
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
Berlusconi ieri s’è fatto intervistare (nell’ordine) dal Gr1, da Studio Aperto, e da Tg4, Tg5, Tg1 e Tg2. Tema: il voto di Milano. Risultato (per ora): polemiche a non finire.
• Come mai ha evitato Tg3, SkyTg24 e la 7?
Forse questi tre telegiornali non gli hanno chiesto un’intervista. Forse è lui che ha chiesto a quelle sei testate di essere intervistato, ed è stato subito accontentato. Forse – in un caso o nell’altro – non gli piace parlare con giornalisti che sente come avversari.
• Che cosa ha detto il presidente del Consiglio?
La cosa più importante è quella che non ha detto in televisione, ma che è uscita fuori – ufficiosamente - dal Pdl: la prossima settimana, lui e Bossi annuncerebbero la trasformazione di Milano in una “no tax area”. La notizia sembra incredibile sotto parecchi punti di vista. Le aree esentate dal pagamento delle tasse sono in genere quelle depresse e di cui si vuole aiutare lo sviluppo. Non essendoci tasse da pagare, infatti, le imprese vi si trasferiscono volentieri, e da tutto il mondo. Angelo Panebianco, per esempio, ha proposto di trasformare in una “no tax area” tutto il Mezzogiorno, cessando però anche di mandargli soldi da Roma. Ma Milano? A che titolo sarebbe dichiarata area esente da tasse? E questo privilegio non creerebbe una tensione intollerabile col Sud? Ammesso poi che Bruxelles non abbia niente da dire, la creazione di una “no tax area” è compito del governo, e non ha niente a che vedere con la persona che diventerà sindaco. Sarebbe buffo che Bossi e Berlusconi promettessero ai milanesi questo gigantesco favore condizionandolo però alla vittoria della Moratti. Se la “no tax area” è un bene per il Paese, va fatta comunque.
• Berlusconi ha ammesso o no la sua sconfitta a Milano?
L’ha parzialmente ammessa nell’intervista al Gr1: «È stato un risultato inaspettato, anche per quello che dicevano i sondaggi e ha condizionato negativamente l'analisi del voto che invece al primo turno è stato complessivamente soddisfacente per noi». In televisione Berlusconi ha anche detto che, in base al voto, il Pdl resta il primo partito italiano. Ha aggiunto che non esiste una maggioranza di governo diversa dall’attuale. «I milanesi non hanno premiato né il Pd né il Terzo polo.». E su questo ha ragione: Pisapia è un candidato di Rifondazione che ha vinto le primarie contro l’uomo scelto da Bersani (l’architetto Stefano Boeri). Sulle elezioni di Milano ha detto ancora: «Sono convinto che tanti milanesi come me sono rimasti turbati dalle bandiere rosse dei centri sociali che hanno festeggiato il risultato del primo turno a Milano. Sono convinto che i milanesi non vogliono che Milano vada in mano agli estremisti della sinistra». Sulla giunta Moratti, che secondo lui non merita di essere mandata a casa: «La giunta Moratti sta portando avanti un piano per 30mila nuovi alloggi a condizioni di favore per i ceti più deboli e realizzerà tre milioni di metri quadrati di verde in più senza costi per la collettività. Senza contare due linee della metro in più, osteggiate dai comitati di sinistra». Su Pisapia, avversario della Moratti: «La sinistra estrema punta solo ad aprire moschee e campi rom, vuole permettere la costruzione ovunque di baracche degli zingari. Un programma incompatibile non solo con l’Expo 2015 ma dannoso per famiglie ed imprese perché prevede più tasse, un grande centro islamico, il voto amministrativo agli immigrati, il blocco degli sgomberi dei rom e il riconoscimento agli zingari della possibilità di autocostruzione».
• E su Napoli?
De Magistris «è un magistrato d’assalto, privo di qualunqaue esperienza amministrativa, uno dei tanti magistrati giustizialisti entrati in politica con la sinistra». «Lettieri è un imprenditore che può favorire la soluzione a problemi come quello dei rifiuti e può far tornare Napoli una capitale europea».
• Quand’è che Tg1, Tg5 eccetera daranno la parola a Bersani, o magari a Pisapia, per permettergli di replicare?
A quanto pare Berlusconi ha intenzione di continuare a parlare in televisione anche nei prossimi giorni. L’AgCom si riunirà appena mercoledì prossimo, per valutare se questi interventi sono ammissibili o no. Oggi il Pd manifesterà a Roma, sotto la sede del Garante per le Comunicazioni: «Se Berlusconi vuole andare in tv – ha detto Bersani – andiamo io e lui: va benissimo. Se no al mio posto vanno De Magistris, Pisapia, gli altri candidati, perché stiamo parlando di Comuni. Andiamo a manifestare sotto la sede dell’AgCom per impedire che il presidente del Consiglio invada tutte le televisioni e le radio. Non è accettabile che l’Autorità si riunisca mercoledì, a babbo morto. Non accettiamo di dare alibi a una vergogna come questa». Dichiarazioni ugualmente indignate sono state diffuse dagli altri partiti d’opposizione.
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