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 2011  maggio 21 Sabato calendario

L’ALLUMINIO C’È MA NON SI TROVA

La produzione e le scorte non sono mai state così elevate. Eppure i prezzi dell’alluminio restano storicamente alti: anche se il recente crollo delle commodities li ha abbassati di circa il 10%, intorno a 2.500 dollari per tonnellata, all’inizio di maggio erano ai massimi da quasi tre anni al London Metal Exchange. Non solo. Il mercato è in backwardation, ossia il prezzo cash supera quello a tre mesi: condizione che in teoria segnala una carenza di metallo. E i premi sul fisico, vale a dire il sovrappiù da pagare sulle quotazioni Lme, sono ai massimi storici in Europa e negli Stati Uniti.

È il paradosso dell’alluminio: metallo sempre più abbondante – per gli enormi aumenti di capacità produttiva, soprattutto in Medio Oriente, dove l’energia elettrica costa pochissimo – e sempre meno reperibile. È un paradosso che ormai resiste da qualche anno, ma che di recente, invece che risolversi, sembra piuttosto essersi acuito.

Le scorte nei magazzini dell’Lme, già elevatissime dal 2008, hanno aggiornato questa settimana il record storico, superando 4,7 milioni di tonnellate. E sono di ieri le statistiche dell’International Aluminium Institute (Iai) che certificano come in aprile la produzione di metallo primario abbia raggiunto a livello globale un picco senza precedenti di 118.800 tonnellate al giorno. La produzione annualizzata sarebbe di 43,35 milioni di tonn, quasi un milione in più rispetto al precedente record stabilito in febbraio (4,39 milioni di tonn). L’output è cresciuto in Cina, nonostante il Governo abbia dichiarato guerra alla sovracapacità produttiva, congelando la costruzione di nuove fonderie e apprestandosi a rimuovere i benefici fiscali per l’export di prodotti in alluminio. Ma il motore della crescita non è solo la Cina, che peraltro – in vista di un’estate ad alto rischio black-out – potrebbe rallentare il passo.

La produzione di alluminio è aumentata anche nel resto del mondo, tornando ai livelli pre-recessione (25,7 milioni di tonn, annualizzati, come ad aprile-maggio 2008). Responsabili sono anche i Paesi industrializzati, dove le imprese stanno ripristinando una parte della capacità congelata ai tempi della crisi: negli Usa Alcoa aveva annunciato in gennaio la riattivazione di tre impianti per circa 200mila tonn. e non ha ancora completato il processo, per cui la crescita della produzione extra-Cina non è ancora finita.

La scarsa reperibilità del metallo è un’aberrazione, legata ad attività speculative facilitate dai tassi di interesse a zero e dalla condizione fino a poco tempo fa di contango (prezzi cash più bassi che a tre mesi), che garantisce un profitto dalla semplice custodia del materiale. La maggior parte delle scorte di alluminio dell’Lme sono indisponibili, perché fungono da collaterale per accordi finanziari. E per le altre ci sono gravi lentezze nelle consegne. Tanto gravi che in alcune località, come Detroit, si segnalano attese fino a dieci mesi per ottenere il metallo. La situazione ha portato all’esasperazione i consumatori, che secondo il Metal Bullettin sarebbero pronti a fare causa all’Lme.