Maurizio Ricci, la Repubblica 21/5/2011, 21 maggio 2011
L’ARABIA SAUDITA: PETROLIO MAI SOTTO 91 DOLLARI AL BARILE
Sul mercato del petrolio, la confusione è più grande del solito. La Iea, il braccio energia dei paesi industrializzati, cioè importatori, prevede che la domanda, nella seconda metà del 2011, scenderà. Ma, contemporaneamente, si preoccupa che l´offerta non sia sufficiente e sollecita l´Opec ad aumentare la produzione. A che livello domanda e offerta, secondo la Iea, si debbano incontrare non è chiaro, ma è evidente che l´agenzia teme che sia ad un prezzo troppo alto, che potrebbe compromettere la ripresa. In effetti, sono in molti a pensare che le quotazioni attuali del barile (appena sotto i 110 dollari in Europa, a ridosso dei 100 negli Usa) siano troppo alte per non impattare la crescita dell´economia. Purtroppo, però, possono scendere solo di poco. Adesso, infatti, sappiamo qual è la soglia di resistenza, sotto la quale i registi del petrolio mondiale non sono disposti a scendere: 91 dollari al barile. Di tanto, secondo il Centre for Global Energy Studies, ha bisogno il regno saudita per finanziare i suoi programmi di spesa ed evitare una crisi di bilancio che, nella situazione tesa che sta attraversando il Medio Oriente, si potrebbe trasformare in crisi politica, con effetti ancora più nefasti sul prezzo del petrolio.
In media, finora, nel 2011, i sauditi hanno venduto il loro greggio a poco più di 104 dollari, ben al di sopra della soglia di sicurezza, consentendo a Riad di finanziare sussidi sociali e grandiosi programmi di investimento, ad esempio per aumentare la produzione di elettricità. Dal punto di vista dei paesi importatori, però, anche una discesa a 91 dollari, che sembrerebbe cospicua si limiterebbe a riportare i prezzi ai livelli che, prima dello scorso gennaio, non si vedevano dal 2008.