
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Un’Ansa di ieri scrive quanto segue: «Da Pavia a Pistoia, da Varese a Napoli, passando per Roma, la situazione nei pronto soccorso di mezza Italia è sempre più grave. Ai consueti problemi organizzativi e di surplus di lavoro, si aggiunge l’avvicinarsi del picco di contagio influenzale che comporta maggiori assenze del personale per malattia ma, soprattutto, maggiori accessi in Emergenza-Urgenza, come ormai risaputo, spesso anche senza reale motivo. Il risultato sono ore di attesa prima di un ricovero, corsie strapiene, barelle lungo i corridoi e ambulanze ferme».
• Sarà vero?
Si tratta di decidere se dobbiamo allarmarci per le dichiarate carenze di personale o per certe caratteristiche dell’influenza di quest’anno. Sindacati e organi dirigenti degli ospedali sfruttano l’arrivo dell’influenza, il cui picco si raggiungerà a cavallo tra gennaio e febbraio, per denunciare le deficienze d’organico, i tagli lineari, i turni massacranti, un infermiere dopo dodici ore ininterrotte di lavoro è morto di emorragia cerebrale all’ospedale Martini di Torino, leggiamo dichiarazioni di questo tipo: «l’emergenza poteva essere evitata perché ampiamente prevedibile», «le soluzioni sono rimaste solo sulla carta» eccetera eccetera. Accadde lo stesso quando allo Spallanzani di Roma arrivò il primo malato di Ebola italiano (poi guarito): approfittando dell’improvvisa attenzione dell’opinione pubblica, il personale denunciò subito l’inadeguatezza dell’organico, anche in quel caso si parlava di turni massacranti, superlavoro, eccetera. Purtroppo c’è in giro molto scetticismo su questi gridi di dolore che paiono, anche se magari non lo sono, strumentali.
• Sull’influenza, invece?
Sull’influenza in arrivo c’è invece qualche preoccupazione seria perché a causa della faccenda del Fluad si sono vaccinate almeno due milioni di persone in meno e questo potrebbe far salire il numero dei malati e anche il numero dei decessi, in genere stabile a ottomila l’anno.
• Che cos’è la «faccenda del Fluad»?
Non si ricorda? Alla fine dello scorso novembre si scoprì che una decina di vecchi erano morti poco dopo aver preso il Fluad, un vaccino anti-influenzale popolarissimo, prodotto dalla Novartis e che copre in genere metà delle richieste di tutto il mercato. Si misero subito in rapporto il vaccino e i decessi, la stampa diede alla cosa grande rilievo, furono ritirate dalle farmacie le partite sospette e, naturalmente, un sacco di gente che normalmente si vaccinava preferì lasciar perdere. Si è appurato poi sotto Natale che tra vaccino e morti non c’era alcun rapporto, la Novartis e il Fluad ne sono usciti pulitissimi, ma era ormai tardi per recuperare e i giornali, com’è loro costume, hanno dato alla soluzione felice della storia poca evidenza. Affrontiamo quindi questo inverno con due milioni di vaccinati in meno.
• Che cosa si prevede?
I medici dicono che il virus di quest’anno sembra colpire di preferenza persone con meno di cinquant’anni, sostanzialmente sane. È una tendenza strana perché in genere, come è intuitivo, si ammalano soprattutto uomini e donne anziani, dall’organismo già indebolito. La “Stampa” riferiva ieri che in tutt’Italia si trovano in questo momento in rianimazione con l’ossigeno cinquanta pazienti, 26 dei quali sono sottoposti all’Ecmo (ExtraCorporeal Membrane Oxygenation, cioè Ossigenazione Extracorporea a Membrana), una macchina che consente la circolazione extracorporea del sangue facendo riposare cuore e polmoni. Altra categoria più esposta del solito sarebbe quest’anno quella degli obesi.
• Come si chiama l’influenza 2015o?
È ancora un’influenza suina, trasmessa cioè da quel virus A-H1N1 che nel 2009, in Messico, saltò dai maiali agli uomini diffondendosi poi in tutto il pianeta. Oggi tra maiali e uomini non c’è, da questo punto di vista, nessuna relazione, la carne di maiale c’entra ancora meno e si può mangiare senza pericoli. I sintomi sono per la maggior parte i soliti: febbre alta, mal d’ossa, dolori diffusi. Il sintomo particolare di quest’anno è la fame d’aria: a un certo punto ci si può sentire soffocare, fino ad aver voglia di spalancare le finestre. Se questa sensazione è davvero forte, sarà bene andare al Pronto Soccorso o chiamare il medico. L’influenza può evolvere in insufficienza respiratoria acuta, la situazione può precipitare
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