Corriere della Sera, 21 maggio 2016
Valentino veste di rosso la Traviata
Metti insieme un teatro prestigioso (quello di Roma), un’opera grandiosa (La Traviata), una regista dal nome importante (Sofia Coppola), e poi gli stilisti di ieri (Valentino Garavani) e di oggi (Chiuri e Piccioli) ed ecco che la biglietteria registra un incasso record per la prima di Roma in programma domani sera. Un gran bel capitolo per la storia della moda e della lirica. «Non posso descrivere i quattro abiti che ho creato per Violetta, dovrete aspettare l’apertura del sipario per vederli – dice lo stilista Valentino alla conferenza stampa di presentazione —. Posso dire che sono stato fortunato perché il soprano che la interpreta è molto bella. Vi rivelo però che ci sarà un tocco di alta moda in questi costumi». E naturalmente di rosso.
Il progetto, da lui ideato e prodotto con il socio Giancarlo Giammetti, andrà in scena con la regia di Sofia Coppola dal 24 maggio al 30 giugno al Costanzi. «I costumi di Violetta esprimeranno – ha aggiunto Giammetti – la freschezza e la fragilità di questa donna». Valentino ha raccontato di aver disegnato gli abiti di scena (che saranno indossati dal soprano Francesca Dotto e da Maria Grazia Schiano nel secondo cast) in poco più di un’ora dopo aver accettato la proposta del sovrintendente Carlo Fuortes: «Mi sono chiuso nel mio studio e li ho subito sentiti e visti». Mentre i costumi di Flora e del Coro li hanno disegnati gli attuali direttori creativi della maison, Maria Grazia Chiuri e Pier Paolo Piccioli: «I mie angeli – come li ha chiamati più volte il couturier – che stanno facendo ancora più grande il mio nome». In passato disegnò i costumi per un’opera lirica del 1994 ispirata a Rodolfo Valentino e portata in scena al Kennedy Center di Washington, esperienza seguita dalla realizzazione dei costumi del galà «Valentino» al New York City Ballet, e per il concerto di Capodanno di Vienna.
Tutti innamorati di Sofia Coppola e del suo modo di lavorare, instancabile da un mese a questa parte, tutti i giorni si è presentata puntuale: «Vengo da una famiglia di musicisti e ho avuto un approccio al progetto che ha rispettato la tradizione dell’Opera, senza stravolgerla. È stata un’esperienza meravigliosa. Valentino e Giammetti mi hanno spinta a cogliere questa sfida, che per me è stata una prima volta. Tutti al teatro dell’Opera di Roma mi sono stati di grande aiuto e di questo li ringrazio». Ha poi raccontato della passione di famiglia per la musica, di un avo che diresse una Traviata e di un lontano legame di parentela con il maestro Muti.
«Nessun dubbio su Sofia Coppola ma non era detto – sono state le parole del sovrintendete Fuortes —. La regista con grande dedizione e attenzione si è adattata al nostro modo di fare. La devo ringraziare perché è stata incredibile. E penso che per lei sia stato un bellissimo viaggio sulle sue origini italiane. Tutto il teatro è stato entusiasta. Ed è un onore annunciare il record di incassi. Il milione e 800 mila euro che abbiamo speso si è gia ripagato. Un risultato incredibile. Non solo: dal Giappone e da Siviglia ci è arrivata la richiesta di portare l’opera. Staremo a vedere. Per scelta abbiamo voluto produrre tutto da soli». All’unisono il direttore d’orchestra Jader Bignamini: «Un’intesa perfetta».
«È la prima operazione a sfondo culturale che la fondazione Valentino Garavani e Giancarlo Giammetti ha fatto. Ci siamo sempre occupati di dare aiuti personali ai bisognosi – ha aggiunto Giammetti – ed è stata una bellissima scoperta che non resterà unica. Abbiamo già parlato con Eleonora Abbagnato». Agli stilisti Chiuri e Piccioli il «commento tecnico» sulla sartoria del teatro che ha realizzato abiti «come la nostra alta moda» e l’invito ai giovani di avvicinarsi alla lirica. «Abbiamo fatto un lavoro di sottrazione – hanno spiegato – e crediamo che il risultato siano dei costumi senza tempo veramente nuovi».