r. dim., Il Messaggero 21/5/2016, 21 maggio 2016
UNICREDIT, GIALLO SUL CONSIGLIO DEL 24
C’è sconcerto e preoccupazione tra i consiglieri di Unicredit, che a sorpresa si sono visti convocare per martedì 24 dal presidente Giuseppe Vita, in luogo del cda già fissato per il 9 giugno. Le voci parlano di un mandato affidato a Vita con lo scopo di dibattere temi relativi alla governance dell’istituto; in realtà nessun mandato gli sarebbe stato affidato nè dai grandi azionisti nè da altri, considerando inoltre che la convocazione del consiglio di amministrazione al momento non prevede un preciso ordine del giorno. Ambienti a lui vicini fanno sapere che scopo primo della riunione - che ieri sera sembrava meno certa - sarebbe valutare le dimissioni dell’ad Federico Ghizzoni e relative conseguenze; di certo c’è che nessuna lettera di dimissioni è per ora stata firmata da Ghizzoni e quindi manca l’oggetto concreto sul quale i consiglieri dovrebbero eventualmente confrontarsi.
Vero è che l’accordo raggiunto tra Ghizzoni stesso e i grandi azionisti riuniti lunedì 16 nel suo ufficio milanese in Piazza Gae Aulenti prevede un addio consensuale del manager, che pure ha ricevuto manifestazioni di stima nonostante i risultati non soddisfacenti sul fronte borsistico e dei ricavi industriali. È però ugualmente vero che ancora non è stato perfezionato il trattamento economico da riservare al banchiere dimissionario, quindi sarebbe quantomeno intempestivo affrontare l’argomento della successione. E qui s’innesta un’altra iniziativa di Vita che aggiunge perplessità a perplessità: per mettere a punto l’intesa economica con Ghizzoni, prassi vorrebbe che a pronunciarsi sia il comitato remunerazioni (in questi casi di norma si coinvolgono anche i comitati governance e nomine); invece il presidente ha ritenuto di gestire personalmente la questione affidando a un legale esterno il compito di trovare un punto d’intesa con il manager. Va da sé che fino a quando l’accordo non sarà formalizzato, ogni indiscrezione sul nome del successore è pura speculazione.
LA PREOCCUPAZIONE
La preoccupazione dei consiglieri circa queste iniziative, che potrebbero rallentare il processo di rapida discontinuità che il mercato invece suggerisce da mesi, sono peraltro condivise dai principali fondi azionisti, i quali temono che un allungamento eccessivo dei tempi per il cambio della guardia potrebbe indebolire ulteriormente l’istituto. Con conseguenze che sicuramente desterebbero l’interesse della Bce. Non va sottovalutato infatti che Unicredit è una delle 30 Sifi mondiali, le banche di rilevanza sistemica sulle quali viene esercitato un presidio speciale da parte del Financial stability board in virtù della dimensione e potenzialità destabilizzante.
Che il mercato sia particolarmente attento alle vicende Unicredit è infine provato dalla robusta attività sul titolo che ogni giorno anima la Borsa. Ieri, per esempio, l’imminenza di un cambio al vertice è stata premiata con un balzo del 7,6%, anche in relazione alle vendite ipotizzate di quote delle controllate FinecoBank e Bank Pekao.
r. dim.