Il Messaggero, 19 gennaio 2015
La settimana straordinaria di Cristiano Ronaldo: un Pallone d’oro vinto, un amore perso, tre gol firmati, un titolo di campione d’inverno acciuffato, un paio di record riscritti a tinte brillanti
Un Pallone d’oro vinto, un amore perso, tre gol firmati, un titolo di campione d’inverno acciuffato, un paio di record riscritti a tinte brillanti. Potrebbe essere la summa dell’intera stagione di un calciatore qualsiasi. Ma parliamo di Cristiano Ronaldo, un tipo che non conosce la parola «qualsiasi» neppure quando dorme. E dunque la sintesi racconta non una stagione, bensì la settimana del calciatore più forte del mondo. Questa settimana. Sette giorni perfino agrodolci, a rifletterci, di certo nobilitati dal panorama sportivo, eppure piuttosto anneriti dalle ragioni del cuore, mappa inesplicabile perfino a se stessi. L’amore smarrito chissà perché dal fuoriclasse portoghese aveva i tratti di una delle più belle donne del pianeta (e non soltanto, probabilmente): Irina Shayk.
«PARLA DI TE...»
Per evitare che Irina diventasse la sua rovina, Ronaldo ha calato la carta del lavoro, come spesso accade nei casi simili. Convinto che azzerare il volume dei palpiti aiuti ad accendere il motore dell’intelletto, lunedì scorso Cristiano è planato a Zurigo e ha sollevato il terzo Pallone d’oro della carriera; giovedì ha segnato un gol (inutile, bisogna dirlo) nel derby di Copa del Rey contro l’Atletico; e, ieri mattina, domenica, anziché dormire fino a tardi, ha realizzato una doppietta sul campo del Getafe. Un trionfo cui ha partecipato anche Bale (3-0). Non c’è che dire, una settimana molto vissuta. Così, va registrato che grazie al successo conquistato nel piccolo derby di ieri, il Real Madrid di Carlo Ancelotti si è confermato capolista della Liga con un vantaggio di un punto rispetto al Barcellona, secondo e abile a sfarinare il Deportivo La Coruña (4-0). La gara l’ha risolta Messi con una tripletta, replicando quindi in certo modo all’amico-nemico di sempre Cristiano, apparso peraltro squisitamente divertito a Zurigo nel confidare a Leo che il figlio Cristiano junior lo apprezza particolarmente. «Ha visto un filmato di noi su internet e parla di te...». Per chi fosse curioso, il video naviga a tutta forza nel mare del web: lo si può pescare lì. Il quarto gol blaugrana è arrivato da un’autorete di Sidnei. A completare la domenica al vertice della Liga ha contribuito senz’altro pure l’Atletico Madrid, che si è sbarazzato del Granada (2-0) e ha consolidato la terza posizione a quattro lunghezze dal Madrid, nuovo campione d’inverno e comunque in arretrato di una partita.
NUOVE MODE
È chiaro che il correre del Real sia intrecciato allo sfrecciare dell’asso più prezioso. Per avere un’idea, Ronaldo, 30 anni a febbraio, ha chiuso il girone di andata sfoggiando un raccolto di 28 gol. È il capocannoniere del torneo e ha eguagliato il primato spagnolo stabilito da Messi nel 2012. E la media (1,65) rotola nel paese delle meraviglie. Poggiando le proiezioni su terreni di veridicità, si può ipotizzare che il contatore supererà quota 60 entro la fine di maggio. Non fosse abbastanza, ieri Cristiano si è pure accomodato al terzo posto della classifica dei marcatori del Real con 289 reti. L’obiettivo, ora, assume il profilo di Raul, primo a 323 gol. Mancano 34 centri: entro la fine del 2015 ce la farà in serenità, non gli serviranno acrobazie particolari. I tifosi lo coccolano e lo adorano: anzi, alcuni hanno già elevato a grido di battaglia madridista quell’urlo di soddisfazione liberato da Ronaldo sul palco di Zurigo. Insomma, l’universo del Madrid si è stretto intorno alla stella polare. Respirano insieme. Impermeabili allo sconforto e ambiziosi da far paura.