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 2015  gennaio 19 Lunedì calendario

«#VanessaeGreta sesso consenziente con i guerriglieri? E noi paghiamo!». Questo il tweet del vicepresidente della Senato Gasparri che ha rimesso al centro delle polemiche le due cooperanti liberate giovedì da al Nusra. Le due ragazze: «Non è colpa nostra se ci hanno rapite»

«Greta ha usato le parole giuste, ci dispiace per il dolore causato, ma non siamo responsabili del nostro rapimento». Finalmente rilassata, accompagnata dal padre e da suo fratello, Vanessa esce nel giardino della sua casa di Verdello, Bergamo. Dopo tre giorni di polemiche e accuse, risponde così a chi ha criticato la loro decisione di partire da sole verso uno degli scenari di guerra tra i più pericolosi al mondo. «Ovvio che abbiamo chiesto scusa. Greta ha detto le parole perfette: ci dispiace per il dolore che abbiamo causato – dice Vanessa – Siamo state trattate bene e non abbiamo subito violenze. Ora continueremo ad aiutare dall’Italia. Vorrei ringraziare ancora tutti quelli che hanno contribuito a riportarci a casa, e le persone che hanno sempre sperato e pregato per noi. Sono state il conforto più grande».
La prima notte a Gavirate, Greta Ramelli l’ha trascorsa a parlare col fratello Matteo. Felice, un po’ più riposata e sorridente di due giorni fa, quando è arrivata a casa da Roma, anche lei ha subito replicato alle accuse di chi ha descritto le due ventenni come due irresponsabili. «Molte cose che ho letto non rispecchiano assolutamente quello che siamo – dice – I siriani ci conoscono, abbiamo fatto i salti mortali per aiutarli. Chi ha lavorato con noi, ha visto che abbiamo dato tutto per quelle popolazioni». Sia Greta che Vanessa hanno le idee chiare sulla medio Oriente e su quello che faranno in futuro. A cento chilometri di distanza l’una dall’altra, usano quasi le stesse parole: «Non dimentichiamoci che in Siria è in atto un massacro. Non ci arrendiamo. Le ingiustizie vanno sempre combattute. Per ora, continueremo ad aiutare da qui».
Dopo 161 giorni di prigionia e dopo il lungo viaggio in aereo che le ha portate dalla Siria a Roma, le due cooperanti non si sono più viste. «È difficile stare lontano da Vanessa – dice Greta – Durante quei mesi, l’unico conforto è stato stare insieme. Ci siamo supportate a vicenda». «Dal primo secondo all’ultimo, siamo state mano nella mano», racconta Vanessa.
Tra i ricordi che riaffiorano dalla prigionia e le riflessioni sulle scelte sbagliate, le due ragazze hanno parlato anche delle polemiche di queste ore. Le critiche, le accuse di contiguità con la jihad, i giudizi severi comparsi in rete e sui giornali, ma anche la solidarietà di tanti. Sabato, il vicepresidente della Senato ha rilanciato una palese bufala comparsa in rete. “#VanessaeGreta sesso consenziente con i guerriglieri? E noi paghiamo!”, ha scritto Gasparri, provocando una valanga di indignazione e proteste, non solo sul web, tanto da far diventare in poche ore l’hastag #GasparriFuoridaTwitter un trend topic. In difesa delle due cooperanti, è sceso in campo anche lo scrittore Roberto Saviano. «Invito i senatori italiani che conservano dignità a uscire dall’aula quando il senatore Gasparri la dovesse presiedere – ha twittato Saviano – Quale autorevolezza potranno mai avere le istituzioni italiane...». Solidarietà ha espresso alle due ragazze anche il deputato del Partito Democratico, Stefano Fassina, che invita Gasparri a «chiedere scusa a Vanessa e Greta» per le sue «parole inaccettabili».
Dura anche il presidente della Camera, Laura Boldrini. «Ritengo che ci siano alcune polemiche veramente inaccettabili, insopportabili e non degne di considerazione —dichiara Boldrini – La solidarietà è un valore fondante anche nella nostra Costituzione. Vanessa e Greta sono andate lì per fare qualcosa di nobile». «La Boldrini è una poveretta. Vada in Siria, l’aspettano – replica il leader della Lega Matteo Salvini – È lei inaccettabile e insopportabile».