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 2011  maggio 21 Sabato calendario

Tanti punti esclamativi e molto moralismo: l’editoria secondo Add - Viviamo in un’epoca di moralismo e punti esclamativi

Tanti punti esclamativi e molto moralismo: l’editoria secondo Add - Viviamo in un’epoca di moralismo e punti esclamativi. La casa edi­trice torinese Add, tra le più rappresentative di questa moda, ci ha co­struito sopra un’intera collana, con ti­toli che vanno da Indignatevi! del par­tigiano Stéphane Hessel a Ripartia­mo! Discorsi per uscire dalla crisi di Franklin D. Roosevelt, da Scegliete! Discorso sulla buona e cattiva televi­sione del direttore di Rai3 Paolo Ruffi­ni ( appena arrivato nelle librerie) a Li­beratevi! Azioni e strategie per sconfig­gere le dittature del politologo della non-violenza Gene Sharp (in uscita). Saggi brevi, una settantina di pagine a caratteri sovradimensionati, in cui l’accento cade sempre sul pietoso sta­to spirituale del nostro tempo e sulla necessità (imperativa ed esclamati­va) di porvi rimedio facendo qualco­sa, ad esempio indignandosi: davan­ti allo specchio di casa, alle cene tra amici e, naturalmente, sul proprio blog. Se c’è sole, anche in piazza. Da un punto di vista socioculturale la collana è un anacronismo, un ri­chiamo ai bei tempi andati, a un sape­r­e nostalgico e vagamente sessantot­tino: nell’anima del mondo, oggi, c’è una gravitazione di forze emotive e psicologiche diversa da quella che questi titoli vorrebbero rimettere in sesto. Tuttavia appuntarsi sul pro­prio risvolto (editoriale) la spilla del­l’indignazione e del «risveglio» politi­co- sociale ha ancora una convenien­za di pubblico e, non bastasse, richia­ma sguardi d’ammirazione alle feste nelle case giuste. E Add è nata pro­prio in un’atmosfera simile. I fondato­ri sono Michele Dalai, figlio d’arte del­l’editore Alessandro Dalai, Andrea Agnelli, consigliere Fiat e presidente Juventus, e Boosta (soprannome di Davide Dileo, tastierista dei Subsoni­ca e già autore Dalai). Itre hanno messo in piedinel mar­zo dell’anno scorso, con figure profes­sionali fuoriuscite dalla Instar Libri e capitale sociale di 200mila euro, una struttura che un paio di mesi dopo ha iniziato a proporre saggi dall’anda­me­nto narrativo e sorretti da un enga­gement un po’ glamour: Di sana e ro­busta Costituzione , interviste di Car­lo Alberto dalla Chiesa ( figlio di Nan­do, ndr) a Oscar Luigi Scalfaro e Gian­carlo Caselli, con Costituzione italia­na in appendice (trovata sempre più banale ma di sicuro appeal : ormai si infila la Costituzione ovunque. Lo sti­lista- imprenditore Paolo Boggi la di­stribuì per marketing alle casse dei suoi negozi, apponendovi il proprio logo dorato,e l’allegò poi al suo Pove­­ri con la griffe , Lubrina editore), segui­to da Ballando sull’acqua di Gueller­mo Mariotto ( lo stilista-giurato di Bal­lando con le stelle), Africa Bomber di Kalapapa Ngeri, L’Europa è finita? di Enrico Letta e Lucio Caracciolo, Sen­za una donna. Un dialogo su potere, diritti,famiglia,nel paese più maschi­lista d’Europa di Flavia Perina, Orga­nizzare il coraggio. La nostra vita con­tro la ’ndrangheta di Pino e Marisa Masciari, Viva tutto! raccolta di mail di Jovanotti a Franco Bolelli, filosofo delle nuove tecnologie e collaborato­re di Fare Futuro. Scorrendo questi titoli pare di leg­gere la scaletta di Vieni via con me di Fazio-Saviano e infatti - quasi per conseguenza logica- è poi arrivato In­dignatevi! di Hessel a fare il botto, ven­dendo 80mila copie (in Francia due milioni) e portando visibilità alla Add. Un libro di slogan: «Ai giovani dico- scrive Hessel- guardatevi attor­no e troverete gli argomenti che giu­stificano la vostra indignazione, il trattamento riservato agli immigrati, ai sans papiers, ai rom. Cercate e tro­verete! ». È lo stesso Hessel, però, che ha invitato a «comprendere» (senza indignarsi) le ragioni di Hamas e dei missili post-elettorali sulle città israe­liane. Indignazione a corrente alter­nata, a seconda del salotto. Ruffini, invece, in Scegliete! , si sfor­za ( inutilmente) di essere più plurali­sta e racconta la sua lotta contro chi da anni cerca «di avvelenare il pozzo di Rai3.Di far passare l’idea che la sua acqua sia avvelenata solo perché non è una minestra riscaldata». Un vero partigiano fin nel lessico: «Pen­savo a come avrei potuto organizzare la resistenza di Rai3 all’omologazio­ne del pensiero unico televisivo. Lui (Berlusconi, ndr) ci vedeva già tutti omologati. Oggi posso dire che Rai3 è stata ed è una rete libera. Il metodo di lavoro di Rai3 non è ideologico, non è partitico, non è pregiudiziale. Pensia­mo alla Tv come a una narrazione». Anche Vendola pensa la politica “per narrazioni”. Anche Freud face­va terapia “per narrazioni”. Se a que­ste narrazioni ci mettete un punto esclamativo, o la colonna sonora di Paolo Conte, sono pure divertenti. Ma la morale sarebbe un’altra cosa.