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 2011  maggio 21 Sabato calendario

Lo scrittore dell’anno? Non è mai esistito ma tutti lo hanno letto - Lo scrittore dell’anno è Manuele Madalon, l’autore del romanzo L’implosione , recensi­to positivamente al­l’ultimo Salone del li­bro di Torino da Vittorio Sgarbi, Giancarlo De Cataldo, Mauro Corona, Lucia Annunziata, Gior­gio Faletti, Federico Moccia, Ser­gio Rizzo, Serena Dandini, Mar­garet Mazzantini

Lo scrittore dell’anno? Non è mai esistito ma tutti lo hanno letto - Lo scrittore dell’anno è Manuele Madalon, l’autore del romanzo L’implosione , recensi­to positivamente al­l’ultimo Salone del li­bro di Torino da Vittorio Sgarbi, Giancarlo De Cataldo, Mauro Corona, Lucia Annunziata, Gior­gio Faletti, Federico Moccia, Ser­gio Rizzo, Serena Dandini, Mar­garet Mazzantini. Hanno avuto parole gentili per l’opera di esor­dio del Madalon, con perfetto spirito bipartisan, anche il nuo­vo si­ndaco di Torino Piero Fassi­no e il suo sfidante Michele Cop­pola. Il Madalon, poi, ha tenuto un seguito incontro intitolato giustamente L’uomo dell’anno , ospite il collega Andrea Bajani, in cui ha rivelato problemi e diffi­coltà del mondo culturale italia­no. Come? Non avete mai sentito nominare prima d’ora Manuele Madalon? Non avete ancora let­to il fondamentale L’implosione di cui tutti parlano? Per forza: il Madalon sta alla letteratura ita­liana come il conte Mascetti alla supercazzola. Lo scrittore del­l’anno, infatti, non esiste: è una geniale burla architettata dagli studenti di Ingegneria del Cine­ma del Politecnico di Torino. Il Madalon che s’aggirava per il Lingotto, altri non era che Ga­briele Madala, iscritto al Master di giornalismo dell’università piemontese. Un attore. Scrittore inventato, libro inventato e mai scritto. Tutto il resto è vero, co­me testimonia il video esilaran­te girato da Polimediaweb du­rante la manifestazione. (Sul web sta facendo sfracelli, potete vederlo anche sul sito del Gior­nale ). Il Madalon ha avvicinato i vip e ha chiesto loro a bruciapelo un giudizio sulla sua opera pri­ma. Nessuno ha ammesso di ca­scare dalle nuvole e di ignorare completamente l’argomento. Si sono sentiti invece quei giudizi generici, da fascetta promozio­nale, che costituiscono il «sale» (si fa per dire) di moltissime re­censioni regolarmente pubblica­te dai giornali. La beffa, insom­ma, finisce per svelare pressapo­chismo e cialtroneria del mon­do editorial-giornalistico. Veniamo agli autorevoli giudi­zi raccolti dal Madalon. Il primo a rispondere è un pensoso Vitto­rio Sgarbi, il quale, a dire il vero tanto gentile quanto imbarazza­to, dichiara di aver trovato l’am­bientazione dell’ Implosione «sottile e misteriosa». Poi tocca a Serena Dandini, sulle prime sor­presa, poi infine memore del­l’opera: «Ahhhhh, ma certo, Ma­dalon ». La conduttrice però non si sbilancia e anzi leva i tacchi. Il giornalista Sergio Rizzo è misu­rato ma alla fine ammette: «Sì, mi è piaciuto, è un buon avvio, diciamo». Lucia Annunziata si lancia in un paragone: «Ti ho confuso moltissimo con... con... con Culicchia, su Torino». Vero maestro di vita il montanaro (ma spesso in pianura per pre­s­enziare a qualsiasi festival o tra­smissione tv nel raggio di mille chilometri da Erto, Pordenone) Mauro Corona: «Un buon inizio ma non ti devi affezionare altri­menti è un fiasco. Un libro è co­me una scopata: bisogna pensa­re a quella da fare e non a quella fatta». Moccia non ha dubbi: «Lei Madalon è fortissimo». A Fa­letti L’implosione è piaciuto ma non si sente di elogiare un aspet­to in particolare: «È tutto l’insie­me ». Fassino e Mazzantini ci ca­scano ma non vanno al di là di sorrisoni e di qualche «Ahhhhh... è lei» di tardivo rico­noscimento. Madalon ringrazia Coppola «per la e-mail col suo giudizio». E il politico risponde: «Ah, bene, le è arrivata!». L’uni­co ad accorgersi che qualcosa non torna è un comico, Neri Mar­corè. La vera rivelazione, come do­cumentano anche i giudizi sul web, è però il simpatico Giancar­lo De Cataldo. Il giudice-scritto­re di Romanzo criminale , per non deludere le aspettative del giovane interlocutore, parte per la tangente e regala all’inesperto Madalon una torrenziale rifles­sione prodiga di consigli: «Tu hai un tuo mondo di riferimen­to, lo racconti in maniera auten­tica, c’è qualche parte tipica del­le opere prime, ansia di metterci dentro tutto, non ti devi nascon­dere e riservare niente per doma­ni. Poi però nello stesso tempo, te lo dico da padre di un figlio di 18 anni,c’è uno sguardo rivelato­re sul mondo. L’opera seconda sarà più matura. Sarà... Forse puoi mantenere lo scenario per­ché lo scenario va ancora esplo­rato ». Incredibile. Durante l’incontro a Torino, l’inganno viene svelato.Tocca al complice Andrea Bajani, autore di Ogni promessa (Einaudi), spie­garne il senso tutto sommato tra­gico: l’editoria è piena di Mada­lon e di recensori di Madalon. «Ogni tanto mi chiama qualcu­no - dice Bajani - e mi chiede la fascetta per un esordiente. Io ri­spondo: va bene, ma datemi il li­bro. E loro: ma no, ti mandiamo al massimo due pagine,l’impor­tante è che sulla fascetta ci sia il tuo nome e un giudizio entusia­sta. Conta molto di più la pubbli­cità sul libro che non il libro per cui tutti si deve essere disposti a dire che un libro è bello da subi­to. Nessuno ha voglia di impara­re però se ti chiedono qualcosa tu devi sempre far finta di saper­lo ». È giusto, ma la truffa di Mada­lon rende pubblico un proble­ma ancora più profondo: il «li­bro del momento», l’«autore di cui tutti parlano» in realtà è spes­so un libro che nessuno ha letto, e di cui a nessuno importa qual­cosa, bello o brutto che sia. Tal­volta è un libro che neppure ven­de o vende pochissimo. L’indu­stria però esige articoli ed entu­siasmo. E tra critici e giornalisti, si trova sempre qualcuno pron­to a gridare: «Presente!».