuori dall’hospitality Ducati la Multistrada Enduro 1200. «Con quella vorrei andare a Cape York, estremo nord dell’Australia. E poi Argentina o Sudafrica. Con Adriana e qualche amico». Casey, ogni volta è sempre più rilassato. «È la mia vita a essere così. Ho ancora tante cose da fare, sto provando ad allargare gli orizzonti». E cosa c’è nel suo futuro? «Valuto investimenti, ho comprato nuove terre per il bestiame, lavoro nell’immobiliare…». E fa da maestro alla piccola Ally, che in moto ci sa fare. Fa persino fumare la gomma posteriore. «Ha imparato da sola. Eravamo in un garage, allenandoci a frenare senza usare i piedi. A un certo punto si è fermata, ha tirato il freno anteriore e… uuuuiiii, ha fatto un burnout. Le ho insegnato a farlo nel modo giusto e le è piaciuto». Andate spesso in moto assieme? «Dipende. A volte ha voglia, altre non gliene frega nulla. Me lo chiede soprattutto se siamo alla fattoria. A lei piace stare seduta davanti a me, ma un giorno le ho detto che non l’avrei più portata se non imparava a guidare la sua minimoto. Cinque minuti dopo era lì che girava. In ogni caso, spero non le venga mai l’idea di correre». Per quello c’è, anzi c’è stato, papà. Tornerà in sella nei test, Misano e poi Zeltweg, a metà luglio? «È una possibilità. Intanto mi alleno, non puoi fare i test fuori condizione. Faccio cross, enduro, mi diverto un sacco». L’Austria potrebbe essere l’occasione per la wild card che tutti sognano? «Se farò il test a Zeltweg è perché ci sono anche tutti gli altri e potremo comparare i dati. Non c’è un’altra ragione oltre a questa». Come vede la stagione Ducati finora? «Guardando i risultati, si potrebbe definirla un disastro, invece è buona. Diciamo che è un buon disastro (ride; n.d.r.). Mi spiace tantissimo per Dovi, sarebbe 2o o 3o in classifica senza i problemi. Sono fiero di lui. Iannone ha espresso a tratti una velocità incredibile, ma ha fatto alcuni errori e c’è un po’ di delusione in quel senso. Però abbiamo mostrato che la moto è competitiva nei confronti di tutte le Case. I guai con le Michelin ci hanno creato svantaggi, ma vale per tutti». Solo questione di tempo per la vittoria, quindi? «Sarebbe già potuto succedere. Siamo sempre lì davanti, senza scuse legate a gomme, benzina o altro come nel 2015. Anzi, senza vantaggi abbiamo ridotto ancor più il distacco dagli altri». La Ducati ha scelto Dovizioso come compagno di Lorenzo. È la decisione giusta? «Di sicuro molto difficile, Ducati è contenta di entrambi, forse alla fine gli errori di Iannone hanno fatto la differenza». Gigi Dall’Igna le ha chiesto consigli? «Parliamo sempre di tutto. Di sicuro non mi sarei divertito, se avessi dovuto scegliere io. Portare Jorge a bordo, in ogni caso, era qualcosa di necessario, per quanto rispetto io possa avere per i due Andrea. Avremo nuovi dati da esaminare con un pilota della sua esperienza». Curioso di lavorare al fianco di Jorge? «La parola giusta è eccitato. Per tutta la carriera, in 125, 250 e MotoGP, ho lottato contro di lui. Ho un grandissimo rispetto per Jorge. Sarà interessante vedere le cose dal suo punto di vista, capire come lavora, scoprire cosa vuole dalla moto». Gli ha consigliato di venire in Ducati? «Non posso dirlo. Ma abbiamo sempre parlato tanto, anche in passato». E Viñales è la scelta giusta per la Yamaha? «Vedremo. C’è tanto interesse attorno a lui e finora ha fatto un buon lavoro, ma Aleix (Espargaro; n.d.r.) a volte gli è stato davanti. Il tempo dirà se saprà essere costantemente tra i primi, ma sembra avere la giusta attitudine, lavora duramente e lo vuole davvero. Mi sembra un ragazzo con la testa sulle spalle, disposto ai sacrifici». Sarà un osso duro per Rossi? «Valentino è abituato, ha avuto in Jorge uno dei compagni più duri, pensava di potergli entrare nella testa ma si è visto che non è stato possibile e che Jorge lo sopravanza sempre. Forse è una gran cosa per Valentino non dover più lottare con quel muro di roccia che è Jorge». La sorprende Rossi? Anche per lei è il migliore di sempre, più incisivo in qualifica e nelle fasi iniziali? «Se in passato faticava nei primi giri, era un suo problema. Non puoi avere questo tipo di scuse. Sta facendo un buon lavoro, ma è meglio dell’anno scorso? Non sono così sicuro. Nel 2015 di questi tempi aveva già vinto due gare ed era sempre salito sul podio. Per me non è più forte». Nessuno, oggi, vuole guidare una Honda. «Era lo stesso quando ci sono arrivato nel 2011. Tutti dicevano che il motore era troppo aggressivo, poi ho detto l’opposto e tutti hanno cambiato idea. Ma se Marc comincia a criticare o a mostrare dubbi, gli altri piloti hanno pronte le scuse». Le piace questo Mondiale? «Mi aspettavo parecchie sorprese perché si è visto dall’inizio che nessuno era a suo agio con le Michelin. Ma le tante cadute non sono una bella cosa, non so se è il pilota che deve abituarsi o la Michelin a dover cambiare qualcosa». È la sua prima volta a un GP in Italia dopo il ritiro. «Mi piace l’atmosfera, la passione. È molto speciale. Eppoi, queste montagne meravigliose… Magari attacco un gancio traino alla Lamborghini e carico su un carrello la Ducati. Immagina cosa direbbe la gente». E giù un’altra risata.