19 gennaio 2015
La Juventus è più completa e più cattiva della Roma, Allegri sta facendo meglio di Garcia. La crisi delle milanesi non è solo colpa di Inzaghi e Mancini. Il Napoli di Benitez ha riconquistato fiducia e terzo posto. Le conferme, le delusioni e le sorprese alla fine del girone d’andata di Serie A
Il meglio dai giornali di oggi sull’ultima giornata di Serie A, il primato consolidato della Juventus e il bilancio alla fine del girone d’andata.
«Siamo arrivati a metà strada. In testa, le prime tre sono quelle di un anno fa, diverso solo il distacco. Fa meno punti (6) la Juve, ne fanno meno Roma (3) e Napoli (9), che vince una sorta di spareggio per il terzo posto in casa di una Lazio (+7) con assenze pesanti e scarsa fortuna. Appaiata al Napoli c’è la sorprendente (+12) Samp di Mihajlovic. In risalita la Fiorentina: snodo importante il prossimo, con la Roma. Milanesi allo sbando» [Gianni Mura, Rep].
«La Juventus taglia a braccia levate il traguardo volante di metà campionato. Uno sprint di soli sette minuti, due prodezze consecutive di uno strepitoso Pogba e di Tevez ed eccola in fuga con il massimo vantaggio di stagione. Non è la Juve dei record di un anno fa, peraltro irripetibile. È meno furibonda, meno ossessiva, in assoluto meno straripante. Ma è più razionale, più duttile, e soprattutto è ancora nell’Europa che conta, con buone prospettive di saltare l’ostacolo degli ottavi, oltre ad essere saldamente in testa alla classifica» [Gigi Garanzini, Sta].
Massimo Caputi sul Messaggero: «La classifica non mente: la Juventus è la più completa. Ha un ottimo allenatore, Tevez come bomber, e calciatori top come Pogba, Vidal e Pirlo che incidono e tanto anche in fase realizzativa. A tutto questo bisogna aggiungere mentalità e cattiveria agonistica. Qualità che, come visto a Palermo, mancano alla Roma, dotata di un rosa vasta, di un tecnico di talento, ma non di un bomber. Fatta eccezione per Totti che, a trentotto anni, non è inesauribile e fa già dei miracoli, non ha altri giocatori alla voce “decisivi”. Non lo è Gervinho, tantomeno Ljajic o il non pervenuto Iturbe. Destro sarebbe l’unico con certe caratteristiche, ma su di lui non si è mai puntato veramente, tant’è che si trova con le valigie in mano».
«Sta finendo la pazienza del Milan verso Inzaghi. Perché i risultati non ci sono e perché in questi casi, quando si alza il vento, Berlusconi ha bisogno che le responsabilità girino in orbite lontane da lui. Quante colpe ha davvero Inzaghi? Molte, alcune importanti. La squadra non ha mai finito di costruirsi. Inzaghi ha accettato tutto puntando sull’illusione della grande occasione. Forse non è un comandante in assoluto, di sicuro non lo è ancora. È preciso, scrupoloso, pignolo, ma non ha leadership» [Mario Sconcerti, Cds].
Ancora Sconcerti: «Inzaghi ha in mano una squadra sbagliata per principio. Non ci sono guerrieri né giocatori di grandi qualità. È un ibrido chiamato Milan, si aspetta sempre che il nome faccia un piccolo miracolo. La società voleva un centravanti che non ha trovato e un paio di fantasisti che non mancano mai e vengono scambiati al primo vento contrario. Non torna niente nemmeno tatticamente. Nel 4-3-3 le due mezzali devono essere verticali, devono inserirsi fino a raggiungere il centravanti che altrimenti è solo in area. La situazione sembra scappata di mano. Non può essere un caso che il Milan stia riprendendo Sacchi, con il compito evidente di sorvegliare la crescita sbagliata della prima squadra».
«Mi sembra sbagliata anche l’Inter. Hernanes e Guarin interni davanti a Medel sono un lusso che non porta guadagno. Non conoscono il ruolo. Con tre punte più Kovacic, Hernanes e Guarin si è sbilanciati perfino quando si ha il pallone. Ma quando lo perdi sei in mano all’avversario come a Empoli» [Mario Sconcerti, Cds].
Gianni Mura su Rep: «Meglio essere presi a pallate dall’Empoli e tornare a casa con un punto grazie al solito Handanovic che farsi battere in casa, senza attenuanti, dall’Atalanta, c’è comunque poco da ridere. Solo 6 partite vinte su 19, altro che puntare al terzo posto. Uno dei guai, per le milanesi, è che non giocano né i ricordi né le sale dei trofei. Un altro è che i bluff, prima o poi, qualcuno va a vederli. Al momento, parliamo di due squadre senza un gioco preciso, che hanno sussulti d’orgoglio con le grandi ma lasciano molti punti alle piccole ben organizzate».
«Doveva far meglio il Napoli, poteva far di più il Torino se solo avesse provveduto per tempo all’acquisto di attaccanti: ieri a Cesena è bastata una riserva del Chievo, non del Bayern, per rincasare con tre punti particolarmente preziosi. La strada verso la salvezza è lunga, ma per Parma e Cesena sembra già sbarrata. Tra Cagliari, Empoli e le due veronesi la terza cui toccherà far loro compagnia» [Gigi Garanzini, Sta].
«Alla fine del girone di andata le sorprese sono Sassuolo e Samp. Più Dybala. La conferma Pogba. Il miglior giovane Rugani, poi Babacar. Le delusioni? Gomez ed El Shaarawy» [Mario Sconcerti, Cds].