Isabella Bufacchi, Il Sole 24 Ore 21/5/2011, 21 maggio 2011
ATENE, RATING IN CADUTA LIBERA
Il rating della Grecia continua a inabissarsi. È stato declassato ancora una volta ieri, la seconda retrocessione in un mese. Fitch ha abbassato la "BB+" del debito greco a lungo termine di ben tre gradini portandola alla "B+", lo stesso livello della "B1" di Moody’s ma ancora un gradino al di sopra del giudizio "B" di Standard & Poor’s deciso lo scorso 9 maggio, tra tutti il più severo.
Le cattive notizie per il mercato, dal fronte del deterioramento dell’affidabilità creditizia di Atene, non si sono fermate al triplo taglio della valutazione di Fitch. L’agenzia ha accompagnato il nuovo voto con il "rating watch negative", la minaccia pressochè immediata di un ulteriore declassamento. E ha messo in chiaro che la "B+" greca incorpora l’arrivo di nuovi «massicci» aiuti finanziari da parte di Ue e Fmi (senza i quali il rating calerebbe a "CCC") e non sconta «ristrutturazione soft o re-profiling». Queste eventualità sarebbero considerate un "trigger credit event" e porterebbero il rating a livello di default.
Quel che è peggio, Fitch ha colto l’occasione per lanciare un monito molto esplicito sul rischio-contagio: nel caso in cui l’aumento del sostegno finanziario alla Grecia da parte di Ue e Fmi dovesse essere accompagnato dalla ripartizione delle perdite ai privati, in maniera «coercitiva e non esortativa», la credibilità del pacchetto di aiuti a Irlanda e Portogallo, nonchè alla Grecia stessa, verrebbe notevolmente danneggiata.
Il declassamento di Fitch ha rabbuiato ancor più il mercato, già di umore nero per l’accelerazione impressa dai politici europei alle probabilità di default e ristrutturazione del debito greco: una raffica di dichiarazioni che smentisce platealmente le rassicurazioni e le promesse sulla tenuta della rete di salvataggio europea, elargite al mercato fino a qualche giorno fa. Lo spread tra i titoli di stato greci e tedeschi a dieci anni ha toccato un nuovo record, portandosi a quota 13.654 centesimi di punto percentuale (13,654%). Ma è sulle scadenze brevi che si concentra il rischio di default: i bond greci a due anni ieri rendevano il 24,98% contro l’1,8% degli Schatz tedeschi, con uno spread stellare di oltre 23.000 centesimi. I costo dei credit default swap sulla Grecia, in base a Cma-data, è salito da 1.460 centesimi a 1.480, con rating implicito di "CC+" e una probabilità di default del 67,2 per cento.
Il rischio-contagio ha continuato a insinuarsi negli spread degli altri stati europei senza rating "AAA". Il fallimento del salvataggio della Grecia, un pacchetto di prestiti triennali da 110 miliardi che gli stati europei e il Fondo hanno iniziato a erogare dallo scorso maggio, ha un effetto-trascinamento inevitabile sui piani di sostegno alla liquidità e solvibilità di Portogallo e Irlanda. In aggiunta, mina la credibilità di qualsiasi successiva operazione di salvataggio a firma dell’Europa.
La Spagna ha avviato un ambizioso programma di ricapitalizzazione del sistema bancario ma intanto questo week-end è destabilizzata dalle elezioni amministrative, che potrebbero far emergere - stando ai pronostici più pessimistici - un debito locale molto più elevato (per decine di miliardi di euro) di quello registrato ufficialmente finora, con una ricaduta negativa sul rapporto debito/Pil già lievitato dal 39,8% del 2008 al 71% atteso per il 2012. Gli spread tra Spagna e Germania si sono allargati, tornando sugli alti livelli registrati lo scorso gennaio: il gap contro il Bund decennale è salito ieri a quota 243 centesimi contro i 227 del giorno precedente. Sulla stessa durata a dieci anni, si sono estesi tutti gli spread degli stati periferici e semi-periferici contro la Germania: Portogallo (6.667 centesimi), Irlanda (7.636), Belgio (118) e Italia, tornata sopra la soglia dei 170 centesimi a quota 171.